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 2018  febbraio 20 Martedì calendario

Il nazismo occulto. Maghi e astrologi al servizio di Hitler

A leggere le recensioni uscite l’anno scorso sui giornali anglosassoni, il verdetto su I mostri di Hitler di Eric Kurlander, appena tradotto in Italia (Mondadori, pp 600, € 30), sembra scontato. Definitivo, esaustivo, denso ed erudito sono gli aggettivi impiegati dai recensori, per la maggior parte entusiasti. Tuttavia, dopo aver affrontato il volumone composto per quasi un terzo di note e indici, bisognerà, almeno parzialmente, cantare fuori dal coro. L’opera infatti non mantiene le promesse: troppe ripetizioni, un uso delle fonti disinvolto, una tesi di fondo, la cultura esoterica e misterica (Kurlander introduce il concetto un po’ vago di soprannaturale) come parte integrante del credo nazista, alla fine tutt’altro che dimostrata. Non che il libro sia privo di valore: l’apparato critico è imponente e specialmente il capitolo sulla «guerra del Terzo Reich all’occulto» apre una nuova e interessante finestra sul rapporto ambiguo del partito nazista con l’occulto.
L’intento dell’autore, professore di storia alla Stetson University in Florida, è di correggere la visione «revisionista» di autori di riferimento come Nicholas Goodrick-Clarke e Corinna Treitel per i quali il rapporto del nazismo con il soprannaturale è tutto sommato secondario. Per farlo Kurlander squaderna citazioni a raffica, talvolta anche un po’ troppo liberamente: la Germania nazista sembra un film di Indiana Jones, un capitolo di Thomas Pinchon se non Castle Wolfenstein, il popolare videogioco gotico-nazi.
Espressioni come «a quanto pare», «sembra che» spuntano con un po’ troppa insistenza, come nella citazione di un titolo dell’esoterista tedesco Ernst Schertel, Magia: storia, teoria e pratica della metà degli Anni 20, che Hitler avrebbe «quasi certamente» letto e sottolineato. Una nota spiega che il volume viene da una «biblioteca di Hitler» (una delle molte) ritrovata a Berchtesgaden dagli americani. Il rimando è a un articolo sulla rivista The Atlantic dove però uno storico che si è occupato della collezione di 3 mila volumi spiega: «C’erano pochi indizi che molti di questi libri avessero fatto parte della sua (di Hitler ndr) biblioteca personale e ancora meno prove che ne avesse letto alcuni». Nonostante questo, nel seguito del suo libro Kurlander lascia da parte ogni dubbio e usa le presunte sottolineature del Fuehrer come fondamento dei suoi ragionamenti.
La «Thule-Gesellschaft» di Von Sebottendorf è presentata come una società esoterica incubatrice del futuro partito nazista, mentre (a parte le riserve sulle affermazioni di un personaggio poco attendibile come il fondatore), c’è da chiedersi se l’occultismo non fosse invece un paludamento per coprire l’attività più propriamente politica e anticomunista.
Tra la miriade di note interessanti e preziose che punteggiano il testo non mancano apparenti imprecisioni, come quando si scrive che Jung teneva «un libro degli incantesimi per fare magie in nome di Baldur» (il dio norreno, ndr). La fonte è stranamente una versione online (irraggiungibile) del libro junghiano Ricordi, sogni e riflessioni. Nella versione cartacea americana del 1989 tuttavia il rimando non esiste. C’è invece una citazione di Baldur in un altro libro simile ma non considerato nella nota: Jung parla, interviste e incontri dove a pag 179 dell’edizione americana lo psicanalista racconta di un contadino svizzero che farebbe incantesimi in nome di Baldur. Ma è una storia diversa.
Kurlander cita profusamente come fonti attendibili libri come Le cause occulte della guerra odierna (1940) del giornalista scozzese Lewis Spence, autore di testi su Atlantide che teorizzava come i britanni provenissero dal nordovest dell’Africa. Altrettanto utilizzato è il libro del 2002 di Victor e Victoria Trimondi Hitler, Buddha, Krishna, un’empia (unholy) alleanza dal Terzo Reich a oggi. Gli autori, marito e moglie che prima di cambiare nome si chiamavano Herbert Röttgen e Mariana Déçus, sono stati spesso criticati per la mancanza di accuratezza dei loro lavori.
In alcune parti del libro, come ad esempio nell’epilogo, Kurlander mostra di non ignorare come l’occultismo per quanto apprezzato sia comunque solo una componente del fenomeno nazista e altri fattori più materiali come l’economia e la situazione sociale e politica del primo dopoguerra abbiano contribuito potentemente all’ascesa di Hitler, tuttavia in alcuni capitoli la Germania nazista sembra un enorme manicomio popolato da dementi che si credono Thor.
All’opposto, in un libro come I proscritti (1930) di Erst von Salomon che racconta l’epopea maledetta dei freikorps al tempo della Repubblica di Weimar, il background occultista e mistico è assente. Così come un osservatore predisposto alle fumisterie romantiche come Alphonse de Chateaubriant non coglie, nel 1937, alcuna atmosfera esoterica nel suo estatico ritratto della Germania hitleriana Il Fascio di forze che gli varrà il devastante giudizio di Brasillach «un babbeo nel Walhalla». Anzi, quando a un tedesco viene chiesto che cosa pensi di Wotan, la risposta è «Wotan? Ma Odino non è più niente per noi, niente di più di quel che sia per voi (francesi, l’antica divinità celtica ndr) Teutate».
Tra le due guerre, le credenze nel paranormale, forse particolarmente radicate tra i tedeschi, erano diffuse in tutte le culture e ancora lo sono. Se i nazisti consultavano gli oroscopi, lo stesso faceva molto tempo dopo anche Ronald Reagan, attraverso la moglie Nancy fanatica dell’astrologia.
Secondo Marco Pasi, studioso di esoterismo che insegna storia all’Università di Amsterdam, «il rapporto tra esoterismo e modernità è un rapporto molto più complesso e ambiguo di quanto si credeva in precedenza, secondo una vecchia vulgata di stampo positivista. Lo dimostra il fatto che, prima della Prima Guerra Mondiale, un numero significativo di movimenti di tipo occultista ed esoterico erano vicini a posizioni progressiste. Non è quindi sostenibile l’idea che l’esoterismo si identifichi solo ed esclusivamente con movimenti politici reazionari o di estrema destra».
I mostri di Hitler è una preziosa miniera di dati, ma l’immagine che comunica della Germania nazista è per lo meno discutibile.