la Repubblica, 1 marzo 2018
Ruby-ter, mafia, corruzione, i processi aperti di Berlusconi
MILANO Come prima, più di prima. Il girone dell’inferno giudiziario di Silvio Berlusconi non chiude per elezioni. I suoi sostenitori parlano di «accuse a orologeria». In realtà, più che un orologio, ad Arcore serve un’agenda, e anche bella alta. Mafia: Berlusconi è attualmente indagato a Firenze.
Corruzione in atti giudiziari, per il cosiddetto Ruby-ter: è imputato, o sotto indagine, in quattro città diverse. Corruzione in altri atti giudiziari, richiesta di rinvio a giudizio a Bari. Nel mondo delle carte bollate di chi oggi guida il centrodestra italiano (nonostante sia incandidabile per una condanna per frode fiscale), c’è e si perpetua una costante: aver convinto e convincere i testimoni a non metterlo nei guai nei processi penali. Non gratis, non per simpatia, ma pagandoli. Chi senta ancora il bisogno di comprendere meglio la straordinaria ambiguità politica di Berlusconi, non dovrebbe scordare tre uomini – Marcello Dell’Utri, Cesare Previti, David Mills – e una donna: la giovane ex ballerina Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori. Questi i quattro casi dell’apocalisse processuale di Berlusconi.
Dell’Utri. Dagli albori del successo, accanto a Berlusconi c’è stato lui: è il capo di Publitalia, la concessionaria di pubblicità, ma anche la cassaforte berlusconiana. Nel 2014 è stato condannato in via definitiva per i suoi rapporti con i mafiosi di Palermo. Scappato all’estero, rintracciato a Beirut, ora in carcere a Rebibbia, malato, riceve dai giudici il costante divieto ad andare agli arresti domiciliari per curarsi.
Importanti uomini di Cosa Nostra, che sarebbero stati in contatto con Dell’Utri, sono i fratelli Graviano, Giuseppe e Filippo. Vennero arrestati a Milano nel 1994. Giuseppe, intercettato in carcere, ha parlato molto di Berlusconi, dicendo che «quando lui si è ritrovato ad avere... un partito così... nel ‘94 lui si è ubriacato, perché lui dice ma io non posso dividere quello che ho con chi mi ha aiutato... Pigliò le distanze e fatto il traditore...». Secondo alcune intercettazioni in carcere, Graviano, nel parlare delle stragi di mafia del ’93, ha lasciato intravedere la figura di un «mediatore», un boss del quartiere Brancaccio: è questo l’obiettivo principale dei sostituti procuratori di Firenze, che, nel riaprire l’inchiesta, non potevano non mandare l’avviso di garanzia a Berlusconi.
Anche Cesare Previti, avvocato romano, accompagna l’ascesa di Berlusconi nell’olimpo degli uomini più ricchi del mondo. Il suo metodo di approccio ai giudici è sintetizzato in una frase: «Daje ‘na borzata de soldi».L’inchiesta, condotta da Ilda Boccassini e Gherardo Colombo, era costata a Previti una condanna definitiva e a Berlusconi – sentenza 2013 – quasi 500 milioni di risarcimento a Carlo De Benedetti, il concorrente della conquista della Mondadori, danneggiato illegalmente dalle tangenti tra le toghe romane.
David Mills è, dopo Dell’Utri e Previti, la conferma del «sistema». Avvocato inglese, ex marito di una ministra, esperto in conti off shore, era l’organizzatore della galassia delle società di Silvio Berlusconi nei paradisi fiscali. Per favorire il Berlusconi imprenditore nei processi italiani, Mills aveva ricevuto un extra di 600mila dollari. L’attuale procuratore aggiunto Fabio De Pasquale non scopre solo quest’ennesima corruzione, ma anche le tante «scatole cinesi» che permettono all’imputato Berlusconi di accumulare una montagna di denaro nero, mai tassato. È questa la frode all’erario che gli costa la sedia al Senato, l’affidamento alla Sacra famiglia di Cesano Boscone (2014-2015) e l’incandidabilità sino al 2019.
Quest’idea di pagare i testimoni riemerge nitida durante il processo dedicato alle «cene eleganti». Venivano organizzate ad Arcore, a Roma e in Sardegna.
Tra le frequentatrici, una minorenne scappata da una comunità, Ruby, ragazza d’origine marocchina, fatta passare per la nipote del presidente egiziano Mubarak.
Dalle accuse di concussione e prostituzione Berlusconi è stato assolto in cassazione, ma la stessa suprema corte ha stabilito che quelle del «bunga bunga» non fossero serate eleganti, ma porno. Questo significa che quando, nei vari processi, le ospiti ripetevano che non accadeva nulla di «men che commendevole», mentivano.
Sono stati trovati numerosi pagamenti di Berlusconi a loro favore. È corruzione? L’agenda penale, al momento, è questa.
Berlusconi è sotto processo per corruzione in atti giudiziari a Milano, dove il pubblico ministero Tiziana Siciliano (udienza a maggio) ha il fascicolo più corposo per numero di imputati, e a Siena (udienza a novembre). A Roma, tre settimane fa, è stato chiesto il rinvio a giudizio di Berlusconi e del cantante di ristoranti Mariano Apicella. A Torino, si terrà un’udienza davanti al gup quindici giorni dopo le elezioni.
E a Bari, con l’accusa di aver dato soldi a Gianpaolo Tarantini, affinché non dicesse ai magistrati di avergli portato in casa non poche escort, è stato chiesto al gup Anna Rosa De Palo il processo per il politico e per Valter Lavitola, ex direttore dell’Avanti. L’unica garanzia di Berlusconi risiede dunque in una «sua» legge: superati gli ottant’anni, non si va più in carcere.