L’Osservatore Romano, 28 febbraio 2018
In aumento gli episodi di antisemitismo negli Stati Uniti
Nel 2017 gli episodi di antisemitismo negli Stati Uniti sono aumentati del 57 per cento. A denunciarlo è l’Anti-Defamation League (Adl, con sede a New York) in un rapporto pubblicato ieri. Si tratta dell’incremento annuale più alto dal 1979, da quando, cioè, l’associazione ha iniziato a raccogliere questo tipo di statistiche.
Nell’anno passato sono stati quasi duemila gli episodi di minacce, molestie, atti di vandalismo, violenze fisiche e verbali contro gli ebrei negli Stati Uniti (nel 2016 erano stati 1267). All’interno delle stime ci sono anche 163 allarmi bomba. Si tratta del più alto numero di episodi di antisemitismo dal 1994. Il direttore generale dell’Adl, Jonathan Greenblatt, ha definito «allarmante» l’incremento dell’antisemitismo, a suo parere «alimentato dall’estremismo, da un clima di crescente inciviltà, dalla proliferazione di gruppi d’odio e dalle crescenti divisioni all’interno della società statunitense». Meno civiltà – ha detto all’Associated Press – «ha portato a più intolleranza». Un insieme di eventi – ha aggiunto Greenblatt – «ha portato nel 2017 a un aumento degli attacchi alle nostre comunità, dalle minacce di bombe alla profanazione dei cimiteri, dalla marcia dei suprematisti bianchi a Charlottesville agli attacchi ai bambini nelle scuole da parte di altri bambini».
L’aumento, spiega il rapporto dell’Anti-Defamation League, è anche dovuto al numero maggiore di denunce rispetto al passato. Di ogni denuncia, conferma in una nota l’associazione ebraica, viene verificata in modo imparziale l’attendibilità. L’Adl conta attualmente 29 succursali in tutto il territorio statunitense e tre uffici in altri paesi.