Corriere della Sera, 23 febbraio 2018
Non è di mia competenza
I bambini di un asilo del Modenese hanno la pessima abitudine di stancarsi e dopo pranzo si sdraiano sul pavimento per un pisolino. Ci sarebbero le brandine, ma andrebbero spostate dal magazzino e i bidelli si rifiutano di farlo, con il pieno appoggio del preside. Compulsata l’immancabile circolare, egli afferma che «le attività del dormire non sono previste nei programmi ministeriali». Così come quelle del respirare e del fare pipì, sprovviste anch’esse di adeguata regolamentazione. Il preside apre però uno spiraglio: «Quanto all’eventuale rilassamento, rientra nelle programmazioni individuali dei docenti». Cioè: se un bambino yogi, invece di dormire, si dedica alla meditazione, la maestra può andare a prendergli la brandina. Basta che non scomodi i bidelli e che abbia i muscoli per trasportarla.
I genitori insorgono, i sindacati incolpano i tagli di organico e su tutta la scena aleggia il motto ufficiale di questa Repubblica fondata sulla burocrazia: «Non è di mia competenza». Alla fine, poiché almeno l’iniziativa privata non manca, intervengono i volontari di un centro per anziani. Saranno loro a portare le brandine avanti e indietro dal magazzino. Alcuni non sono più giovanissimi, ma hanno lo stesso spirito della signora vicentina di 93 anni volata ieri in Kenya per prestare assistenza in un orfanotrofio. Essere vecchi non significa mica essere morti. Mentre essere aridi sì, a qualsiasi età. È sempre una questione di cuore.