Il Messaggero, 21 febbraio 2018
Morbillo, ora i casi sono quadruplicati
In un anno i casi sono aumentati del 400 per cento. Dai 5.273 del 2016 si è passati ai 21.315 del 2017. Il morbillo piaga d’Europa. Il risultato di una diffusa (trascurata) politica delle vaccinazioni arriva dalle rilevazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. In meno di dodici mesi un exploit che neppure gli epidemiologi avevano preventivato. Si supponeva, infatti, che la crescita sarebbe stata lenta e costante. Forse, non così rapida.
Dei 53 paesi europei monitorati, 15 hanno avuto epidemie con più di cento casi. Romania (5.562), Italia (5.006) e Ucraina (4.767) in testa alla classifica dei contagi. Illustrata in occasione dell’incontro tra i ministri della Salute in Montenegro.
LE CAUSE
È stata una drammatica sinergia di cause a far impennare l’infezione. Dal calo complessivo del tasso di copertura vaccinale (molto alta nelle fasce di popolazione economicamente più disagiate), l’interruzione nelle forniture vaccinali e i sistemi di sorveglianza che, in diverse zone, non hanno lavorato al meglio. Gli altri paesi che, dopo i conti dell’Oms, devono rivedere l’organizzazione delle vaccinazioni infantili sono Grecia, Germania, Serbia, Tagikistan, Francia, Russia, Belgio, Regno Unito, Bulgaria, Spagna, Repubblica Ceca e Svizzera. Bilancio: 35 morti.
Stiamo parlando di una malattia particolarmente contagiosa. È chiaro che, se si abbassano la sorveglianza e la prevenzione, il virus prende il sopravvento. Si diffonde facilmente per via aerea, soprattutto attraverso i colpi di tosse e gli starnuti delle persone infette. Può anche essere diffuso attraverso il contatto con la saliva o le secrezioni nasali. Alcune complicanze del morbillo sono relativamente comuni, circa il 20-30% dei casi, però, ne conta una o più di una: encefalite, meningite, polmonite.
«Il morbillo – spiega Gianni Rezza epidemiologo direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità – va a ondate. Ci sono degli anni in cui si contano più casi di quelli precedenti. Il calo delle coperture vaccinali che c’è stato fino al 2015-2016 può aver influito su quest’ultimo picco epidemico. Aumentando la popolazione a rischio di ammalarsi». Secondo gli specialisti, però, non è ancora possibile fare una stima numerica corretta di quale siano state le conseguenze del cambiamento di rotta degli ultimi anni.
«Oltre a più piccoli che non sono stati vaccinati, circa il 10-15 per cento – continua Rezza – vanno calcolati anche i giovani e gli adulti che non hanno avuto la malattia da piccoli e che, da grandi, difficilmente si vaccinano». Per Zsuzsanna Jakab, direttore dell’Oms Europa, «più di ventimila casi e 35 vite perse per il morbillo sono una tragedia che semplicemente non possiamo accettare. L’eliminazione di morbillo e rosolia sono una priorità per tutti i paesi europei. E, questa battuta d’arresto, non ci deve scoraggiare. Dobbiamo continuare a lavorare per avere le future generazioni di bambini libere da queste malattie». Per quanto riguarda i bambini il decreto di luglio che ha reso obbligatorie dieci vaccinazioni sta lentamente contribuendo ad allargare la copertura che, dal 90% era scesa, tra il 2014 e il 2015, all’85%. Anche in Francia si sta correndo ai ripari. La ministra della Sanità francese, Ages Buzyn, alcuni giorni fa, ha lanciato un appello dalla radio France Inter dopo la morte di una donna per morbillo. Si è rivolta «alle persone che non si sono vaccinate e non hanno fatto vaccinare i loro figli contro il morbillo». Li ha invitati ad andare negli ambulatori e negli ospedali per chiedere un’immediata protezione contro l’infezione. In Francia la copertura non arriva al 70 per cento, totalmente insufficiente per impedire l’emergere di un’epidemia.
LA POLIO
Si aggira intorno al 5,7 per cento l’aumento delle profilassi contro morbillo, rosolia e parotite e dell’1,7 per cento per difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B e haemophilus influenzae di tipo B (il cosiddetto vaccino esavalente). A confrontare i numeri 2016-2017 e ottenere queste stime, che rispecchiano il risultato ottenuto dopo l’entrata in vigore del decreto Lorenzin sull’immunizzazione obbligatoria, è la Società italiana di igiene e medicina preventiva (Siti), sul suo periodico Igienisti on line.
Non è solo il morbillo a far paura all’Europa. Gli infettivologi, infatti, parlano anche di un possibile ritorno della poliomielite. E poiché, è stato detto durante una riunione della Commissione Europea, non è possibile escludere il rischio di reintroduzione o di importazione nella Ue della malattia ormai debellate. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, pochi mesi fa, ha segnalato per l’ennesima volta il dramma dei bambini non vaccinati nella Siria in guerra. Almeno 17 nelle regioni orientali sono rimasti paralizzati dalla poliomielite. Altri 200 sono infettati dal virus, che continua a diffondersi.