Libero, 22 febbraio 2018
«Il segreto di Sofia? Si stanca meno delle altre». Intervista a Matteo Artina
Pyeongchang, provincia di Bergamo. Tra Alzano Lombardo, casa di Michela Moioli, e Astino, tana di Sofia Goggia, passano pochissimi chilometri. In mezzo c’è Matteo Artina, preparatore che ha fatto doppietta di ori olimpici.
Matteo, quali sono i segreti del fisico di Sofia?
«Ha una qualità muscolare sopra la media. Durante la discesa riesce a soddisfare la richiesta di energia fino all’ultimo metro, non arriva mai sulle gambe. Parlando col preparatore della Nazionale mi ha detto: “Se lascia andare i piedi, fa delle cose incredibili”».
La Goggia rivendica il “far rumore” sugli sci. Non è un difetto?
«In realtà è cresciuta molto nell’utilizzo del corpo, ha capito che non può usare sempre la clava ma serve pure il fioretto. Meno potenza e più prontezza, percezioni e tecnica».
Giovanni Malagò le ha donato un bilanciere?
«Una vera sorpresa, con una dedica speciale che sottolineava quanto fosse inusuale un simile regalo per una ragazza. Ma Sofia è speciale, e con quell’attrezzo sa fare cose eccezionali. È una donna e allo stesso tempo un animale da competizione».
Qual è il traguardo più sorprendente che ha raggiunto in palestra?
«Fa 73 kg di girata, 120 di squat. Ha una capacità di recupero pazzesca: tira fino alla morte, ma tre minuti dopo è pronta a ripartire. Spesso mi chiedono un paragone con la Moioli: il mio lavoro è stato proprio travasare le qualità dell’una nell’altra e viceversa. Michela partiva da una base motoria migliore perché aveva praticato diversi sport, Sofia era più avanti nelle qualità della neve ed è dovuta diventare più atleta».
E fuori dalla palestra come sono?
Michela, grazie alla famiglia, ama isolarsi con la natura. Sofia preferisce fare due passi con la sua cagnolina Belle, parlare a se stessa. Entrambe sanno quanto sia importante ascoltare se stesse».