la Repubblica, 24 febbraio 2018
Auto, la cinese Geely sale alla guida della Mercedes
Torino Un cinese alla guida della Mercedes. Ieri, con una comunicazione finanziaria, il gruppo di Stoccarda ha confermato che Li Shufu, presidente del costruttore cinese Geely, ha rastrellato sul mercato azioni per il 9,69 per cento del capitale pagandole circa 9 miliardi di dollari, 7,2 miliardi di euro. Prosegue così lo shopping europeo della società di Pechino che già oggi è il principale azionista del gruppo svedese Volvo. La società cinese ha anche rilevato lo scorso anno la proprietà della Lotus, ex brand di Formula 1 ora dedito alla produzione di auto sportive di lusso. Anche se Geely possiede meno del 10 per cento di Mercedes è suggestivo pensare che sarà il principale avversario di Ferrari nel prossimo campionato.
Già a novembre la società cinese aveva tentato di entrare nella proprietà della casa di Stoccarda in posizione significativa. Secondo indiscrezioni l’offerta di Geely sarebbe stata quella di acquistare il 5 per cento della Daimler (la società che controlla Mercedes) ma i vertici tedeschi avrebbero respinto la proposta. Così ora i cinesi hanno praticamente raddoppiato la posta diventando il primo azionista, lo stesso ruolo che ricoprono in Volvo. Fino ad oggi il primo azionista di Daimler, con il 6,8 per cento del capitale, era un fondo kuwaitiano. Secondo la stampa tedesca Daimler sarebbe prossima a dividere le proprie attività scindendo la società che controlla la produzione automobilistica da quella della produzione dei camion. Di fatto il nuovo polo di riferimento europeo a guida cinese non coinvolge solo le autovetture ma anche i camion dove Volvo e Mercedes hanno ruoli da leader. Un secondo effetto dell’ingresso di Pechino nella proprietà di Mercedes potrebbe essere quello di incentivare ulteriormente la produzione di auto elettriche nel Vecchio continente. La scelta della mobilità elettrica, compiuta dal governo cinese per tentare di limitare l’inquinamento nelle metropoli del Paese, ha già spinto la Volvo ad annunciare un rapido piano di riconversione di tutta la gamma alla propulsione a batteria. Analogamente potrebbe accadere ora per la casa di Stoccarda. Va detto che tutti i costruttori tedeschi hanno da tempo annunciato la loro riconversione elettrica, anche in conseguenza dello scandalo del dieselgate. Un processo che la presenza dei nuovi azionisti cinesi non potrà che accelerare.
Lo sbarco dei costruttori di Pechino in Europa è anche la naturale conseguenza del primato del mercato cinese rispetto agli altri. Con 28 milioni di auto vendute la Cina supera ampiamente Usa ed Europa che viaggiano a 16 e 15 milioni di automobili. Inevitabile che i costruttori asiatici decidano di affacciarsi anche nella proprietà dei tradizionali brand europei.
Nelle stesse ore in cui il signor Li Shufu conquista la Mercedes, il principale costruttore tedesco, Volkswagen, annuncia numeri da record anche per il 2017. La casa di Wolfsburg ha venduto lo scorso anno 10,7 milioni di automobili, una cifra che assicurerebbe alla casa tedesca il primato mondiale per il secondo anno consecutivo. A meno che la somma delle immatricolazioni di Renault, Nissan e Mitsubishi non consegni alla conglomerata la palma di numero uno. Al di là della disputa, l’anno di Volkswagen è stato eccellente. Gli utili sono raddoppiati a 11,7 miliardi e i ricavi sono saliti del 6 per cento, a 231 miliardi.