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 2018  febbraio 24 Sabato calendario

Fondo americano vuole Persidera. Offerta last minute vicina a 300 milioni

Milano Un cda lampo di Telecom Italia, convocato d’urgenza a Milano invece che a Roma, ha incaricato l’ad Amos Genish di negoziare la vendita di Persidera. La società dei ripetitori tv, controllata al 70% da Telecom e al 30% da Gedi (l’editore di Repubblica), è oggetto dell’interesse sia della cordata composta da RayWay e F2i, sia del fondo americano I Squared Capital. Solo che il tandem italiano ha offerto un prezzo di circa 260 milioni e subordinato a una scissione, mentre il gruppo Usa ha fatto pervenire una lettera d’intenti ( non sollecitata e non vincolante) per acquistare Persidera a un prezzo di poco inferiore a 300 milioni. Toccherà a Genish negoziare la migliore offerta possibile, ma il problema è che la vendita deve essere perfezionata in tempi brevi. Salvo nuove proroghe da parte di Bruxelles, Vivendi si è infatti impegnata con l’Antitrust Ue a cedere la società entro la primavera, perché il gruppo che fa capo a Vincent Bolloré in Italia esercita una posizione dominante sulle reti tv digitali. Infatti Vivendi, oltre al 70% di Persidera in mano alla sua controllata di fatto Telecom, ha anche il 28,8% di Mediaset che è uno degli altri grandi operatori di tv digitale. Gli intrecci di interessi tra il gruppo francese, il colosso italiano della tv commerciale e l’ex monopolista della telefonia continuano quindi a condizionare l’operatività sia di Telecom che di Mediaset.
La joint venture tra TimVision e Canal+ – un’operazione tra parti correlate che deve essere approvata a maggioranza degli indipendenti di Telecom – si trova intanto a un punto morto. Se i francesi non rinunceranno al diritto di veto sugli acquisti dei contenuti superiori a 20 milioni, i consiglieri indipendenti di Tim non daranno il loro placet. In proposito Arnaud de Puyfontaine, in veste di presidente esecutivo di Telecom e ad di Vivendi ( proprietaria di Canal+), continua a ritenere che l’operazione sia nell’interesse di entrambe le società, ma non è disposto ad andare avanti a qualunque costo. Stesso discorso per l’ad Genish, che peraltro il 6 marzo vuole annunciare al mercato un piano di convergenza tra fisso, mobile e contenuti. Dunque ha bisogno di rivolgersi sia a Mediaset – con cui i rapporti sono congelati in attesa di una pace con Vivendi – sia a Sky con cui Telecom ha in teoria un’esclusiva per lo streaming. Ma i rapporti con il Biscione restano pessimi da quando due anni fa Vivendi ha annunciato – senza poi dare seguito – l’acquisto di Mediaset Premium. La jv Tim-Canal+ poteva essere una soluzione ponte tra Vivendi e Mediaset, ma ora i rapporti tra le due società sono interrotti in attesa dell’udienza del 27 febbraio, quando tutto potrebbe essere rimesso in discussione. Infine Genish starebbe mettendo a punto il nuovo organigramma aziendale, secondo cui l’ad avrà sotto di sé tre riporti operativi diretti. Sono un capo dell’infrastruttura con l’ex ad di Ansaldo Sts Stefano Siragusa, a cui faranno capo Inwit, Sparkle e Open Acess; un capo della tecnologia; infine uno dei ricavi fissi e mobile dei grandi e dei piccoli clienti. Questi tre riporti si aggiungeranno alle funzioni di staff ( tra cui le Risorse umane affidate a Riccardo Meloni), gli acquisti ( affidati al contestato Michel Sibony) e la finanza ( con Piergiorgio Peluso).