Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  febbraio 20 Martedì calendario

Pure la Raggi pensa al voto: soldi a pioggia ai dipendenti

Roma La Roma a Cinque Stelle non è diversa. Il 4 marzo ci sono le elezioni e il potere rispolvera la vecchia consuetudine di curare i propri clientes. 
Ecco allora un po’ di denaro pubblico per solleticare la pancia degli elettori che lavorano al Campidoglio. Con un’operazione degna della vecchia Democrazia cristiana, a Palazzo Senatorio un esercito di 15mila dipendenti si prepara ad avanzare, ricevendo in busta paga l’aumento di 60 euro lordi. Una progressione attesa dal 2009, anno in cui è maturato l’ultimo avanzamento di livello. Il 27 febbraio, a 5 giorni dal voto, gli scatti di carriera annunciati a dicembre scorso dal Movimento diventeranno realtà. Il tempo è quello buono, non troppo lontano dal voto, perché si sa che poi si fa in fretta a dimenticare. I Cinque Stelle stringono un patto con i travet capitolini e trova l’intesa con i sindacati del pubblico impiego. Una doppia mossa che stona con le ambizioni del primo grillismo, che non nasceva certo statalista e vicino ai «colletti bianchi».
La giunta Raggi, a tempo di record, è riuscita a perfezionare la procedura selettiva per le progressioni economiche orizzontali 2017/2018 del personale non dirigente di Roma Capitale. Un lavoro pachidermico, ben 15.790 le domande valutate da una commissione di 5 persone in appena ventiquattr’ore. La determina che nomina l’organismo presieduto da Angelo Ottavianelli, direttore del dipartimento Organizzazione e Risorse Umane di Roma Capitale, è del 20 dicembre, la pubblicazione delle graduatorie sull’albo pretorio del Campidoglio del 22. 
Secondo alcuni il merito è della tecnologia di avanguardia con cui sono stati scrutinati i dati dei candidati, secondo altri la risposta è nella politica delle maglie larghe che avrebbe ispirato i lavori. Sì perché della pioggia di domande ne è stata respinta solo una piccolissima quantità: l’1,5 per cento. Semaforo verde per gli altri. Per 4mila dipendenti l’aumento scatterà dal mese di febbraio, mentre per altri 11mila verranno calcolati anche gli arretrati dovuti dal novembre scorso, per un totale di 240 euro circa. 
Secondo Pietro Costabile, della Uil Fpl Roma e Lazio, «le progressioni compensano la mancata applicazione del contratto decentrato, sottoscritto a luglio scorso, e che avrebbe dovuto essere applicato a partire dal primo ottobre 2017 nel 70 per cento dei dipendenti e per l’altro 30 per cento dal primo febbraio 2018». 
Ed è proprio la tempistica che lascia perplessi, non si poteva tanta tecnologia applicare secondo le scadenze previste dal contratto? E il mese di ottobre quando verrà liquidato? «La sensazione – commenta il segretario romano del Pd Andrea Casu dalle colonne de Il Messaggero – è che sia l’ennesima mossa della sindaca Raggi per fare campagna elettorale». 
I grillini sono «semplicemente imbarazzanti», per Davide Bordoni, capogruppo di Forza Italia in Campidoglio e candidato alla Camera dei Deputati. «La giunta pentastellata – attacca Bordoni – è diventata l’emblema della vecchia politica e, proprio come il governo Gentiloni con i dipendenti statali, aumenta gli stipendi ai comunali in vista del voto».