il Giornale, 20 febbraio 2018
Una lettera dal fronte, cento anni dopo. Appello social in Francia: «Diteci chi è»
La Storia ai tempi dei social network. Si ripercorre, si ricostruisce e si conclude, con tanto di lieto fine, grazie a un banale ma efficacissimo messaggio via Twitter. Succede in Francia, dove la polizia di Marsiglia, dopo aver perquisito un appartamento in seguito a un furto, trova una lettera datata 27 maggio 1915. La firma è di un soldato, il furiere Jean Soulagnes, matricola 3.336. E l’appello, rivolto all’amico Jean Auduffren, è accorato: «Mi rivolgo a lei come al migliore e unico dei miei amici», scrive il giovane, con il tono tipico del suo tempo, spiegando di essere in partenza «entro poche ore, per una destinazione incerta dove devono accadere grandi cose». Cosciente che le cose possano prendere una brutta piega, che il suo destino potrebbe essere presto segnato, il furiere fa all’amico «un appello supremo»: «Non rifiuti il doloroso servigio, in caso di evento grave, di avvertire la mia famiglia e la mia fidanzata che prima di morire, dopo aver donato la mia vita al Paese, la mia anima non pensa che a loro e invia il mio addio supremo».
La lettera dell’ufficiale colpisce le forze dell’ordine francesi, che svolgono le prime indagini per poi decidere di lanciare via Twitter la caccia ai destinatari. «È un vero rebus storico e noi non abbiamo genealogisti», spiega Arnaud Louis, responsabile comunicazione della Direzione dipartimentale pubblica sicurezza delle Bocche del Rodano, il dipartimento in cui è stata recuperata la missiva. Da qui la pubblicazione del messaggio online: «E se con il vostro aiuto riuscissimo a trovare la famiglia del sergente della 75esima divisione?» chiedono attraverso l’account Police national 13. Detto fatto, il tweet scatena una sfilza di condivisioni e «mi piace» che sfiorano in tutto quota 7mila. La storia colpisce, commuove e incuriosisce. Anche improvvisati esperti e chi intende sostenere l’iniziativa della polizia. L’aggiornamento è in tempo reale e non potrebbe essere altrimenti nell’epoca della condivisione social. «Centralizziamo le informazioni che ci arrivano e avanziamo rapidamente», spiegano le forze dell’ordine. Fino all’epilogo, un lieto fine degno dei migliori romanzi. Soulagnes è morto a 24 anni, due settimane dopo aver firmato la missiva, l’8 giugno 1915, a Hebuterne (Pas-de-Calais) durante i combattimenti nel Nord della Francia. E anche la famiglia è stata rintracciata grazie alla «indagine partecipativa». Trovati gli eredi del giovane sergente. E ora si aspetta di rintracciare anche la famiglia dell’amico. Intanto i ringraziamenti urbi et orbi, in attesa dei nuovi sviluppi di quella che anche la polizia ha ribattezzato «indagine storica». «Un grande grazie a tutti e tutte. Vi terremo aggiornati al più presto sugli sviluppi».