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 2018  febbraio 27 Martedì calendario

In morte di Moratti

Era il giorno di San Valentino del 2011 e Gian Marco Moratti, l’uomo più taciturno d’Italia e mai smanioso di apparire nonostante il prestigio familiare, ruppe per una volta il silenzio alla presentazione della biografia della moglie Letizia per dichiarare al microfono del sito Affaritaliani: «Ho spinto molto perché lei diventasse sindaco, non potevo pretendere che stesse in casa e si dedi-casse solo a me, sarebbe stato uno spreco: avendo lei un’energia enorme, un’intelligenza superiore, era giusto che le mettesse al servizio della città». 
Omaggio che tutte le donne si aspetterebbero dal loro compagno di vita e non solo dal «marito del sindaco», come si presentò in quell’occasione con compiaciuto understatement Gian Marco Moratti, scomparso ieri, 26 febbraio, a 81 anni. 
Allevato da un padre leggendario e self made man, il Cavalier Angelo, gran protagonista dell’industria italiana del Dopoguerra, il primogenito Gian Marco ha preso come un mantra il comandamento paterno – «Se sei conosciuto e hai successo ti fanno fuori» – ricevuto il primo giorno di lavoro, il 4 marzo 1955. «Sono tutt’altro che muto, ma ho cercato di far parlare di me il meno possibile» ripeteva agli amici. «E ho vissuto bene».
Negli anni del boom del secolo scorso, quando la Saras e le sorti della raffinazione del petrolio marciavano, Gian Marco ha preso alla lettera quel comandamento e ha finito per allungare su tutta la famiglia il suo sostegno, sempre da dietro le quinte. Con il fratello Massimo, più estroverso e chiacchierone, che fra le passioni paterne aveva ereditato quella per l’Inter, la squadra di casa che ha condotto sulle montagne russe del tifo fino al 2013. Con la sorella Bedy, attratta dalla vita fuori, il teatro e il cinema, con la prima moglie Lina Sotis, poi giornalista al Corriere e scrittrice, fulgida bellezza romana sposata nel ‘62 da cui ha avuto due figli, Angelo e Francesca. E infine solidale con la seconda moglie Letizia Brichetto Arnaboldi, che gli ha dato altri due figli Gilda e Gabriele, incontrata quando lei aveva 17 anni e mai più lasciata: «Ricordo ancora il vestito che avevo a quel cocktail, bianco con profili arancio. Non volevo andare, avevo 17 anni e incombeva la maturità, poi mi son fatta convincere da mia madre. Con lui ho parlato di filosofia tutta la sera e sono rimasta folgorata» avrebbe raccontato poi Letizia al mensile Marie Claire.
Gian Marco l’avrebbe sostenuta nell’avventura di San Patrignano, comunità di recupero per ragazzi in difficoltà diventata nel tempo luogo dei weekend di lavoro della coppia, e in quelle politiche: presidente Rai, ministro e infine sindaco. Da sindaco Letizia Moratti ha portato a Milano l’Expo, in sinergia bipartisan con il premier Romano Prodi. E dietro il silente Gian Marco, con il suo appoggio psicologico, ma anche con il suo aereo personale messo a disposizione per i viaggi di persuasione nei Paesi che avrebbero votato. Un sostegno a lungo rimasto sottotraccia e poi ammesso da Letizia, senza enfasi e con simmetrica discrezione del marito, nel libro-intervista dedicato a Milano, e solo dopo che Gaetano Castellini Curiel ne aveva accennato nel libro La candidatura. 
Questo retroscena dello snodo Expo, che poi si è rivelato grande volano per Milano e per il Paese, si inquadra nella migliore tradizione milanese, città operosa, concreta, aperta, da sempre anomala nel panorama italiano. E delle sue grandi famiglie che sono abituate a restituire spontaneamente qualcosa alla comunità per il futuro della città, specie se sono state baciate dal privilegio della ricchezza: ma Gian Marco Moratti, sempre nell’intervista ad Affaritaliani, la faceva più semplice: «Visto che di soldi in famiglia ne abbiamo abbastanza, è giusto fare qualcosa per il sociale». Poco presente nei riti delle amicizie mondane, Moratti preferiva il ruolo di patriarca discreto, nelle cene rituali di Natale a casa Moratti, con tutta la famiglia e pochissimi amici. E il cerchio si chiude su uno dei pochi rampolli di seconda generazione italiani che ha saputo prendere il timone delle aziende familiari in un mondo in accelerata trasformazione.