Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  febbraio 28 Mercoledì calendario

Un bambino e i vermi

Gabriella Nobile è una mamma di Milano di due bambini adottivi, africani, che oggi hanno sette e dodici anni. Gabriella ha scritto una lettera a Matteo Salvini per ringraziarlo dei «momenti di terrore» che sta regalando loro. La bimba, più piccola, ha paura di essere rimandata in Africa. Il grande, da un paio di mesi, quando prende l’autobus per andare agli allenamenti di calcio si sente avvolto dalle dolcezze degli altri viaggiatori: sporco negro, negro di m., venite a rubare, ad ammazzare le nostre donne, torna da dove sei venuto e così via. Certo, Salvini non è responsabile degli atti di pensiero e di ardimento indirizzati a un bambino di dodici anni. Infatti ha risposto alla madre, e ha risposto bene: «Sbaglia, lo dico con affetto, da papà; io allontanerò dall’Italia delinquenti, clandestini e spacciatori, non certo i bambini». Che poi è una frase così secca, così debordante di implicazioni che vuole dire tutto e niente. Ma senz’altro è scritta coi toni giusti, quelli da usare con una madre impaurita. Ecco un esempio insuperabile di quanto siano decisivi i toni: si può dire una cosa in mille maniere diverse, sempre la stessa cosa, e si avranno mille reazioni diverse. Non è che nei comizi o nella canea social Salvini dica altro, soltanto che ci aggiunge quel che serve: i calci nei denti, i campi da radere al suolo, il genocidio, casa per casa, le bestie, i vermi. Di modo che ognuno capisca quello che gli pare, e si armi della rabbia che crede. Un buon sistema per raccattare voti, e tutto il resto sarà disonore e sventura.