la Repubblica, 23 febbraio 2018
L’amaca
L’idea di Trump di difendere le scuole «armando gli insegnanti» è pura satira. Lo è proprio tecnicamente: uno dei meccanismi classici della satira è forzare fino al ridicolo i comportamenti umani per metterli a nudo.
Se il feticismo per le armi da fuoco è uno dei grandi problemi dell’animus americano, immaginare una prof di disegno che depone il righello e impugna il mitra per ammazzare i cattivi è una cosa che poteva venire in mente solo a un bravo comico. È venuta in mente, invece, al presidente, parodia vivente, però inconsapevole, del maschio americano bianco e tracotante.
Mel Brooks dovrebbe complimentarsi (aggiungerebbe magari, nella scena madre, un paio di bidelli col bazooka) e ogni parodista che si rispetti deve crucciarsi per essersi fatto soffiare da Trump un’idea così brillante. Peraltro, anche il grosso bischero con la giacca a frange che stava facendo musica al Bataclan quando i sicari islamisti sono entrati, ebbe a dichiarare che «se i presenti fossero stati armati, avrebbero potuto difendersi». Con l’aggravante che stava parlando di Parigi, dove si impugna la baguette e non la Colt: e il risultato, jihad compresa, è che in Francia e nei Paesi europei i morti per arma da fuoco sono un decimo rispetto agli Usa, inarrivabili con i loro trentamila (!!) morti sparati ogni anno. Ci sarà un nesso con il fatto che gli americani sono il popolo più armato del pianeta? Non chiedetelo a Trump. Non capirebbe la domanda.