Il Messaggero, 22 febbraio 2018
Qatar, lavori in corso tra lusso e spezie
«Before the oil», prima del petrolio. La frase viene ripetuta instancabilmente da chi vive in Qatar. Una sorta di memento su com’era il panorama prima che si scoprissero i giacimenti. In questo Paese di religione islamica tollerante, la storia e la vita sono infatti scanditi dal petrolio: il Qatar è il diciottesimo produttore mondiale di oro nero. La capitale Doha ha preso forma grazie ai lavori infrastrutturali avviati dall’emiro Hamad bin Khalifa Al Thani, a cui è succeduto il figlio, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, la cui effige vi osserverà ovunque vi spostiate: è sui grattacieli, sui cofani delle automobili, sulle tazze e persino sotto forma di sticker.
Da prima del petrolio con solo 45 villaggi di pescatori di perle (simbolo della città), la vita dei qatarioti è radicalmente cambiata. Oggi è lo skyline dei grattacieli a dominare il profilo dalla baia, ma alla fine degli anni Ottanta su quello sfondo appariva un solo albergo: lo Sheraton. «Ho scelto di vivere in Qatar proprio per lo stile di vita» spiega Alessandro Maurici, manager del ristorante La Veranda. «Sono siciliano e come è noto la Sicilia è stata occupata dagli arabi per parecchi anni. Per questo mi sento come se fossi a casa, ma in un ambiente diverso. E poi ammettiamolo, qui la possibilità di crescita professionale è incredibilmente più veloce rispetto all’Italia».
BUSINESS E SPORT
Dallo Sheraton parte il lungomare della Corniche, la passeggiata pedonale lunga sette chilometri che segue lo snodarsi della baia. Dove un tempo erano ormeggiate le dhow, tradizionali imbarcazioni arabe in legno, oggi svettano i grattacieli del business district centrale. Attraversando Al Corniche Street si arriva al quartiere Al Bidda, all’estremità sud-occidentale, dove si incontrano il Mia, il Museo di Arte Islamica progettato dall’architetto Im Pei e la cui forma ricorda una donna velata, il Qatar National Theatre e la caserma dei vigili del fuoco di Doha, trasformata nel 2015 in polo artistico internazionale. In questo piccolo emirato in cui lo sport è al centro della vita sociale, con i Mondiali di atletica nel 2019, il Motomondiale, la Diamond League di atletica e il torneo Atp di tennis, ciò che unisce davvero la popolazione è la falconeria, orgoglio delle monarchie petrolifere e unici uccelli ammessi a volare in aereo, con regolare passaporto. È per questo che il simbolo del Katara Cultural Village sono le Pigeon Towers, le torri dei piccioni: costruite con sabbia e acqua, hanno dei fori per rinfrescare i piccioni che vi soggiornano; quegli stessi piccioni che diventeranno cibo per i falchi
Per chi ama soggiornare in un’ambientazione da favola c’è il Mondrian Hotel, che la star dell’interior design Marcel Wanders (creatore della Knotted Chair) ha immerso in un’atmosfera ultra-pop, in stile Alice nel paese del meraviglie. Qui la chicca è la Opal Bridal Suite: 600 metri quadri sui toni dell’oro e del bianco, dove la sposa ha a disposizione, oltre al soggiorno e alla camera da letto, una stanza per trucco e parrucco con lavatoio in oro e una sauna in legno fatto arrivare dalla Scandinavia. Il sogno è completato dall’ascensore privato in oro 24 carati tempestato di Swarovski. Se invece l’idea del viaggio è immergersi nel passato stile Lawrence d’Arabia, c’è il Souq Waqif con il classico labirinto di piccoli negozi e il susseguirsi di prodotti del Medio Oriente: dalle spezie ai profumi, dai gioielli in argento all’abbigliamento e artigianato. Qui le donne locali vendono le loro pietanze, preparate sul momento; non fatevi quindi sfuggire un assaggio del machboos, stufato di carne di montone con riso speziato e yogurt. Sebbene ai tifosi della nazionale italiana di calcio il 2022 risulti ancora una data futuristica, causa eliminazione degli Azzurri quest’anno in Russia, lungo le arterie principali di Doha è invece un proliferare di cantieri attivi giorno e notte, per costruire gli stadi eco sostenibili e ultra tecnologici (per sopportare il caldo le poltrone saranno dotate di aria condizionata personale) e la metropolitana lunga oltre 300 km, con 98 stazioni e quattro linee.
L’AEROPORTO
Eppure, per godere delle bellezze del Qatar e dell’ultramoderno aeroporto Internazionale Hamad, inaugurato nel 2014 e in grado di accogliere 8.700 passeggeri l’ora, in seguito all’embargo internazionale al momento vola solo la compagnia aerea di bandiera, la Qatar Airways. Forse allora il segreto del Qatar è racchiuso proprio nel titolo della statua creata dal figlio di Anthony Quinn, Lorenzo e che si trova nel Katara Village: La forza della natura.