Corriere della Sera, 23 febbraio 2018
Parigi: Plaisance il quartiere segreto
Neanche trecento metri di strada nel cuore del 14mo arrondissement parigino. Siamo in rue de Thermopyles fra rue Didot e rue Raymond-Losserand, una delle rare strade ancora rivestite di pavé dove si affacciano piccoli palazzi a quattro piani decorati di glicine e rampicanti. L’arrondissement dominato dai 210 metri della Tour Montparnasse (con un ristorante al 56mo piano) ospita zone meno battute dal turismo come il quartiere di Plaisance. E qui, seduti a un tavolo del ristorante e centro culturale Biosphère Entrepôt ci si lascia alle spalle la metropoli più nota per vivere una zona per parigini, che oltre a Plaisance comprende Petit Montrouge, nell’arrondissement a sud della città.
Di solito si parla di chiese, monumenti e ristoranti «segreti», ma in realtà intere zone della capitale francese sono poco conosciute dai visitatori e non a caso: in 3 o 4 giorni di visita non si esauriscono le attrazioni principali, e le zone meno battute restano in fondo all’agenda. La maggior parte dei turisti arriva da queste parti per visitare le Catacombe (dalla metro Denfert Rochereau, www.catacombes.paris.fr ) ma scendendo più a sud (metro Pernety) si apre una zona in cui la vita quotidiana scorre a ritmi diversi rispetto agli arrondissement più famosi, con ottimi ristoranti, shopping a prezzi umani e molte curiosità.
In particolare è Rue D’Alesia riferimento e «bussola» per altre scoperte: villa è la definizione di piccole strade, spesso chiuse, che furono casa e atelier di celebri artisti; fra queste villa Alesia (ingresso dal civico 111/ter di rue D’Alesia), un percorso a elle sfuggito alla rivoluzione urbanistica del barone Haussmann che cancellò molti vecchi quartieri per aprire i boulevards: qui si vedono ancora gli atelier-abitazioni com’erano un tempo, intatte: al 37 bis, una facciata a vetrate, mattoni e infissi verdi annuncia l’atelier di Henri Matisse ancora oggi utilizzato da un collettivo di scultori.
La parte meridionale del 14mo arrondissement ospita anche piccoli angoli da paese di campagna come la Cité Bauer (continuazione di rue Boyer Barret) progettata dall’artista Alexander Mezei, ma il fenomeno più recente è la crescita esponenziale delle associazioni fondate da residenti con l’intento di creare riferimenti culturali e gourmet per il quartiere. È il caso del Moulin à Café che offre torte e piatti fatti in casa ( www.moulin-cafe.org ). A pochi passi da qui, Rue des Thermopyles (piccola strada che collega rue Didot a rue Raymond Losserand) a cominciare da maggio ospita feste di quartiere, mentre Villa Seurat (battezzata cosi in onore del pittore Georges Seurat) è un altro esempio di modernismo e qui abitò e lavorò ai suoi romanzi lo scrittore Henry Miller a partire dal 1934.
Frequentato soprattutto da residenti, il Centro multifunzionale Entrepôt ( www.lentrepot.fr rue Francis de Pressensé 7) propone film, concerti e un ristorante con un pubblico che si sta trasformando: «Ho comprato questo vecchio e glorioso cinema nel 2003 – dice il proprietario Philippe Brizon – trasformandolo in un luogo d’incontro sotto casa, per conoscersi fra chi abita nello stesso quartiere e aperto ai turisti che da un anno a questa parte sono sempre più numerosi fra i nostri clienti». Due i ristoranti da non perdere: Le Jeroboam ( rue Didot 72 www.lejeroboam.fr ), cucina francese rivisitata, e Les Cop’s et leurs Cuisines du Monde ( rue du Château 148 ), piatti che si ispirano a una cucina fusion, fra Indonesia e stile mediterraneo.
Nei passages A breve distanza dalla Borsa, nel quartiere dei Grand Boulevards, due passages (gallerie commerciali) dove fare shopping e pranzare sono imperdibili: Passage de Panoramas e il Passage de Jouffroy. Quest’ultimo ospita lo storico hotel Chopin, ristoranti etnici e negozi vintage di francobolli, gioielli e giocattoli. Il Chopin ( hotelchopin-paris-opera.com ) offre un’atmosfera da fine Ottocento con un rapporto qualità prezzo da record per Parigi: 90/100 euro per la camera doppia.
Altre sorprese La Campagne à Paris è una zona all’estremità orientale del 20mo arrondissement che ricorda da vicino Montmartre ma con pochi turisti: una volta in superficie (metro Porte de Bagnolet) ci si trova in una piazza dedicata ad Edith Piaf con la scultura che la raffigura con le braccia levate al cielo, opera di Lisbeth Delisle.
C’è anche il café omonimo e da qui si sale la rue Emile Pierre Casel e poi rue Geo Chavez e dopo 45 scalini si entra in rue Irénèe Blanc e in un’altra dimensione urbana: un acciottolato da strada di campagna attraversa un altro quartiere-villaggio.
La tappa per il pranzo è la Bolée Belgrand (rue Belgrand 19) dove si gustano gallettes e crêpes. E se si vuole pernottare qui, il B&B La Campagne à Paris ( Rue Irénée Blanc 2 +33.1.76.60.74.75 ) ospita i suoi clienti in una delle piccole palazzine costruite fra il 1926 e il 1928 e immerse nel verde.