Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  febbraio 22 Giovedì calendario

Un apostrofo rosa

Ha destato stupore il volantino della candidata renziana Francesca Barra: «Matera capitale europea della cultura. Un opportunità per tutta la Basilicata». Solo una persona prevenuta può arrivare a supporre che la latitanza dell’apostrofo dipenda da una conoscenza approssimativa dell’abbecedario. Oppure che sia figlia della fretta che ha giocato un brutto scherzo a Matteo «biondo dentro» Salvini, il cui manifesto «Prima gli italiani» reca in effigie due slovacchi, connazionali di quelli che agli italiani hanno appena soffiato il lavoro alla Embraco. (Devono averlo tratto in inganno il colore dei capelli e l’azzurro degli occhi: avrà pensato che fossero di Bolzano come la Boschi). 
Barra e i suoi barracuda hanno invece avuto tutto il tempo di pensare lo slogan, scriverlo in brutta e bella copia, correggerlo in bozza, mandarlo in stampa e diffonderlo in rete. Pare improbabile che durante uno di questi passaggi qualche anima pia, o quantomeno munita di licenza elementare, non abbia stanato lo strafalcione. Si tratta certamente di un errore voluto, quasi ostentato. Intanto per sottolineare come in Italia la parola «opportunità» sia ancora troppo declinata al maschile. E poi per inviare al Paese un messaggio di speranza. Con Matera capitale della cultura, imparare l’italiano sarà «un’opportunità» per tutti. Anche per coloro che in politica, nella pubblicità e sui giornali (a partire dal sottoscritto) si considerano intellettuali per mancanza di prove.