Il Sole 24 Ore, 23 febbraio 2018
Ema, il contropiede dell’Olanda: «Paghiamo noi»
Sarà lo Stato olandese a pagare tutte le spese extra dell’Ema. Anche se ufficialmente il problema dell’aumento dei costi del doppio trasloco della sede dell’Agenzia europea del farmaco da Londra ad Amsterdam non è stato affrontato ieri con la delegazione della commissione Ambiente (Envi) del Parlamento europeo, è chiaro che la soluzione per tenere in casa la sede è stata già trovata. Saranno i contribuenti olandesi a farsene carico perché l’extracosto – che pure ci sarà – non graverà sul bilancio dell’Unione europea. Anzi, secondo alcuni calcoli che ieri circolavano nella delegazione europea, nell’arco dei 20 anni – tanto durerà il contratto di leasing del Vivaldi Building, sede definitiva dell’Ema – il risparmio non sarà inferiore a 77 milioni di euro. Questo, finora, l’unico risultato del pressing che il Parlamento europeo ha esercitato sulle autorità olandesi, compatte nel dare assicurazioni sul rispetto dei tempi e sulla continuità del servizio reso dall’Agenzia del farmaco.
E ora che il Consiglio Ue, nella sua memoria resa nota ieri, ha definito il ricorso di Milano «irricevibile», l’unica partita che resta aperta, a questo punto, è quella dello scontro politico e istituzionale tra Consiglio europeo e Parlamento. È su questo fronte che potrà essere coagulata una maggioranza nei gruppi parlamentari, desiderosi di far valere il proprio ruolo di co-legislatori. Per il resto, appare sempre più improbabile che venga riaperta la partita sulla sede dell’Agenzia.
La presenza dell’Ema
Il direttore dell’Ema, Guido Rasi, che ieri era presente all’incontro di Amsterdam, non ha ufficialmente preso posizione sugli impegni del governo olandese ma si sa che la preoccupazione del board dell’Agenzia non è tanto legata al primo trasferimento, vale a dire quello da Londra alla sede provvisoria dello Spark Building, quanto all’effettivo rispetto dei tempi per la consegna di quella definitiva. L’Ema è in grado di assicurare le attività principali nella sede provvisoria al massimo per sei mesi, rinunciando così alle iniziative collaterali. Gli spazi a disposizione all’interno dello Spark Building sono infatti circa la metà di quelli di cui attualmente gode l’Agenzia del farmaco nella sede di Canary Wharf a Londra. Se si dovesse verificare uno sforamento della scaletta dei tempi la continuità dell’attività sarebbe pregiudicata.
La sede provvisoria
Come descritto nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore, l’edificio Spark è vuoto ma gli europarlamentari hanno appreso che il contratto di acquisto stipulato dal governo olandese per un periodo di 10 anni prevede che la società proprietaria consegni un edificio completamente attrezzato. Sarà dunque quest’ultima a predisporre le paratie, la messa in opera del parquet sui pavimenti e tutti gli arredamenti, senza nessun esborso da parte dell’Ema.
Il governo olandese ha assicurato di essere pronto a consegnare l’edificio addirittura entro due mesi, il che vuol dire per la fine di aprile, anche se resterebbero ancora da svolgere i test di agibilità. Sui tempi di consegna della sede temporanea, dunque, sembrerebbero non esserci problemi.
Il Vivaldi Building
Sulla sede provvisoria bisogna fidarsi delle parole del governo olandese e altrettanto bisogna fare per la sede definitiva. Anche qui la visita al cantiere ha dimostrato che per ora ci sono solo lavori di sbancamento. Il vice primo ministro del governo olandese e ministro della Salute, Hugo de Jonge, ha tirato fuori dal cilindro l’ennesimo coniglio. Ha infatti reso noto che il bando di gara è stato pubblicato, anche se agli europarlamentari non è stato comunicato né quando né dove, e attualmente sarebbero rimaste in lizza due imprese.
I tempi per eventuali ricorsi delle imprese escluse sono in Olanda limitati a tre settimane, dopodiché nessuno può più interferire sulle procedure.
Il governo olandese ha anche reso noto un dato per far comprende quanto sia sicuro della propria posizione: negli ultimi cento bandi gestiti dalla stazione appaltante governativa (Cgrea – Central government real estate agency) non è stato presentato alcun ricorso. Nel bando sembra che sia stata comunque garantita la continuità dei lavori anche in caso di ricorsi. Anche dal punto di vista del progressivo ingresso nell’edificio definitivo, il governo olandese ha dato una serie di garanzie. Ogni piano completato sarà progressivamente occupato dai dipendenti.
Le reazioni politiche
Ora la palla è in mano al presidente della commissione Ambiente dell’Europarlamento, l’italiano Giovanni La Via. Il 27 febbraio la commissione stenderà il rapporto sulla missione olandese, dopodiché si riunirà per valutare la modifica agli emendamenti presentati al nuovo regolamento dell’Ema, che dovrà passare alla votazione dell’aula a Strasburgo. Dire adesso cosa succederà è praticamente impossibile, anche se quasi tutti gli europarlamentari sentiti dal Sole 24 Ore (Mercedes Bresso, Simona Bonafè, Elisabetta Gardini) sono concordi nel ritenere solo delle parole gli impegni del governo olandese. La più agguerrita è sembrata Gardini, la quale si è detta profondamente irritata dall’atteggiamento aggressivo delle autorità olandesi.
Il rappresentante del Movimento 5 Stelle, Piernicola Pedicini, pur concordando con le sue colleghe, aggiunge che il governo italiano si è svegliato tardi e che tardiva è stata anche la pressa di posizione del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.