la Repubblica, 25 febbraio 2018
«Manafort corrompeva i politici europei per l’Ucraina pro Putin»
NEW YORK Una vita da nababbo, case di lusso, abiti costosi, conti offshore e milioni di dollari (riciclati) usati anche per condizionare politici europei. Mentre il suo socio e partner (nel crimine) Rick Gates si dichiara colpevole, confessa di aver cospirato contro gli Usa, di aver mentito al Fbi e collabora (in vista di una riduzione della pena) con il procuratore speciale Robert Mueller, Paul Manafort, uomo- chiave della campagna elettorale di Donald Trump, continua a proclamarsi innocente. Forse solo una diversa strategia dettata dagli avvocati, perché le prove contro di lui – a leggere i 32 capi di imputazione – diventano sempre più schiaccianti.
Tra i vari reati, che potrebbero costargli la prigione a vita, c’è anche il pagamento di due milioni di euro versati nei conti di politici europei. Gates ha ammesso di aver nascosto decine di milioni di dollari che lui e Paul Manafort avevano ottenuto per le loro attività di lobbying a favore dell’Ucraina e dell’allora presidente Viktor Yanukovich. Secondo la nuova incriminazione – resa nota venerdì sera Manafort ha versato – nel biennio 2012-2013 – 2,5 milioni di dollari al cosiddetto Hapsburg Group per «fare assumere posizioni a favore dell’Ucraina». Hapsburg Group che era guidato dall’ex cancelliere austriaco Alfred Gusenbauer. Secondo quanto rivelato dal sito Politico si trattava di un gruppo di «super vip politicamente credibili, che potevano agire informalmente e senza nessun visibile rapporto con il governo di Kiev».
Nel 2013 Gusenbauer ha incontrato alcuni membri del Congresso, incluso il presidente della commissioni Esteri Ed Royce, accompagnato da due lobbisti della società Mercury, Ed Kutler e Mike McSherry. Scrive Politico: «Kutler ha anche accompagnato Romano Prodi ad alcuni incontri con Royce».
L’ex premier «non ha mai preso parte a nessun tipo di attività segreta e tanto meno a gruppi segreti di lobby, né ha mai ricevuto compensi per questo tipo di attività». È la nota diffusa dall’ufficio stampa di Prodi. «In merito a quanto pubblicato su Politico. com – viene precisato – si ribadisce che il presidente Prodi si è a lungo impegnato affinché potesse concretizzarsi un riavvicinamento dell’Ucraina all’Europa. Impegno che si è espresso in incontri preparatori e in numerose conferenze pubbliche, regolarmente retribuite, e approfonditamente preparate che si sono svolte in diverse capitali europee. È stato un impegno serio e corrispondente al ruolo politico di già presidente della Commissione Europea. La sua attività è stata pubblica e quindi – sottolinea la nota – facilmente rintracciabile. La sua posizione rispetto al tema dei rapporti tra Ucraina e Europa si trova chiaramente espressa in un suo articolo pubblicato sul New York Times del 20 febbraio 2014. Quanto alle circostanze riportate da Politico. com relative ad incontri nel marzo 2013 a Washington, si ribadisce che pur non potendo ricostruire una memoria precisa, si è certamente trattato di colloqui al fine di esporre il suo punto di vista sulla situazione ucraina».
Smentite arrivano anche da Gusenbauer: «Non sono mai stato coinvolto in alcuna attività per il signor Yanukovich, ho spinto l’Ue a suggellare un accordo di associazione con l’Ucraina in occasione di eventi pubblici a Parigi, Bruxelles e Berlino». Il pagamento di politici europei per fare lobby non è un reato in base alla legge americana. Ma l’accusa mossa contro Manafort è quella di aver illegalmente nascosto il suo piano di lobby per anni e «non essersi dichiarato come agente per un governo straniero».
Il filone europeo è solo una parte delle accuse a Manafort. Dai documenti che lo incriminano appare adesso chiaro come, mentre Donald Trump girava l’America promettendo ai bianchi “arrabbiati” di «fare pulizia» nei palazzi corrotti di Washington, uno dei suoi più stretti collaboratori viveva di conti offshore, documenti falsificati, redditi nascosti al fisco. I documenti depositati da Mueller sono la fotografia di un uomo che (evadendo il fisco e riciclando denaro) non si faceva mancare nulla. A tradirlo è stata anche la sua incapacità di trasformare un pdf in un documento word. Che aveva inviato a Rick Gates trasformando una perdita di 600mila dollari in un guadagno di 3 milioni e mezzo. Ma lasciando, col pdf, una traccia indelebile nelle email scambiate tra i due.