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 2018  marzo 01 Giovedì calendario

Eredità del Caudillo, guerra civile fra nipoti

Metti l’eredità milionaria di un dittatore, i nipoti che non trovano un accordo nella spartizione, la messa in vendita di un castello per 8 milioni di euro tramite un’agenzia immobiliare di lusso che la pubblicizza con annunci singolari: “Qui inizia la giornata il caudillo”.
“Qui è dove assiste alla messa nelle prime ore del mattino”.
“Dopo colazione, si ritira nell’intimità della sua biblioteca a leggere la stampa locale per poi delegare ai suoi assistenti le questioni più importanti”.
Tutto ha inizio a dicembre, con la morte – nel quartiere residenziale di Salamanca, Madrid – di Maria del Carmen Ramona Felipa Maria de la Cruz Franco Polo, per gli amici “Nenuca”, duchessa di Franco, marchesa di Villaverde e grande di Spagna, unica figlia di Francisco Franco, il caudillo. L’avevano appena salutata con tanto di inno nazionale durante la tumulazione sotto la cattedrale dell’Almudena, protettrice di Madrid, quando tra i figli, nonché nipoti del generalissimo Franco, Carmen (66 anni), Mariola (65), Francis (63), Arantxa (55) e Jaime (53) Martinez-Bordiù inizia una guerra civile.
I fratelli, infatti, da allora non sono riusciti a mettersi d’accordo sulla vendita dell’ingente ricchezza – mobile e immobile – accumulata dalla madre. Un tesoro valutato in 1.000 milioni delle vecchie pesetas. Casse e casse di oggetti di valore che i figli di Carmen – intenzionati a mettere tutto in vendita – ancora non sono riusciti a far valutare interamente dalle case d’asta. Un patrimonio, secondo molti – tra cui Jimmy Gimenez Arnau, marito di una delle nipoti di Franco – “rubato” agli spagnoli, perché accumulato nei 40 anni di dittatura dal loro nonno. Come il Pazo de Meiras, il castello in Galizia già proprietà della scrittrice Emilia Pardo Bazan, “ceduto” a Francisco Franco nel 1938, in piena guerra civile e dichiarato nel 2008 patrimonio di interesse culturale. Contro quest’ultima ordinanza si era già battuta la figlia del caudillo quando era in vita, la quale lamentava di dover aprire al pubblico la residenza che lei teneva in piedi di tasca sua.
Forse per questa stessa ragione, i figli di Carmen l’hanno messo in vendita per 8 milioni di euro, affidandola all’agenzia Mikeli che la pubblicizza come “residenza estiva del caudillo” con tutti i particolari appetitosi del caso, facendo venire alla luce, tra le altre cose, come il dittatore se ne sia appropriato indebitamente anni dopo, nel 1941, con un finto contratto di compravendita. A niente, per ora, è servita la rivolta della Giunta cantabrica, che si è vista privata del diritto di prelazione, essendo quello un bene di interesse pubblico, appunto.
Ma questa è solo l’ultima (?) puntata dell’avvincente saga degli eredi del dittatore per monetizzare il più possibile il lascito del Generalissimo. Il primo episodio risale al 1978, quando la stessa “Nenuca” fu beccata all’aeroporto di Barajas mentre stava per imbarcarsi su un volo per la Svizzera con 38 medaglie di suo padre, e fu condannata a pagare una multa di 6,8 milioni di pesetas. Peccato che due anni dopo la sentenza venne annullata.