Corriere della Sera, 21 febbraio 2018
Il lupo della teppa
Dopo avere visto i cinque lucignoli della provincia di Pistoia strappare il bastone a un anziano invalido, farlo cadere per terra, riprendere la vigliaccata col telefonino e diffonderla su Facebook, ho chiamato il peggiore teppista della mia adolescenza. Oggi fa un lavoro serio e per osmosi è diventato serio anche lui, ma all’epoca ne combinava di ogni. La sua specialità consisteva nel tirare stecche sul sedere alle pensionate che trascinavano la borsa della spesa. Gli ho chiesto di paragonarsi ai suoi moderni epigoni. «Io non mettevo le mie prodezze sui social» ha risposto. «Bella forza» ho replicato, «a quei tempi non c’erano». «Ma c’erano le macchine fotografiche. Avrei potuto farmi riprendere anch’io. Non l’ho mai fatto perché avevo paura di essere scoperto dai miei genitori. Volevo la gloria dei coetanei, ma temevo la furia degli adulti. Invece i bulli di Pistoia hanno pubblicato il video, pur sapendo che avrebbe portato alla loro identificazione, come infatti è avvenuto. Noi facevamo idiozie per provare il brivido della trasgressione. Questi le fanno perché sanno di restare impuniti. Smisi di tirare stecche alle vecchiette il giorno in cui un passante mi diede un ceffone. Uno choc del genere servirebbe anche a loro: io di colpo diventai grande».
Gli ho risposto che a volte i ceffoni fanno danni. Mentre entrambi abbiamo convenuto che un anno di servizi sociali in qualche ospizio di Pistoia, a cambiare il pannolone agli anziani, farebbe miracoli.