la Repubblica, 27 febbraio 2018
«Diventare Michelle», il futuro di Lady Obama nella biografia da record
NEW YORK «Scrivere Becoming è stata un’esperienza profondamente personale. Parlo delle mie radici e di come una ragazza del South Side (quartiere degradato di Chicago, ndr) ha trovato la propria voce. Spero che il mio itinerario di vita ispiri i lettori, che trovino il coraggio di diventare ciò che aspirano ad essere. Non vedo l’ora di condividere la mia storia».
Firmato: Michelle Obama.
È con questo tweet di domenica sera, che l’ex First Lady ha lanciato personalmente le anticipazioni sulla sua autobiografia. Con quasi nove mesi di anticipo! L’uscita infatti è prevista il 13 novembre qui negli Stati Uniti e simultaneamente in 24 Paesi (in Italia verrà pubblicato da Garzanti).
Becoming Michelle Obama, cioè diventare Michelle Obama, è il titolo che promette una storia esemplare, edificante, di una ragazza afroamericana nata in un ambiente sfavorito, che crescendo è riuscita a studiare a Princeton e Harvard, a conquistarsi una professione di prestigio (avvocato), poi un ruolo di leadership e di esempio morale. Il fatto che Michelle abbia cominciato a twittare anticipazioni così presto darà luogo ad ogni sorta di congetture. A cominciare dai parallelismi con I sogni di mio padre, l’autobiografia con cui Barack preparò la sua scalata alla Casa Bianca.
Lo stesso Barack sta scrivendo la sua seconda, di autobiografia. In questo caso un seguito: sugli anni alla Casa Bianca. Attesissimo anche quello. Ma per evitare ogni concorrenza tra i coniugi, del libro di Barack non si parla, per il momento. Dunque ha deciso di mandare avanti per prima la moglie. Cosa leggere dietro questa scelta dei tempi? La prima interpretazione è di puro marketing. L’editore Penguin-Random House ha fatto un investimento davvero colossale per garantirsi i diritti della coppia: ben 65 milioni di dollari di anticipo. Una cifra che a suo tempo, alla firma del contratto, suscitò molte critiche: per la velocità e la disinvoltura con cui due figure carismatiche della sinistra trasformano il proprio prestigio politico in business privato. Forse anche per attutire quelle critiche, ora Michelle annuncia che un milione di copie del suo libro verranno distribuite gratuitamente alle biblioteche di quartiere, alle scuole pubbliche, ai bambini delle famiglie meno abbienti, nell’ambito del progetto filantropico First Book.
Barack ha precisato che la maggior parte delle royalties andranno alla nuova Fondazione che ha sede a Chicago. La scelta di dare la priorità a Michelle, visto l’investimento di 65 milioni, può essere dettata solo dal buonsenso editoriale: i libri andranno promossi e pubblicizzati separatamente, ciascuno a suo tempo, evitando di cannibalizzarsi con uscite ravvicinate che potrebbero danneggiare le vendite.
Ma quella data fissata per le memorie di Michelle – 13 novembre – si presta anche ad altre interpretazioni. Sarà esattamente una settimana dopo le elezioni di mid-term. Cioè quando i democratici sperano di riconquistare la maggioranza in almeno uno dei rami del Congresso, e di ridurre Donald Trump al rango di “anatra zoppa”, presidente dimezzato. A quel punto si apriranno i giochi per le candidature presidenziali del 2020. Di una discesa in campo di Michelle si parla da tempo. Lei ha sempre smentito.
Un po’ perché si fa così, un po’ perché la politica come mestiere non sembra attirarla, e un po’ per non scivolare nella tentazione “dinastica”. Tuttavia sarebbe più credibile lei di una Oprah Winfrey che viene dal mondo dello spettacolo. Per non parlare di un ritorno di Hillary Clinton: improbabile eppure paventato, al punto da doverlo esorcizzare con scongiuri speciali. In ogni caso il partito democratico è in cerca di volti che siano al tempo stesso nuovi, ma non sconosciuti, per garantire che Trump farà un solo mandato. E di sicuro, un pizzico d’incertezza farà bene anche alle vendite.