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 2018  febbraio 28 Mercoledì calendario

Il turnover dei partiti: sono nuovi 3 nomi su 4

ROMA Un totale di 7762 candidati, 31 liste e tante facce nuove: praticamente tre su quattro. Statistiche del Parlamento che verrà, o almeno di chi si trova ai nastri di partenza. E cosa rivelano i numeri? Che c’è un alto tasso di rinnovamento, che sulle quote rosa i partiti sono andati poco oltre il minimo sindacale imposto dal Rosatellum e che (probabilmente non stupisce) Forza Italia è la formazione che vanta il maggior numero di esponenti con proprietà in aziende o incarichi aziendali (rispettivamente 181 e 325). Numeri molto diversi da quelli del Movimento 5 stelle (37 proprietà e 70 incarichi).
LO STUDIO
Scorrendo lo studio A schede scoperte di Openpolis si osserva che, tra i partiti principali in corsa, quello più giovane è proprio il movimento guidato da Luigi Di Maio, con un’età media di 39,8 anni. Si tratta, per la verità, anche dell’unica formazione che resta sotto quota 40. Over 50, invece, la media dei candidati scelti da Silvio Berlusconi, Civica popolare e Noi con l’Italia-Udc.
Ma il dato che balza di più agli occhi è proprio quello delle prime volte. Uno studio dell’Istituto Cattaneo rivela infatti che oltre il 75% dei collegi uninominali vede candidati che non hanno alle spalle nessun mandato parlamentare. Un dato che sale fino all’86% nel caso del M5s e addirittura al 92% per LeU. Al contrario, per i partiti della coalizione di centrosinistra, per esempio, si scende al 57,5% di esordienti. Una differenza che può in parte essere spiegata con il meccanismo del Rosatellum: le sfide dirette sono più rischiose e dunque nei partiti più piccoli – o meno radicati sul territorio – i big trovano più conveniente puntare sui collegi del proporzionale.
Nei listini plurinominali, tuttavia, il tasso di rinnovamento è anche superiore: 79%. Anche in questo caso, però, la percentuale si abbassa notevolmente quando si vanno a scorrere le liste del Pd: 185 su 341, in pratica il 54%.
Per i collegi plurinominali la bandiera di partito più rinnovato non va invece ai pentastellati (con il 75%) ma a Fratelli d’Italia. La formazione di Giorgia Meloni vanta un numero di prime candidature di quasi il 95%, seguita dalla Lega con il 93% e da Leu con l’85%. Forza Italia nei collegi si è invece rinnovata di circa il 75%. In generale – calcola Youtrend – il partito che ha puntato meno sulle new entry è stato il Pd: su 348 candidature maschili, 155 sono senior, mentre per quanto riguarda le donne le uscenti sono 97 su 253.
PRUDENZA
Si avrà dunque un Parlamento pieno di facce nuove? Lo stesso Istituto Cattaneo raccomanda prudenza perché a ben guardare i neofiti sono stati per lo più piazzati nelle ultime posizioni del listino quindi hanno meno chance di conquistare un seggio. Un dato che accomuna tutti i partiti ma, in modo particolare Forza Italia, Pd e Movimento 5 stelle.
L’ALTERNANZA
E quale, invece, tra i maggiori partiti in corsa si è mostrato più attento a candidare donne? Il Rosatellum prevede l’alternanza di genere, ma il gioco delle pluricandidature finirà per penalizzare proprio la compagine femminile. Secondo le statistiche, sempre fornite da Openpolis, nel Pd la percentuale di donne capolista è del 38,54%, identico dato della Lega. Tra i grandi partiti, primo posto per Forza Italia con il 42,71%. Poco sotto il M5s con il 41,6%. I grillini hanno scelto però di non utilizzare le pluricandidature.