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 2018  febbraio 20 Martedì calendario

Padre e madre arrestati nel Palermitano: vendevano la figlia di 9 anni per 25 euro o qualche regalo

Due anziani, uno nato nel 1939, un altro nel 1955, e la bambina, nata nel 2006: una storia horror di pedofilia. Vittima una bimba abusata per oltre 24 mesi, tra i 9 e gli 11 anni. Storia da brividi, storia di miseria, perché padre e madre – ieri messi agli arresti domiciliari, così come i presunti pedofili – avrebbero venduto la figlia per una manciata di euro. Succede tutto a Trappeto, una sessantina di chilometri da Palermo: povertà, ignoranza e perversione fanno da sfondo a una vicenda su cui indagano i carabinieri della Compagnia della vicina Partinico, dopo la denuncia di un uomo che ha visto la piccola in campagna, costretta ad appartarsi con uno dei due anziani. Ad assistere a quella violenza, come il testimone ha raccontato ai carabinieri, c’era anche il padre della bambina.
Roba da non credere, eppure a Palermo, negli anni ’90, nel popolare quartiere dell’Albergheria ci furono anche condanne a vent’anni per pedofili e genitori che vendevano i figli. Una sorta di cooperativa degli orrori, che aveva segnato irrimediabilmente le vite di ragazzini che oggi sono giovani donne e uomini. Nulla di inedito, le indagini su fatti del genere hanno toccato contesti di degrado come un altro rione popoloso e difficile come lo Zen, dove si è saputo di dodicenni vendute per un abbonamento a Sky. Guai a chiamarle baby prostitute: sono vittime di violenza sessuale, le condanne possono essere pesantissime. Allo Zen, infatti, un padre ne uscì con una pena di 15 anni. Ma i precedenti non spaventano, evidentemente: ecco la storia di Trappeto, paese della costa, in cui gli inquirenti hanno sottratto la piccola alla famiglia e, con l’aiuto di una psicologa, hanno scoperto che oltre al padre c’entrava pure la madre: sarebbe stata lei, in cambio di cifre comprese tra 5 e 25 euro, a organizzare gli incontri della figlia e a partecipare, alcune volte, di persona, quando i rapporti venivano consumati in casa della coppia.
L’elenco delle pratiche sessuali lascia basiti come l’età della bambina, costretta a vivere un calvario che difficilmente potrà dimenticare. Incredibile sentire la sua testimonianza, in cui non manifesta rancore nei confronti dei genitori e anzi dice di essere dispiaciuta di essere stata separata da loro: «Non sono arrabbiata con mamma, perché lei non mi ha mai fatto niente di male», detta a verbale. Non capisce fino in fondo, sostengono gli esperti, il senso di ciò che lei stessa racconta con dettagli minuziosi: rapporti con un amico di famiglia, che l’avrebbe “pagata” con un regalo di compleanno, incontri in casa con l’altro uomo, assieme alla mamma, anche quando c’era il padre, che, però, dormiva «perché era stanco».
Pur non volendo male al papà e alla mamma, nella sua ingenuità infantile la bimba esprime un concetto semplicissimo, per descrivere l’orrore subito: «Mi hanno rovinato la vita». Cosa espressa con il turbamento, il disagio e con le «quote di rabbia e aggressività» riscontrate dagli esperti che l’hanno visitata. Temeva piuttosto di essere punita, provava sensi di colpa, non riusciva a capire l’atteggiamento della madre: da una parte manifestava vicinanza a lei, dall’altra la vedeva pronta a tradirla e a svenderla. A contribuire alla violenza e all’umiliazione che le resteranno dentro, per sempre.