la Repubblica, 1 marzo 2018
Alla Levi’s arrivano i sarti robot e il jeans vintage nasce in 90 secondi. Ma gli operai non vanno a casa
Roma Calano gli utili e la Levi’s Strauss si affida ai robot capaci di tagliare e rifinire i pantaloni più conosciuti al mondo. Non è la prima volta che un robot entra nelle fabbriche della Levi’s, ma questa è una svolta storica perché dal 2020 il gruppo spera di poter sostituire tutti gli operai addetti all’operazione con legioni di laser.
«È questo il futuro dell’industria dei jeans», ha dichiarato Chip Bergh, l’amministratore delegato che, arrivato lì nel 2011 si è trovato a dover affrontare una concorrenza massiccia. Chip Bergh ha assicurato al Financial Times, che nessun lavoratore verrà licenziato. Ma la notizia non sarà certo gradita ai 40 milioni di occupati nell’industria della moda, che da tempo ha delocalizzato nei Paesi in via di sviluppo la produzione. Dalle fabbriche Levi’s escono ogni anno 150 milioni di jeans. Ma le mode cambiano in fretta e il laser è più veloce dell’uomo, così da poter agilmente seguire i cambiamenti stilistici. Il laser rifinisce un paio di jeans ogni novanta secondi, un uomo ci mette dai 6 ai 7 minuti. Niente licenziamenti dunque per Levi’s, ma un’accelerazione delle vendite. Questo l’obiettivo di un marchio che conta 135 anni di vita. Il personale eccedente sarebbe redistribuito grazie all’aumento del fatturato. Nel 2017 le vendite sono aumentate dell’8%, toccando i 4,9 miliardi di dollari, ma gli utili sono calati del 3%. Ma il laser, questa la convinzione dell’ad, dimezzerà il ciclo di produzione e distribuzione consentendo alla società di accumulare meno capi che poi finisce per vendere a prezzi scontati. «Indirizzeremo i lavoratori su altri processi», ha assicurato Oscar Gonzalez, presidente del gruppo. I jeans saranno disponibili nei negozi in tre mesi dall’avvio della lavorazione e in più il numero di sostanze chimiche utilizzate scenderà a poche decine dalle oltre mille impiegate nella lavorazione a mano.
Una rivoluzione che non si fermerà dentro il perimetro della produzione in fabbrica. Il singolo consumatore in realtà in un futuro non troppo lontano, potrebbe decidere dei ritocchi nei negozi o addirittura spedire istruzioni al centro laser più vicino con uno smartphone. Quella di Levi’s è solo una delle innovazioni del XXI secolo che, come alcuni prevedono, distruggerà il lavoro umano.