Il Messaggero, 20 febbraio 2018
Islanda, guerra alla circoncisione la rivolta di ebrei e musulmani
Nel Parlamento islandese è allo studio una legge particolarmente severa contro la circoncisione sui bambini, una pratica antichissima imposta dalla religione sia ebraica che islamica, solitamente viene praticata sui neonati. Il testo della legge ha sollevato un putiferio in mezza Europa, anche perché il Parlamento islandese è il primo ad avere calendarizzato un passaggio legislativo del genere. Il testo propone sei anni di prigione per coloro che vengono ritenuti responsabili di rimozione di organi, o parti di organi sessuali.
Una normativa simile in Islanda è già in vigore anche se riguarda solo la mutilazione genitale femminile, che è illegale dal 2005 ma non quella sui bambini di sesso maschile. L’iniziativa politica è stata immediatamente al centro di una battaglia trasversale e interreligiosa che ha unito cristiani, ebrei e musulmani e che, piano piano, si è estesa al resto dell’Europa, visto che se la legge passasse costituirebbe un precedente anche per gli altri Paesi dell’Unione.
«QUESTIONE DI CIVILTÀ»
Salmann Tamimi, presidente dei musulmani islandesi, ha guidato la protesta: «È un attacco alla religione». L’aria che tira non è delle migliori anche perché il blocco dei parlamentari che la spingono hanno spiegato che non c’è bisogno di sentire le associazioni ebraiche o islamiche per andare avanti, che si tratta di una «questione di civiltà» e pensata per la tutela dei bambini ai quali verrà risparmiata la recisione del prepuzio. Insomma una violazione. Per la cultura ebraica la circoncisione viene fatta sui neonati la prima settimana di vita.
La vescova protestante, Agnes Sigurðardóttir, ha chiesto una riflessione generale; a suo parere il testo di legge finisce per criminalizzare i fedeli ebrei e musulmani. «Ci sono forme di estremismo che è bene evitare». In Islanda i partiti che intendono appoggiare il progetto al momento sono quattro e non sembrano disposti a mediazioni. Non è la prima volta che in Europa si affacciano suggerimenti simili.
Alcuni anni fa era accaduta in Germania una cosa analoga anche se allora si era trattato della sentenza del tribunale di Colonia: aveva messo nero su bianco che la circoncisione dei neonati per motivi religiosi resta una lesione corporale e dunque andrebbe vietata. Quei pochi millimetri di pelle del prepuzio erano riusciti a compattare subito le tre religioni abramitiche. Probabilmente anche Gesù stesso era circonciso secondo l’antico precetto ebraico.
A Colonia i giudici avevano deciso sul caso di un ragazzo musulmano, portato d’ urgenza al pronto soccorso per le conseguenze di un’ operazione andata male. Alla lettura della sentenza il Rabbino capo di Berlino aveva tuonato: «si tratta di una dichiarazione di guerra all’ ebraismo», e anche la comunità musulmana era pronta a scendere in piazza.