Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  febbraio 26 Lunedì calendario

A lezione di vinili di culto dal professor Red Ronnie

Red Ronnie non ha mai nascosto il suo amore per la radio. Quando lo sentiamo al telefono per farci raccontare la sua nuova avventura, ci dice subito: «Ho visto nascere le prime radio private, le ho viste crescere e prosperare. Quando un anno fa con il presidente di Rtl 102,5 Lorenzo Suraci abbiamo cominciato a ragionare su un programma, il mio cuore mi ha subito portato al vinile, ai 33 e 45 giri che hanno segnato la storia della musica».
«Il calore analogico»
Dalla scorsa settimana il venerdì sera dell’emittente privata più ascoltata d’Italia, dalle 22 alle 23, apre una finestra sulla sua vasta collezione di vinili. Red Ronnie racconta la storia e gli aneddoti più curiosi di oggetti ormai diventati di culto. Il titolo della trasmissione è Red Ronnie Live in Vinile e a detta del protagonista è «un esperimento unico per la prima radio in Italia, che nell’era del digitale fa riascoltare il calore della musica analogica».
«Con Red ne stiamo parlando da tempo – conferma Suraci – e qualche giorno fa, appena finito il Festival di Sanremo abbiamo deciso di collegare i due studi (quello della casa di Red Ronnie a Bologna e quello della radio a Milano, ndr) e dopo 48 ore siamo andati in onda senza prove e senza farci troppi problemi. La prima puntata ha scatenato una risposta incredibile sui social network e commenti entusiasti. Con Red ci si trova di fronte a una specie di professore universitario particolarmente coinvolgente. Anch’io ho vissuto il programma come se stessi seguendo una lezione».
Il primo disco sul quale si è posata la puntina del giradischi è stato Hey Joe di Jimi Hendrix, poi David Bowie con la versione in italiano di Space Oddity (Ragazzo solo ragazza sola, traduzione di Mogol), i Cream e gli Skiantos con Largo all’avanguardia. «Sono rimasto sorpreso dalla risposta della gente – racconta Red -, mi ha sconvolto la cultura musicale degli italiani all’ascolto. C’è chi ha riconosciuto la copertina di The End of the Game di Peter Green su uno scaffale alle mie spalle (il programma va anche in tv sul digitale terrestre, ndr), chi ha giurato che la mattina dopo sarebbe andato per mercatini a cercare i dischi che stavo suonando. Tanto amore per il vinile mi ha quasi sopraffatto».