La Stampa, 20 febbraio 2018
Intervista a Manuel Agnelli: «Grazie a X Factor ora posso fare la tivù che mi piace»
Manuel Agnelli approda in Rai e lo fa «per dare ossigeno alla tv», perché è proprio Ossigeno il titolo del programma che andrà in onda da giovedì su Rai 3, in seconda serata: «Sarà una boccata di aria fresca. In musica. Ma non solo, perché ci saranno anche scrittori e attori». Per citarne alcuni, Paolo Bonolis, Claudio Santamaria, Paolo Giordano, gli Editors, Joan As Police Woman, Vasco Brondi e i Gizmodrome (Steward Copeland dei Police, Adrian Belew dei King Crimson, Mark King dei Level 42 e Vittorio Cosma). Accanto ad Agnelli ci sarà l’immancabile Rodrigo D’Erasmo, compagno di avventura negli Afterhours e a X Factor.
Manuel, prima Sky ora Rai, ormai è diventato un uomo di tv?
«No, non mi vedo così. Il programma che faccio non è molto diverso dal festival che organizzavo, “Hai paura del buio?”, si parla un po’ di più, però si suona tanto e ci sono le performance. Alla fine sto portando in tv quello che ho sempre fatto. E il bello è che non mi sono adattato più di tanto, anzi sto facendo ciò che dicevo di voler fare andando a X Factor. È uscito anche un film su Caravaggio di Sky (al cinema dal 19 febbraio, ndr) con la mia “voice over”, che è una di quelle cose che non mi sarei potuto permettere qualche anno fa. Lo stesso vale per Ossigeno».
Come le è venuta l’idea di questo programma?
«In realtà è venuta agli autori Paolo Biamonte, Massimo Martelli e Sergio Rubino. Avevano già lavorato con me: mi conoscono molto bene e volevano fare un programma più sperimentale. Sono contento che mi abbiano scelto perché anche io avevo voglia di fare tv in un’altra maniera. Questo sarà il mio programma, ci saranno la mia visione delle cose, le mie scelte. Farò me stesso nel mio ambiente».
Teatro dello show sarà il Lanificio di Roma: registrate o andate in diretta?
«Per fortuna registriamo, così possiamo metterci molti più ingredienti. Io non sono un personaggio televisivo e solo un mostro avrebbe potuto fare questo programma in diretta. Ci sono, eh, ma non io. Io non sono un presentatore, ma voglio fare approfondimento vero: registrando, posso farlo. Ogni puntata durerà 47-48 minuti, andremo avanti per cinque appuntamenti. Sempre che non sia un flop e non ci chiudano prima...».
Ci racconti qualcosa in più, come sarà questo «Ossigeno»?
«Abbiamo trasformato il Lanificio in loft, l’atmosfera sarà informale e calda. Il pubblico non farà decoro come in uno studio tv, è pubblico vero, da concerto. E spesso sarà composto dagli stessi ospiti. Paolo Giordano si è fermato due giorni di fila».
Come ha scelto gli ospiti?
«Dovevano piacermi musicalmente o culturalmente. E poi essere disponibili... insomma, non è abbiamo un grande budget. È servita tanta creatività. Non potevamo permetterci il cachet di ospiti da New York, ecco. Però fra gli artisti internazionali in giro in Europa ce n’erano molti che mi piacevano. Qualcuno ha accettato di venire perché si fida di me. Non è un programma dove si viene a fare promozione. Nella prima puntata Santamaria suonerà e canterà, Bonolis farà una cosa molta diversa dal solito, vedrete».
C’è un ospite che le ha fatto particolarmente piacere avere?
«Emidio Clementi dei Massimo Volume, è tantissimo tempo che non suonavamo insieme. È uno dei meno conosciuti ma per me dei più importanti».
Lei sarà sempre in scena durante le esibizioni?
«Non sempre, ma tanto. A volte solo come musicista».
Cambio di scena: tornerà a «X Factor»?
«Siamo ancora in trattativa, devo capire bene qual è il mio ruolo. Avevo detto che avrei voluto portare la musica più al centro ma ho fallito, anche se con le band ho fatto un percorso più preciso dell’anno prima. L’unica cosa degna di nota uscita da lì ce l’avevo io e non mi riferisco solo ai Måneskin. Continuo a pensare che XF possa fare tanto per la musica. Ho ancora voglia, ma il livello del tavolo dei giudici sulla competenza musicale deve migliorare».