la Repubblica, 21 febbraio 2018
I guantoni di età romana e la boxe prima degli inglesi
Non è un caso se l’hanno chiamata “noble art”: fu un inglese, James Figg, nei primi anni del 1700 a dare regole e dignità di moderno sport alla boxe, aspirando a farne per l’appunto una “arte nobile”. Naturalmente tutti sanno che il pugilato era già praticato nell’antica Grecia e nell’antica Roma: ci sono statue di bronzo, quadri e sculture a testimoniarlo. Da questi reperti abbiamo anche appreso che già allora i pugni, per proteggere le nocche, durante le competizioni venivano fasciati con strisce di cuoio, nei quali a volte venivano inserite pure placche di metallo. «Ma un conto è vedere una riproduzione su un disegno, un altro è avere fra le mani l’oggetto originale in questione», dice il professor Andrew Birley, direttore degli scavi di Vindolandia, un fortino di truppe ausiliarie costruito dai Romani in Britannia nel 79 dopo Cristo, a circa due chilometri dalla parte meglio conservata del Vallo di Adriano, la grande fortificazione di pietra eretta per volere dell’omonimo imperatore per separare gli estremi confini settentrionali dell’Impero dalle tribù di barbari che vivevano a nord di questo, nell’odierna Scozia. L’oggetto a cui si riferisce l’archeologo è saltato fuori dagli scavi l’estate scorsa, insieme a sandali, spade e tavolette per scrivere: un paio di guantoni da boxe di pelle nera. Rinvenuti in condizioni quasi perfette, uno è imbottito di un materiale assorbente, l’altro di cuoio pressato: un indizio che, non contenendo le placche di metallo usate nei micidiali match di duemila anni or sono, probabilmente servivano per l’addestramento.
Almeno quando si allenavano, i pugili o gladiatori dell’epoca sapevano che sarebbero usciti vivi dal ring: per così dire, quest’ultimo non era ancora stato inventato. «Una scoperta straordinaria», la definisce il professore, raccontando alla Bbc che, quando se li è trovati davanti, gli si sono «rizzati i capelli in testa dall’emozione».
È la prima volta, afferma l’esperto, che guantoni da boxe dell’era romana arrivano fino a noi: forse venivano utilizzati dai legionari della guarnigione del forte per impratichirsi nelle tecniche di difesa personale, forse per attività ludiche e sportive nel tempo libero. Che vengano alla luce in Inghilterra, in tempi di Brexit, sembrerà appropriato ai nazionalisti: un buon numero di sport contemporanei, dal calcio al rugby, dal tennis alla boxe, sono nati qui. A uno storico parrà viceversa la dimostrazione che in Inghilterra quegli sport sono al massimo rinati: esistevano già prima, in forma leggermente diversa, da qualche altra parte. Il pugilato, agli inglesi, glielo abbiamo portato noi: letteralmente, fin sotto il Vallo di Adriano.