la Repubblica, 26 febbraio 2018
La pazza idea di Tomba prof per guarire i maschi dello sci
PYEONGCHANG La tentazione Alberto Tomba prof: per insegnare come si fanno certe curve. «Ha seguito tutte le gare e mandato mille messaggi». Non ne hanno bisogno Sofia Goggia e Michela Moioli, dritte giù fino all’oro che mai l’Italia aveva avuto, in discesa e nello snowboardcross. I maschi dello sci invece a secco, coi velocisti spuntati. Lo slittino che ha la preziosa guida del Cannibale Zoeggeler, ma poi ai giovani una pista devi dargliela per farli scorrere. Pittin? Il saltatore ha paura di saltare. E poi le nuove discipline della neve senza adepti azzurri: c’è da lavorare. Anche perché le Olimpiadi 2026 «sono facili da raggiungere, c’è la volontà di riportarle in un ambiente alpino. Bene la candidatura di Milano, ma coinvolgerei anche le Dolomiti dove ci sono già molte strutture adatte. È il Coni che dovrà tirare le fila». Calato il sipario sui Giochi di PyeongChang, il presidente degli sport invernali Flavio Roda sbircia dietro. Sei delle 10 medaglie in Corea («me ne aspettavo da sei a dieci») appartengono alla sua federazione. «Ma sono soprattutto degli atleti».
Vero anche il contrario, per quelle che non ci sono state? Per i discesisti è stato un flop: un 4°, un 6° e un 7° posto. Una squadra che da quattro anni, due mondiali e questi Giochi, fallisce. «Bilancio negativo» ha ammesso il capoallenatore Massimo Carca, annunciando di voler abbandonare il ruolo a scadenza di contratto, aprile. «Avrei aspettato a dirlo» risponde infastidito Roda che affronterà ad aprire le elezioni federali, «però è vero che una medaglia nella discesa maschile l’avevo data per certa, i nostri sono tra i primi 5-6 al mondo». Quindi? L’argento e bronzo a Sochi 2014, Christof Innerhofer, si è lamentato ( «prima le cose andavano meglio, adesso forse manca una leadership» ) riferendosi anche all’allontanamento di Gianluca Rulfi dai maschi e il passaggio alle ragazze ( con ottimi risultati). «Quello di Inner è stato uno sfogo, ci sta. Con Rulfi scelta condivisa. Per questa Olimpiade abbiamo lavorato senza risparmi. Qualcuno ha tifato contro i risultati. Vero è che i maschi hanno toppato. In gigante e slalom abbiamo visto arrivare i ragazzi preparati anche se non hanno concretizzato. Forse in futuro dovremo coinvolgere altre figure, come ex atleti, rimettere insieme molte teste». Tomba? «Di sicuro De Aliprandini non avrebbe sbagliato in gigante». Evviva le donne: Goggia e Moioli «medaglie di valore, peccato l’errore di Sofia in superG ma credo che l’abbia aiutata a vincere la discesa» e il bronzo di Brignone «che forse poteva di più, ma è tra le più competitive al livello mondiale». In altri settori, alti e bassi: «Argento importante nell’individuale di Federico Pellegrino. Si è lamentato? Veramente a me e Malagò ci ha ringraziati». Elogio del bronzo di Windisch «nella bufera» così come quello della staffetta mista. Delusione slittino di Dominik Fischnaller «medaglia che consideravo sicura, Zoeggeler ha creato un ambiente fenomenale». Ci fosse una pista, aiuterebbe: «C’era un accordo per Cesana, poi il comune si è tirato indietro. Ora si potrebbero sfruttare le prime cinque curve della pista di Cortina». Pittin? «Non riesce a superare la paura di saltare col vento dopo l’infortunio, lavora con psicologi e stiamo cercando di recuperarlo». Altrove, specie nei nuovi sport, l’Italia non c’è: «Dobbiamo partire da zero». Ripartire col bob: «Per Vancouver 2010 il Coni investì un milione di euro su un mezzo poi squalificato per il peso. Per tornare al top, la Fisi non ce la fa da sola». Il bilancio federale è risanato: 1,5 milioni di utile quest’anno, debiti estinti. Ma i conti si rifaranno in pista, il prossimo anno ai mondiali in Svezia.