Libero, 20 febbraio 2018
A 28 anni crea i denti con la stampante
A quattordici anni, mentre gli amici scambiavano figurine e si sfidavano alla playstation, rubava i trucchi del mestiere al papà dentista nello studio di famiglia. Sapeva già cosa avrebbe fatto da grande: obiettivi chiari e zero dubbi. Poi, il viaggiostudio negli Stati Uniti da liceale, la laurea con 110 e lode a Tor Vergata e tre anni alla New York University, dove è diventato uno dei parodontologi più giovani degli States.
Oggi, a 28 anni, Giuseppe Cicero nato e cresciuto a Roma ma palermitano d’origine è tra i trenta under trenta più influenti d’Europa in campo medico. «Uno dei giovani protagonisti che stanno determinando il cambiamento della medicina», lo ha definito la rivista americana Forbes. «Il mio lavoro è restituire il sorriso alle persone che l’hanno perso», spiega lui. Non solo nel senso emotivo del termine, ma anche in quello più materiale.
Fuori dal suo studio, infatti, fanno la fila pazienti che non riescono più né a mangiare né a sorridere. Con le ossa della bocca sbriciolate che non riescono più a ricrescere. E allora ci pensa “Oral 3D”, l’invenzione del dottor Cicero che ha catturato l’attenzione di Forbes: una tecnologia da appena 4 mila euro che permette di stampare tac e radiografie della bocca tridimensionali. In meno di un’ora, e con appena 10 centesimi a copia, i modellini sono pronti. Basta pellicole da mettere in controluce per analizzare i problemi e capire come risolverli.
L’INVENZIONE
Ora, il chirurgo stringe tra le mani una copia pressoché identica dell’osso su cui dovrà intervenire e si fa un’idea in anticipo dell’intervento, mentre il paziente può seguire tutti gli step del processo. E anche gli angoli più nascosti della bocca, come le parti sotto la gengiva, non sono lasciati al caso e finiscono sotto la lente d’ingrandimento.
«Una chirurgia su misura, più rapida e più precisa. Il margine d’errore è ridotto a zero e i pazienti sono più motivati: la comunicazione con loro importantissima. E la loro consapevolezza fa sì che aumentino le possibilità di successo dell’operazione», spiega Cicero, che nel suo curriculum si distingue soprattutto nello sviluppo di protocolli clinici innovativi per la rigenerazione di tessuti duri e molli nella zona estetica. Del resto, un intervento di rigenerazione ossea può durare anche nove mesi. Un tempo infinito, senza sapere esattamente cosa sta succedendo nella propria bocca. Col rischio di sorprese e complicazioni dietro l’angolo. Solo per fare un esempio, infatti, grazie alla stampante 3D si può passare da protesi mobili a protesi fisse dopo pochi clic. Qualcuno si sente meno vecchio di prima, ad altri cambia la vita. «Le persone ricominciano a vivere quando tornano a sorridere. Grazie al mio lavoro tocco con mano cosa significhi questo. La mia sfida è una promessa e un impegno: tutti i giorni lavoro con passione per restituite il sorriso alle persone».
Ci sono voluti tre anni di ricerca clinica e scientifica per arrivare a stampare fotografie della bocca in 3D, grazie anche al supporto di due ingegneri che hanno fatto parte del giovanissimo team. Ma la rivoluzione è lanciata ed è pronta ad allargarsi alla chirurgia maxillo-facciale. «A Madrid, i miei studenti non studiano sui libri, operano in anteprima sulle bocche dei loro pazienti. Così, se ce n’è bisogno, posso dargli qualche accorgimento prima dell’intervento vero e proprio. Stiamo già pensando anche a stampare modelli con interventi di chirurgia già effettuati». Già, l’estero. Perché il dottor Cicero fa la spola tra Roma, dove lavora nello studio di famiglia, e Rhode Island. Metà mese nella Capitale e metà negli Stati Uniti, oltre a un giorno a settimana in cui vola in Spagna per insegnare all’Università Europea di Madrid. Ma guai a parlare di cervello in fuga. Tutt’altro.
CLIENTI PRIVATI
«Gli Stati Uniti sono stati fondamentali per la mia crescita, soprattutto dal punto di vista clinico, perché si vedono una quantità di casi che non ha paragoni rispetto all’Italia. Inoltre, si crede di più nei giovani: a Rhode Island ho già una mia clientela privata, cosa che in Italia difficilmente potrebbe succedere per un medico così giovane. Ma la nostra formazione è migliore. Dal punto di vista accademico, nel nostro Paese la didattica è un punto di forza».
A 28 anni Giuseppe Cicero ha stregato il mondo, ma guarda già avanti. «Sono molto soddisfatto, non mi aspettavo il riconoscimento di Forbes», spiega. Ma l’appetito vien mangiando. «Ora che siamo dentro la lista non ci fermeremo. Anzi, questa è una carica in più per portare in alto il nome dell’Italia. Vorrei che Oral 3D diventasse il punto di riferimento per tutti i dentisti del mondo».