La Stampa, 25 febbraio 2018
Le aziende americane scaricano la lobby delle armi: basta partnership con l’Nra
Come spesso accade negli Stati Uniti, il settore privato del business sta arrivando prima della politica, dove i politici non hanno il coraggio di spingersi. E siccome il portafoglio è l’accessorio in cui gli americani sentono di più il dolore, questa svolta spesso risulta determinante. Stiamo parlando delle decine di aziende che hanno deciso di tagliare i rapporti con la National Rifle Association, cioè la lobby dei produttori di armi, dopo la strage di Parkland.
La prima a muoversi, curiosamente, è stata la First National Bank di Omaha, nel cuore del Nebraska che in genere vota repubblicano e difende il Secondo emendamento della Costituzione, che garantisce il diritto dei cittadini di comprare le armi. La banca della città dove ha sede il fondo di investimenti di Warren Buffett, simbolo dell’etica dell’americano medio, ha deciso di bloccare le sue relazioni con la Nra e cancellare la carta di credito intitolata alla lobby che gestiva insieme alla Visa. Poco dopo, nel settore finanziario il suo esempio è stato seguito da Chubb e MetLife Insurance. Tra le linee aeree, i due colossi United Airlines e Delta hanno eliminato tutti gli sconti per la National Rifle Association, chiedendo di togliere i loro marchi dal sito. Nel campo del noleggio delle auto, hanno voltato le spalle ai produttori di armi Hertz, Enterprise, Alamo, National, Avis, Budget e True Car. Quasi tutti. Se un membro della Nra non possiede la macchina e deve viaggiare per lavoro, dovrà attrezzarsi col treno o chiedere un passaggio. E se ha bisogno di una stanza per dormire, non la troverà nelle catene Best Western e Wyndham, che hanno chiuso i rapporti. Stesso discorso nel campo tecnologico per la Symantec, produttrice del popolare antivirus Norton, e per la Sirva nel settore dei traslochi.
Ma perché tutte queste aziende hanno aderito alla campagna #BoycottNRA, che invita a boicottare la lobby delle armi? Dietro ci saranno motivi etici e politici, ma in genere i colossi di queste proporzioni non si muovono mai senza considerare le conseguenze economiche. Evidentemente hanno raggiunto la conclusione che la Nra sta diventando così impopolare che il rischio di un contraccolpo tra i loro clienti è superiore al vantaggio di mantenere i rapporti.
Questo è un messaggio inviato anche ai politici, come il presidente Trump, che dopo la strage aveva aperto a provvedimenti per limitare la vendita delle armi, ma poi ha fatto mezza marcia indietro. Se le grandi aziende americane temono di perdere clienti restando legate alla lobby dei produttori, forse anche i politici rischiano di perdere voti, a partire dalle elezioni midterm di novembre. La domanda che la gente si sta ponendo è semplice: perché gli Usa soffrono un numero di stragi molto più grande di altri Paesi comparabili, tipo Canada, Australia, Gran Bretagna, Germania o Francia? Hanno più cittadini mentalmente instabili? No: hanno più armi, e più facilità di acquistarle. Quindi la resistenza della Nra a limitarle, e l’aiuto dei politici che la difendono, sono visti ormai come complicità con i killer.