il Fatto Quotidiano, 1 marzo 2018
Mondadori in ginocchio da B. tra banane marce e maternità
C’è del marcio ad Arcore. Meglio, a una decina di chilometri di distanza. Villa Maria, la nuova residenza della Fidanzata di B., al secolo Francesca Pascale, napoletana di Fuorigrotta.
Una banana marcia in casa del Banana per antonomasia. Un dettaglio che è contrappasso magnifico e inconsapevole, in primo piano nella fotona che domina l’apertura dell’immenso servizio dedicato a Silvio Berlusconi da Chi, il pink-magazine di casa Mondadori diretto da Alfonso Signorini.
Berlusconi. Mondadori della primogenita Marina. Intervista. Campagna elettorale. In due parole: conflitto d’interessi. Anche se i tempi cambiano per l’ex Cavaliere. Nel 1994, l’anno della discesa in campo, la par condicio non esisteva e il tycoon di Forza Italia occupò manu militari tutte le “sue” trasmissioni, comprese quelle di puro intrattenimento, condotte da Mike Bongiorno o Iva Zanicchi. Adesso il trattamento è riservato ai settimanali editi da Mondadori: il rosa-trash Chi, il politico Panorama, il femminile Grazia. E almeno su carta, B. ci guadagna. Nel senso che non si percepisce la sua pronuncia biascicata, zeppa di gaffe, come domenica scorsa da Barbara D’Urso nella tana domestica di Canale 5: il filosofo Habermas diventato “Humbermas”; Albert Einstein scambiato per un altro filosofo e una sublime “Flac tacs” in luogo di flat tax. Silvio Biasciconi.
L’intervista a Chi è memorabile sin dall’inizio. Ché l’intervistatore Massimo Borgnis, vicedirettore del pink-magazine, chiarisce subito che è una conversazione “a cuore aperto”. L’ideale per un cardiopatico di 81 anni qual è l’ex premier. Borgnis riferisce di aver trascorso 24 ore in compagnia dell’Ottuagenario, quindi anche di notte e nella stessa stanza da letto di “Silvio” e “Francesca”. Sempre che il vivace vecchietto abbia dormito: “Non ho mai dormito molto, cinque ore mi bastano e quando è necessario anche meno. Mio padre mi ha insegnato a non andare mai a letto se ci sono sulla scrivania carte da esaminare (…). Arrivo così alle due o alle tre, ma sempre sveglio e attento”.
In ben undici pagine ci sono tutti i luoghi comuni della fantastica retorica del mito berlusconiano. L’Ottuagenario non dorme; mangia “molta frutta” e in ogni caso solo verdure e proteine; beve spremute, tè, tisane e due litri di acqua al giorno; è un “atleta” che macina chilometri, di corsa o a nuoto; telefona ai cinque figli ogni santo giorno; pratica la religione etica della “disciplina”. Un santo senza età. Convinto di avere di fronte un mister Muscolo tra Ercole e Husain Bolt, l’intervistatore chiede: “Per quanto allenato e in piena forma fisica, lei sente mai il peso dell’età e della stanchezza?”. Non sia mai. Risponde B.: “Non mi sento davvero l’età che ho. Dicono che l’età sia una condizione dello spirito, forse è davvero così”.
Più che lo spirito, a fare miracoli è Photoshop: in tutte le immagini B. ha capelli e viso levigati con cura e in una foto, in giacca e cravatta davanti alla scrivania del suo studio, appare più snello di Ghedini, il suo avvocato.
Terminata la pregevole lettura di Chi, si passa a Grazia, settimanale femminile diretto da Silvia Grilli. L’emozione per l’intervista al Caro Editore dev’essere stata tanta perché nel sommario c’è un errore: l’articolo è segnalato a pagina 64 anziché 68. Peccato veniale. Il colloquio è denso e impegnativo, tutto sulle donne, ed è firmato da Grilli. Ogni domanda, una questione femminile. Donne al lavoro e in politica. Le quote rosa. La maternità e il calo demografico dell’Italia. I femminicidi. Le violenze domestiche. Lo stalking. Gli stupri di massa. Le donne islamiche ridotte alla schiavitù. Il lettore compulsa, commenta tra sé e sé la preparazione accuratissima delle domande e si chiede: adesso arriva il quesito sulla prostituzione, anche minorile. Invece no. In compenso c’è una domanda su Weinstein che fa ben sperare. Infastidito o imbarazzato, il re italiano della satiriasi, noto anche per la sua prolissità, liquida la risposta in una sola riga e mezza, sminuendo il problema: “In Italia non si denunciano molte cose, non solo i ricatti sessuali”. Stop.
Infine Panorama, a chiudere la ricognizione del marchettificio berlusconiano di Mondadori in questa campagna elettorale. Fino a poco tempo fa era diretto da Giorgio Mulé, oggi candidato con Forza Italia. Il numero con l’intervista all’editore, che campeggia in copertina, uscirà oggi. Nel frattempo, il settimanale si è portato avanti sette giorni fa con il racconto della vita di B. vergato da Giuliano Ferrara. Tutto bello e tutto giusto. Un solo particolare non torna: il 4 marzo, Ferrara ha detto che voterà Pd alla Camera e al Senato. Chissà se lo sanno a Panorama.