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 2018  febbraio 21 Mercoledì calendario

«Il mio piano per deviare gli asteroidi». Intervista a Lindley Johnson

Tra le sue mani, il futuro del mondo. E non è un’esagerazione. Perché Lindley Johnson, responsabile della difesa planetaria della Nasa, è addetto a salvaguardare il globo dalla collisione con gli asteroidi. «Ma sono solo la punta dell’iceberg. C’è una squadra internazionale alle mie spalle», dice. Lavoro di gruppo, pazienza e tenacia, ecco come si salva il pianeta secondo Mr Asteroide: «A volte ci vuole tempo, bisogna provare strade diverse per raggiungere l’obiettivo: non si può mollare al primo tentativo». La persistenza paga, non solo sulla Terra. Anche quando si ha la testa per aria, tra gli astri. «Ho foto in cui da bambino osservo il cielo con un piccolo telescopio». Lassù niente di cui preoccuparsi troppo, per ora, ma guai a essere impreparati. La Nasa è pronta. Per il 2020- 2021 progetta la missione Aida, con l’ambizione di spedire una sonda contro un sistema di asteroidi binario, 65803 Didymos, e valutarne l’impatto.
Nel 2016 la Nasa ha deciso di istituire un ufficio per la difesa planetaria, che lei dirige. Perché?
«A dare la spinta è stata Shoemaker- Levy 9, la cometa precipitata su Giove. Gli scienziati l’hanno individuata nel ‘93 e, studiandone l’orbita, hanno previsto la collisione con il pianeta nell’estate del ‘ 94. L’evento ha dimostrato che gli impatti cosmici sono ancora un fenomeno rilevante nel nostro sistema planetario».
Cosa fate esattamente?
«La mia giornata tipo comincia con un giro di ricognizione di tutto ciò che i nostri osservatori hanno individuato nella notte. Questa mattina abbiamo fatto una nuova scoperta: un piccolo asteroide da osservare meglio».
Il lavoro ha anche valenza scientifica?
«Sì, conoscere dove si trovano gli asteroidi e come sono distribuiti all’interno del Sistema solare può aiutarci a comprenderne l’origine e l’evoluzione. Nonché la formazione dei pianeti».
Quanti ne avete mappati fino ad ora?
«Il nostro catalogo include asteroidi e comete che sono a 50 milioni di chilometri dall’orbita terrestre. Al momento ne contiamo, rispettivamente, 16.652 e 107. Ma ci concentriamo soprattutto su una sottoclasse, potenzialmente pericolosa, di cui calcoliamo le orbite plausibili nei prossimi 100 anni. Si trovano a otto milioni di chilometri di distanza dall’orbita terrestre e sono 1886».
Numeri impressionanti.
«Molti rimangono sorpresi dalla quantità di corpi che circola tra la Terra e la Luna. Eppure, è quasi routine, nel 2017 ne abbiamo visti 52».
Rischi per la Terra?
«Niente di preoccupante. Bisogna però individuarli il prima possibile».
Gli ultimi impatti?
«Ogni giorno il pianeta è colpito da piccoli meteoriti che si disintegrano nell’atmosfera. L’ultimo oggetto superiore a un metro è precipitato pochi giorni fa, al largo delle coste australiane».
Ipotesi: un asteroide ci minaccia. Abbiamo un “pulsante rosso” da premere per disintegrarlo?
«Non esiste niente del genere. Ma due strategie potrebbero funzionare. La prima prevede di fargli gravitare intorno un corpo, abbastanza a lungo da modificarne l’orbita. La seconda è la tecnica dell’impatto cinetico che siamo pronti a testare entro tre anni».
Come?
«Stiamo progettando una missione per spedire una sonda contro un sistema di asteroidi binario: 65803 Didymos. È composto da un corpo principale e uno secondario (Didymoon), su cui prevediamo di far schiantare la navicella nel 2022. Uno scontro che cambierebbe la velocità della sua orbita intorno al corpo principale dell’1%. Tanto da consentire una misurazione con i nostri telescopi».