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 2018  febbraio 25 Domenica calendario

Allarme della Banca Mondiale: I robot taglieranno l’orario. Lavoreremo 3 giorni a settimana

Intelligenza artificiale, automazione e robot elimineranno più posti di quanti sembrano in grado di creare. Quindi bisogna ripensare la gestione del capitale umano e del lavoro, perché il rischio altrimenti è fomentare instabilità, estremismo e violenze, quando le crescenti aspettative generate dalla diffusione degli smartphone e della connettività si scontreranno con la realtà.
Ciò è vero tanto nei paesi ricchi, quanto in quelli poveri, tipo la regione del Sahel, da dove potrebbe arrivare la prossima ondata di rifugiati e terroristi. A lanciare questo allarme è stato il presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim, parlando al Council on Foreign Relations con l’ex vice presidente della Fed Alan Blinder.

Il punto di partenza è l’allarme per il futuro del lavoro: «Il fondatore di Alibaba Jack Ma mi ha detto: mio nonno lavorava 16 ore al giorno per 6 giorni alla settimana, ed era molto occupato; io lavoro 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, e sono molto occupato; in futuro la gente lavorerà 3 ore al giorno per 3 giorni alla settimana, e si sentirà molto occupata. Questo forse va bene per la Cina, con i suoi ritmi di crescita, ma il resto del mondo?». Quindi Kim ha aggiunto: «Nella Silicon Valley pensano che l’automazione eliminerà tutti i lavori muscolari, e sono molto preoccupati per l’instabilità che ciò minaccia di provocare, al punto che iniziano a ragionare sull’idea del reddito universale basilare. Jack Ma ritiene invece che anche molti lavori intellettuali spariranno». Il dilemma sta nel fatto che «per potenziare la produttività e favorire la crescita bisogna ricorrere all’intelligenza artificiale, ma l’automazione elimina il lavoro umano». Questo riguarda tanto i paesi sviluppati, quanto quelli in via di sviluppo: «Il Bangladesh creava ogni anno centinaia di migliaia di posti di lavoro per la sua industria tessile: l’anno scorso ne ha creati solo 50.000, perché sta comprando dalla Germania i robot che rimpiazzeranno gli esseri umani. E questo sta accadendo in tutti i settori di ogni paese. Cosa faranno le persone rimaste senza lavoro?». La tendenza si scontra con la diffusione della connettività, che aumenta ovunque le aspettative, proprio mentre diminuiscono le opportunità: «Entro il 2025 tutti avranno accesso a broadband e smartphone, direttamente o attraverso persone che conoscono. In Africa gli utenti verranno triplicati, arrivando a 700 milioni. All’inizio saranno tutti felici, ma poi inizieranno a confrontare i loro redditi e la loro qualità di vita a quella degli altri, e le tensioni saliranno». In particolare in regioni come il Sahel, che Kim ha citato proprio ricordando la sua recente visita in un centro di accoglienza a Bari: «È l’area su cui si sta concentrando l’attenzione di tutti, perché da là può arrivare la nuova ondata di rifugiati e violenze». Milioni di persone, tra cui i terroristi potrebbero facilmente reclutare.
Come si prevengono queste minacce? «Prima di tutto bisogna capire dove sono i lavori del domani. Intrattenimento, arte, attività umanistiche, cura degli altri, saranno sempre più richiesti con l’aumento del tempo libero. Nei paesi in via di sviluppo, poi, bisogna investire in sanità e istruzione, che sono direttamente legate alla crescita. Perciò da ottobre inizieremo a pubblicare il ranking di tutti i paesi in questi settori, allo scopo di spingere i leader a potenziare risorse e risultati».