La Stampa, 1 marzo 2018
Mincione si allea con i fondi e tenta la scalata a Banca Carige
La mossa è dirompente e lo scopo, in fin dei conti, è mandare in frantumi l’attuale equilibrio. Raffaele Mincione è intenzionato a mettere sotto assedio il consiglio di amministrazione di Banca Carige e soprattutto, l’azionista di riferimento, Vittorio Malacalza. Il “piano B”, secondo quanto è possibile a ricostruire, è un attacco diretto, dopo la richiesta del finanziare romano di poter entrare nella governance dell’istituto genovese con la lettera spedita al presidente Giuseppe Tesauro. Il progetto di Mincione, confermato da fonti di Radiocor Plus, prevede la revoca e il rinnovo del consiglio di amministrazione attraverso un’assemblea straordinaria nel caso in cui la richiesta recapitata a Tesauro non fosse presa in considerazione. La strategia ha già tempi stabiliti e dovrebbe concretizzarsi dopo il 29 marzo, successivamente cioè alla riunione dei soci già stabilita: non ci sarebbe infatti il tempo tecnico per presentare le liste.
Le alleanze
Mincione, terzo azionista, è titolare del 5,4% di Banca Carige: una percentuale superiore a quella di molti soci che oggi sono rappresentati nel Cda e che sono progressivamente scesi (è il caso di Aldo Spinelli e della Fondazione). Il peso non è però sufficiente per condurre la guerra a Malacalza. Per questo nella strategia viene data importanza all’alleanza con altri fondi che, in modo discreto, hanno approfittato del prezzo basso delle azioni della banca e oggi potrebbero portare il fronte ribelle vicino al 30%. Con questa forza Mincione potrebbe scardinare il Cda che oggi è espressione a larga maggioranza di Malacalza. Gli alleati sarebbero fondi legati all’Italia, ma comprendono anche investitori istituzionali internazionali disponibili ad appoggiare la mossa del finanziere. E se Malacalza dovesse salire sino al 28% come autorizzato dalla Bce (oggi è al 20%, l’imprenditore ha preso tempo «fino a giugno» per decidere), l’ago della bilancia diventerebbe il secondo socio di Carige. Gabriele Volpi oggi è al 9% delle quote e potrebbe decidere così le sorti dell’assalto alla governance di Carige. I fondi sono animati da diversi interessi, compreso quello di una prospettiva di aggregazione dell’Istituto persino nel breve periodo.
Il rischio Opa
La richiesta di un’assemblea straordinaria sarà motivata con un punto all’ordine del giorno che metterà in chiaro la revoca del consiglio e contestualmente la sua nomina. I tempi per accelerare e sviluppare questa mossa nell’assemblea del 29 non ci sono, ma Mincione non intende aspettare la scadenza del mandato del cda della Banca che è prevista con l’approvazione del bilancio 2018 e quindi verosimilmente per la primavera del 2019. L’investimento di Capital Investment Trust è stato pari a 22,5 milioni di euro, mentre molti dei soci si sono diluiti per effetto dell’aumento di capitale. C’è già, intanto, chi paventa la possibilità di un’Opa obbligatoria nel caso in cui l’azione di Mincione dovesse attirare un’adesione così alta da parte degli investitori.