Corriere della Sera, 2 marzo 2018
«Cene, serate e ragazze. Così Ricucci ha pagato la sentenza favorevole»
ROMA Una lunga serie di addebiti sulla carta di credito di un intermediario, alcuni (frenetici) video girati durante una serata alla discoteca «Nice» in zona via Veneto e una nuova serie di intercettazioni, portano Stefano Ricucci in carcere per la terza volta.
L’ex immobiliarista è accusato di corruzione, assieme al suo socio in affari Liberato Lo Conte, nei confronti del giudice tributarista Nicola Russo. In un contenzioso con il Fisco, il magistrato avrebbe assicurato la vittoria alla sua «Magiste Real Estate» e più precisamente il rimborso di venti milioni di euro di Iva versata in precedenza.
Cene, regali e ragazze, secondo uno schema classico, sarebbero stati la contropartita. Prove della frequentazione fra Ricucci e Russo vengono anche da un video girato con il cellulare dall’ex immobiliarista. Immagini riprese la notte fra il 13 e il 14 luglio 2015 e rintracciate dai finanzieri del Tributario durante alcune perquisizioni. Il giudice, in t-shirt e jeans, con ragazze al seguito, alza il pollice in segno di approvazione, assieme a Lo Conte mentre Ricucci filma ogni cosa.
L’inchiesta potrebbe allargarsi ad altre sentenze pilotate: «Altamente probabile – si legge in un passaggio dell’ordinanza del gip Gaspare Sturzo – che Russo (ai domiciliari, ndr ) sia inserito in un contesto corruttivo ben più ampio» come proverebbe il legame fra queste indagini e quelle che a febbraio hanno portato in carcere l’avvocato di Russo, Pietro Amara e all’iscrizione nel registro degli indagati di Riccardo Virgilio, presidente di sezione del Consiglio di Stato. Agli atti sono finite le testimonianza del direttore del bar dell’Hotel De Russie e dell’albergatore dell’Hotel Valadier: raccontano di cene e aperitivi fra giudice ed ex immobiliarista. Gli inquirenti parlano di «una continuità di rapporti (fra i tre, ndr ) almeno fino al settembre 2016».
Video a parte, i rapporti fra Russo, Ricucci e Lo Conte sono improntati a una certa prudenza, cosi, durante le conversazioni fra l’immobiliarista e il suo socio, il giudice viene ribattezzato «zio», «figa», o «fidanzata». In un caso si decide di far scegliere a Russo un braccialetto per la sua fidanzata presso una gioielleria del centro. Indicativa una conversazione fra Russo e Lo Conte. Quest’ultimo chiede di incontrare il giudice presso il De Russie e il tributarista, accettando l’incontro, precisa di non voler intorno altre persone: «Senza annessi e connessi, affini o collaterali, ascendenti o discendenti, cazzi e mazzi, pizza e cozze» dice. Il riferimento, per l’accusa, è alle ragazze che solitamente popolano gli incontri.
Lungo l’elenco delle cene pagate a Russo attraverso il mediatore Vincenzo Sangermano: serate a base di pesce all’Assunta Madre, all’Art Café di villa Borghese pagate fra i 200 e i 1.850 euro. A confermare le accuse nei confronti degli indagati interviene anche la testimonianza di Dridi Zaineb, una delle ragazze. La donna racconta di aver ceduto a Russo una scheda telefonica intestata alla sorella per le conversazioni più delicate ma soprattutto testimonia di notti trascorse all’Hotel Valadier e pagate da altri: «La sera dell’8 marzo sono stata accompagnata all’Hotel Valadier da Stefano Ricucci in macchina insieme a Nicola e Camilla Russo e la mia amica Nicole».