L’Osservatore Romano, 27 febbraio 2018
In Siria donne abusate in cambio di aiuti. Accusati operatori dell’Onu e di altre ong
Donne siriane sono state abusate da operatori dell’Onu e di altre ong che scambiavano cibo e altri aiuti con favori sessuali. A rivelarlo è la Bbc, che ha intervistato diverse cooperanti. Il fenomeno è così diffuso – spiegano i testimoni – che molte donne siriane ormai si rifiutano di andare presso i centri di distribuzione degli aiuti perché temono di essere ricattate e abusate.
Gli operatori «non consegnavano gli aiuti fino a quando le donne non si concedevano» ha rivelato una cooperante alla Bbc descrivendo il terribile modus operandi di alcuni suoi colleghi delle agenzie Onu e delle ong attive in Siria. «Mi ricordo di una donna che piangeva in una stanza, stava molto male. Una donna che si trova in un centro e aspetta di ricevere cose essenziali per poter vivere come cibo o sapone deve essere protetta. L’ultima cosa di cui ha bisogno è un uomo che la ricatti chiedendole di fare sesso con lei in cambio di quegli aiuti».
Ma c’è di più: alcune ong stanno attualmente chiudendo un occhio sugli abusi perché – spiegano le fonti – si stanno servendo di organizzazioni terze e di funzionari locali per distribuire aiuti in zone pericolose, dove lo staff internazionale non può avere accesso. Non hanno quindi il controllo diretto della distribuzione degli aiuti e dipendono da altri.
Le prime denunce di abusi sono arrivate nel 2015, ma non hanno avuto alcun seguito. Nel giugno di quell’anno l’International Rescue Committee aveva rivelato che nelle città siriane di Daraa e Quneitra su 190 donne e ragazze circa il quaranta per cento aveva subito violenza sessuale mentre cercava di avere assistenza. A queste accuse, tuttavia, non è seguita alcuna inchiesta interna né un provvedimento formale.
«Da qualche parte è stata presa una decisione per la quale va bene che i corpi delle donne continuino a essere usati, violati, abusati in cambio di un aiuto per un gruppo più numeroso di persone» afferma la Bbc.