la Repubblica, 24 febbraio 2018
«Vi spieghiamo il grande freddo»
ROMA Gli esperti la chiamano una “situazione dinamica”. Perché all’improvviso, con quel vento gelido e potente che arriva dalla Siberia, le temperature potrebbero scendere in picchiata in un paio d’ore fino a toccare anche i -15, le gelate mettere a soqquadro traffico, rete elettrica e tubature; la neve cadere copiosa e senza sosta, come sta già accadendo sulle spiagge adriatiche o in pianura padana.
È il weekend della “buriana”, il “caos” per i romani, lo stesso che promette di portare in tutta Italia il Burian, ondata di freddo da nord- est che fa già paura. I fronti su cui si lavora sono due: oggi sulla pioggia, con allerte soprattutto al centro-sud e da domani su gelate e nevicate anche a bassa quota. Questo freddo anomalo, che ci ricorda il gennaio del 1985 o il febbraio 2012, stringerà nella morsa lo Stivale almeno fino a martedì e, per il vento, le temperature percepite sfioreranno livelli storici.
«Non è un fenomeno frequente» spiega Marina Baldi, climatologa del Cnr «e non è legato al cambiamento climatico: è soltanto dovuto alla circolazione generale dell’atmosfera». In pratica ci viene a mancare uno scudo. «Solitamente il vortice polare permette alle perturbazioni dall’Atlantico di arrivare su Mediterraneo, ma quando questo si rompe ed è debole le perturbazioni atlantiche si spostano a nord lasciando così entrare le masse d’aria gelide provenienti da nord- est». Venti che aggirano i monti facendo scendere velocemente la colonnina anche di «15, a volte 20 gradi». Di solito dura poco più di tre giorni e in «Italia ci toccherà parzialmente. Nel centro- nord Europa colpirà invece duramente e alcune capitali andranno anche -20».
Il Burian è già “entrato” dal Friuli Venezia Giulia dove non cessa la Bora, ha fatto battere i denti alle zone alpine ma ora, tra domenica e lunedì, si prepara a farci soffrire davvero. Per l’esperta, questa notte «si prevedono meno dodici nell’Appennino fra Emilia e Toscana», 24 in meno rispetto a Lampedusa dove si attendono 12 gradi.
Dalle app dei telefonini a i siti online si leggono perfino preoccupanti – 23 gradi ( ad esempio a Livigno) e città emiliane, Torino o in Veneto sono date a -10, a Milano -5. «Che vadano sotto lo zero è quasi certo, ma attenzione al meteo sul web: è sempre bene controllare sui portali regionali, dell’Aeronautica o della Protezione civile per conoscere le reali condizioni nel breve termine».
La stessa Protezione civile – che questa mattina riunirà a Roma il comitato operativo – conferma l’esigenza di «farci trovare pronti soprattutto sulle strutture, dato che preoccupa la tenuta di centraline elettriche e tubature che potrebbero ghiacciarsi e le condizioni della rete ferroviaria. Ogni Comune lavora già sulle strade ma ci troveremo nella difficile condizione di piogge ingenti oggi e calo termico domani: dobbiamo organizzarci per arginare i disagi di inizio settimana».
Anche sulla durata del fenomeno c’è incertezza: «È breve, ma stiamo pronti a tremare fino almeno a mercoledì». Allerte arancioni diramate per Emilia, Marche, Abruzzo, Basilicata e non si escludono nevicate nemmeno a Roma, mentre quelle gialle riguardano Umbria, Lazio, Molise, Campania e la Calabria e la Sicilia dove «c’è il problema piogge. Ma la situazione meteo, in peggioramento, potrebbe evolversi. Il consiglio ai cittadini è informarsi bene a livello locale». Concluso il grande gelo, per il ritorno del sole bisognerà attendere: «È presto per sbilanciarsi – chiosa Baldi – ma si temono ricadute poco dopo. Almeno per Pasqua, però, dovremmo stare tranquilli».