il Fatto Quotidiano, 28 febbraio 2018
Dai gratta e vinci ai master: i milioni Tap dividono il Salento
Tap, la multinazionale che costruisce il contestato gasdotto Trans Adriatic Pipeline che arriva dall’Azerbaijan, inonda il Salento di milioni di euro. Ha cominciato nel 2014 con la sponsorizzazione delle feste patronali dei Comuni vicini a Melendugno (Lecce), dove arriva il gasdotto. Così a Galatina, accanto ai Santi Pietro e Paolo, è apparso il logo Tap. Poi a Scorrano: una grande scritta Tap al centro delle luminarie per Santa Domenica. Anni fa anche il sindaco di Melendugno, Marco Potì, ricevette in dono un cucchiaio in legno di ulivo con il marchio Tap, che poi è diventato il simbolo della “resistenza”. Al 2014 risale la campagna di comunicazione di Tap da 350 mila euro, “Energia a vocazione turistica”: un concorso web che metteva in palio vacanze in Salento, la “navetta gratuita” tra Lecce e i luoghi di divertimento notturno sulla costa e un “tour sulle spiagge” con “gratta e vinci” e gadget vari “accompagnati da informazioni sul progetto”.
In seguito è stato lanciato il bando Tap Start, ora alla seconda edizione, per finanziare i progetti delle associazioni locali, compresa un’applicazione per segnalare i rifiuti. Offerti 200 mila euro nel 2016 e 400 mila nel 2017 per un totale di 14 associazioni finanziate, tre delle quali vincitrici di entrambe le edizioni. Osserva il sindaco Potì: “Due, Protezione civile centro Cb Eruce e Gruppo nuovoteatro amatoriale, fanno capo alla stessa persona, Luigi Gallo”, rinviato a giudizio a Lecce per truffa alla Asl perché avrebbe usato auto private per il trasporto dei dializzati invece delle ambulanze concordate. Il primo cittadino di Melendugno ha “sfrattato” una delle sue associazioni dai locali comunali: preferisce darli a chi non gode di contributi Tap e “difende il territorio”. L’altra associazione vincitrice di entrambe le edizioni si chiama UniRoca e ne fa parte Cinzia Mazzotta, che ha detto di aver scritto nel 2016 per il ministero dei Beni culturali i saggi archeologici preliminari all’avvio del cantiere. Altre invece, ora che la tensione è salita, vogliono rinunciare al contributo, come l’Associazione sportiva Amatori Calcio Melendugno e Rotaie di Puglia, beneficiaria di 50 mila euro per nuovi itinerari turistici. “Quando il territorio manifesta unanime contrarietà al finanziamento di Tap, non è opportuno accettarlo”, dice Luigi Mighali, presidente di Rotaie di Puglia. Anche la Onlus Erik Carrozzo fa sapere che restituirà 10 mila euro a Tap. Tra i finanziati c’è una squadra di rugby di Trepuzzi, Comune il cui sindaco ha rotto il fronte dei contrari. Nel mirino dei critici sono finiti anche i “giurati” che per un “gettone” da 4 mila euro hanno selezionato i progetti: tra loro il biologo dell’Università del Salento, Ferdinando Boero, coordinatore del progetto da 50 mila euro “Libera il mare”, finanziato da Tap. Qui, come esempio di sito da ripulire, è stata usata usa una foto della spiaggia Le Cesine, Comune di Vernole. Il sindaco è insorto: “Noi le nostre spiagge le curiamo, la foto pubblicata da Tap è vecchia e fuorviante”.
C’è poi il capitolo dei master e dei corsi. È alla seconda edizione il master per la ristorazione “Mena”: 70 mila euro per 32 partecipanti. Il progetto “Tap Academy” per i giovani prevede corsi gratuiti dalla preparazione per l’esame di guida turistica alle specializzazioni per receptionist d’albergo e web developer. E in ultimo, il master a Londra per i professionisti del turismo, definito “vergognoso” dl governatore della Puglia Michele Emiliano: “Vogliono comprare il consenso dei pugliesi, pensando che dimenticheremo i danni che faranno al nostro turismo”. Resta labile il confine tra quella che Tap definisce “responsabilità sociale di impresa” e il più volgare acquisto del consenso. “A Melendugno si è chiesto di dialogare una volta imposto il progetto”, attacca Potì. Peraltro non sembra che il Comune abbia bisogno di aiuto nel turismo: nell’estate del 2017 ha visto aumentare le presenze fino a 465.663; gli alberghi in tre anni sono aumentati del 30,9%.
Tra i finanziamenti di Tap ci sono anche i 70 mila euro alle due cooperative di pescatori di San Foca. Per i No Tap sono “risarcimenti per avergli impedito di lavorare”; per Tap, invece, è “un accordo a cui ne seguiranno altri”. Il senior media advisor di Tap, Luigi Quaranta, aggiunge: “Il turismo in Salento può essere uno straordinario contorno ma serve la ciccia”.
Vediamo allora la “ciccia”. Ci sono discrepanze significative tra lo studio di impatto economico, realizzato da Nomisma Energia nel 2013 per Tap, e il programma presentato al tavolo interistituzionale l’8 novembre scorso, quando De Vincenti sbandierava i 55 milioni di compensazioni e Emiliano lo paragonava a un lobbista. Da un impatto economico locale di 330 milioni annui in fase di costruzione si è passati a 100. E dai 22 milioni annui in fase operativa si è giunti a meno di 5. Dal punto di vista occupazionale, nella prima fase si prevedono 650 lavoratori locali e, una volta a regime, per 50 anni, 40 di cui solo il 60% locali. Ovvero 24 dipendenti. A fronte dei 68.492 disoccupati della provincia di Lecce (aprile 2017).
L’economista Massimo Paradiso dell’Università di Bari, sottolinea che “manca la misurazione dei costi ambientali e sociali e i 5 milioni di euro annui saranno essenzialmente il gettito fiscale imputabile all’esercizio del gasdotto. Il restante equivarrebbe al contributo di due buone pasticcerie”. Per il sociologo, Stefano Cristante dell’Università del Salento, “non siamo più nella comunicazione, siamo nell’imbonimento. Tap lo fa acquistando spazi pubblicitari sui giornali e offrendo il volto di un’azienda comprensiva e buona”. Dal 2014 le pubblicità Tap compaiono sul Nuovo Quotidiano di Puglia, La Gazzetta del Mezzogiorno, il Corriere del Mezzogiorno, Repubblica Bari,Telenorba eTelerama e anche Il Sole-24 ore. Centinaia di migliaia di euro di pubblicità che rientrano nei 12 milioni di investimenti in Italia annunciati da Tap, che però è svizzera e non deposita bilanci in Italia, benché sia partecipata al 20% da Snam, controllata da Cassa Depositi e Prestiti. E goda di finanziamenti pubblici, come quello della Banca europea per gli investimenti per 1,5 miliardi.