La Stampa, 26 febbraio 2018
Dolce&Gabbana tra angeli e droni. Elettronica e mistica la sfilata Fashion Devotion:
Quando inizia lo show il pubblico rimane a bocca aperta, ammutolito. Il ritardo di 45 minuti che lo aveva esasperato aveva un suo perché. «Finché non disattivate tutti i vostri apparecchi wi-fi la sfilata non comincia», continua ad avvisare una voce fuori campo in tutte le lingue. La lunga attesa è scandita dai canti gregoriani, poi finalmente il colpo di scena: si schiudono i cancelli del paradiso sul boccascena e arrivano in pedana una decina di piccoli droni con appese tutte le versioni della nuova borsa «Devotion». La moda è una religione per Dolce & Gabbana che così introducono la loro «Fashion Devotion». I devoti della moda ovviamente sono Stefano e Domenico, che estremizzano, divertendosi un mondo, la passione per questo mestiere con una collezione ironica e ricchissima.
Siano lodati i vestiti
Sono oltre 100 gli abiti «wow», dichiarazione d’amore e fedeltà alla moda, che dopo 34 anni sottolineano un entusiamo più vivo che mai. «Santa Moda, ora pro nobis». Non è solo uno dei tanti slogan che campeggiano ricamati su magliette e tubini sfavillanti, ma la sintesi di uno spirito. «Siano lodati gli abiti e benedette le scarpe – scherza Domenico Dolce dietro le quinte – Il nostro non è un lavoro, ma una vocazione. Un talento ma pure una disgrazia perché ti ossessiona. Se ami i vestiti hai bisogno di svegliarti con loro, andarci a dormire, toccarli, pensarli continuamente... Ogni sfilata è emozione e paura, sentimenti che ti fanno sentire vivo. Non facciamo politica, vogliamo trasmettere il piacere della bellezza alle nuove generazioni, la gioia di creare capi che fanno sognare. Il mondo non è fatto solo di brutture».
Il lato ludico
Si vede che Dolce& Gabbana si sono divertiti a creare questi modelli. C’è una rivisitazione spettacolare dei loro must Anni 90, dai bustini con gli angeli tridimensionali applicati davanti, ai tubini neri profilati di scritte come «Santa Sicily» e «Fashion Sinner» (peccatrici di moda, cioè un po’ tutte le donne). Ali imbottite per volare sempre più in alto spuntano sui macro bomber intarsiati di ex voto, di Madonne e corone.
Cappelli da papessa incrostati di pizzi oro, parrucche rosa da Marie Antoinette, tuniche da cardinale, ma anche tante tute bling bling cosparse di cristalli e paillettes. Luccichii, lavorazioni preziose e humor da vendere. Una sorpresa via l’altra. Dai bottoni a forma di putti ai tacchi con le sagome dei due stilisti, fino agli abiti stampati con le posate del servizio buono. Come a dire che qui si mangia pane e moda. Scrosciano gli applausi della platea dove c’è anche il bomber dell’Inter Mauro Icardi.
Tre eventi
Quanto impegno. «Non lo facciamo per soldi, certo ne guadagniamo tanti, è la passione a trasportarci. Ci viene facile», risponde Stefano a chi gli chiede se sono stanchi. Domanda più che pertinente dato che hanno fatto tre show diversi in un giorno e mezzo. Venerdì sera hanno sfilato il «Secret Diamonds Show» al Martini Bar, per pochi, una linea da sera con toilette da Oscar, indossata da una decina di giovani nobili europee (ieri schierate in prima fila per il Devotion-prêt-à-porter). Tra queste anche la nipote di Lady Diana, Kitty Spencer che insieme alle altre sarà protagonista della nuova campagna pubblicitaria. Il terzo evento è stato sempre ieri nel pomeriggio, il défilé alla Rinascente aperto a tutti dedicato alla collezione di questa primavera estate in vendita fra pochi giorni. Un bel tour de force.
Straordinario bianco
Lavinia Biagiotti rilegge lo stile mutuato dalla madre Laura, in un trionfo di bianchi, di cappotti in maglia lunghi a trecce, di poncho e mantelle per tutte le occasioni. Il Dna della maison c’è tutto, ma ha un’aria più moderna, svelta. La quotidianità si stempera fra giacche con spalle importanti e pantaloni morbidi, fra completi di velluto che riprendono i motivi delle tappezzerie floreali inglesi. Scarpe basse e abiti scivolati in cachemire velo anche per la sera. «Si fa cultura anche con gli abiti ben fatti», sostiene Lavinia che dimostra di aver preso saldamente in mano le redini del business di famiglia.