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 2018  febbraio 19 Lunedì calendario

APPUNTI SULL’UOMO PECORA PER GAZZETTA

Vent’anni fa primi tentativi di avere chimere uomo-animale 

Usate cellule di mucca, conigli e topi (ANSA) - ROMA, 19 FEB - Risalgono a vent’anni fa i primi tentativi di ottenere, fra polemiche e limitazioni, degli ibridi tra uomo e animale, per studiare malattie umane o ottenere delle fonti di staminali, o come nel caso dichiarato per l’embrione ibrido uomo-pecora, con l’obiettivo futuro di poter avere degli organi da trapiantare. Un anno fa circa era stato realizzato un embrione di uomo e maiale dallo stesso gruppo di ricerca dell’Università della California Davis, ma il primo tentativo riportato è quello dell’Universita’ della California a San Francisco, dove nel 1997 il gruppo guidato dal biologo Roger Pedersen aveva trasferito nuclei di cellule umane all’interno di ovociti di scimmie. L’esperimento californiano è fallito per l’incompatibilita’ fra il Dna umano e quello mitocondriale degli animali. L’anno successivo invece la Advanced Cell Technology, una piccola compagnia statunitense, ha affermato di essere riuscita ad ottenere cinque embrioni ’chimera’ con la stessa tecnica, che in linea teorica avrebbero potuto svilupparsi. Negli anni successivi le cronache riportano il tentativo di Panayiotis Zavos, un ricercatore del’universita’ del Kentuky che nel 2003 ha affermato di aver ottenuto embrioni uomo-mucca sopravvissuti per almeno una notte, e quello della Shanghai Second Medical University, che nello stesso anno ha annunciato la creazione di ibridi uomo-coniglio. Altre notizie sono arrivate nel 2004, quando la Mayo Clinic in Minnesota ha prodotto maiali con cellule del sangue umane, e nel 2005, quando il Salk Instituteo ha riportato di aver ottenuto un topo con lo 0,001% di cellule umane. (ANSA). Y91-BR 19-FEB-18 15:42 NNNN

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Bioetica contro embrioni ibridi, dubbi scientifici ed etici 

Pessina(Cattolica),esiti imprevedibili. Nel 2009 il ’no’ del Cnb (ANSA) - ROMA, 19 FEB - La creazione di embrioni chimera uomo-animale, sia pure a fini considerati terapeutici come ad esempio i trapianti d’organo, pone una serie di "obiezioni, sia di natura scientifica sia di natura etica". A sottolinearlo, in merito all’annuncio negli Usa della formazione in laboratorio di un embrione ibrido uomo-pecora, è il direttore del Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Adriano Pessina, ricordando come anche il Comitato nazionale di bioetica (Cnb) si sia in passato pronunciato negativamente rispetto a tali tecniche. "Questo ennesimo esperimento - spiega Pessina - ripropone la questione dei confini che la ricerca si deve dare quando apre le porte ad una ibridazione cellulare in cui ne va del significato biologico e simbolico dell’umano. Come sempre - sottolinea - questo esperimento tenta di legittimarsi in nome dei possibili futuri esiti terapeutici. Ma proprio perché la ricerca scientifica dichiara di avere come scopo la salute dell’uomo dovrebbe assumere come punto di partenza il rispetto della dignità umana, che è anche rispetto della sua condizione corporea e della sua specificità biologica". In estrema sintesi, rileva il bioeticista, "le obiezioni nei confronti di queste ricerche, peraltro già espresse da vari documenti, sono sia di natura scientifica, perché l’eventuale creazione di organi biologicamente compatibili con l’uomo non supera affatto tutte le questioni del rigetto e delle possibili violazioni delle barriere specifiche in ordine alla trasmissione di malattie, sia di natura etica e antropologica mettendo in conto che l’uomo, la persona umana, non può essere esposta, in termini simbolici e in termini biologici alla possibilità di una ibridazione, per ora di un insieme di cellule, di cui non si possono prevedere né gli esiti né l’estensione". Già nel 2009, il Cnb approvò un parere negativo rispetto agli embrioni chimera e alla ricerca utilizzando organismi ibridi. In Italia questo tipo di ricerca è vietata dalla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita e dal punto di vista bioetico, aveva rilevato il Cnb, il concetto di ’interspecie’ rappresenta un rischio per la dignità dell’uomo. Per questo, il Comitato chiese una moratoria di questo tipo di sperimentazioni anche negli altri paesi.(ANSA). CR 19-FEB-18 16:19 NNNN 

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= IL PUNTO = Embrione uomo-pecora, servira’ a coltivare organi = 

(AGI) - Londra, 19 feb. - E’ destinata a far discutere e creare polemiche la notizia che per la prima volta e’ stato realizzato un embrione pecora-uomo, che potrebbe un giorno rappresentare il futuro della donazione di organi. Il successo apre infatti la strada alla possibilita’ di far crescere organi da trapiantare all’interno degli animali e quindi personalizzare geneticamente gli organi in modo che siano compatibili con la persona che li riceve. Il team della Stanford University, in California, ha coltivato embrioni contenenti una cellula umana per ogni 10.000 cellule ovine e ha tenuto in vita l’animale surrogato per tre settimane. L’introduzione di cellule staminali umane in embrioni di pecora crea una creatura che al 99% pecora, ma anche in piccola parte umana. E’ solo un primo passo: La parte  umana degli embrioni creati nell’esperimento (prima di essere distrutti dopo 28 giorni) era estremamente piccola, ma il semplice fatto che sia stato creato avvicina l’ingegneria genetica alla fantascienza. (AGI) Bia (Segue) 191714 FEB 18 NNNN

= IL PUNTO = Embrione uomo-pecora, servira’ a coltivare organi (2)= 

(AGI) - Londra, 19 feb. - Ora gli scienziati progettano di impiantare cellule staminali umane in embrioni di pecore che sono stati geneticamente modificati per sviluppare un pancreas nella speranza che le cellule umane introdotte crescano per sostituire l’organo mancante. "Abbiamo gia’ creato un pancreas di topo nei ratti e poi lo abbiamo trapiantato in un esemplare di topo diabetico, curandolo quasi completamente", ha raccontato il responsabile del progetto, Hiro Nakauchi, che a Stanford insegna genetica. Gli scienziati sostengono che far crescere organi umani  all’interno degli animali potrebbe non solo aumentarne l’offerta, ma addirittura consentire di modificare geneticamente gli organi perche’ siano compatibili con il sistema immunitario del paziente che li riceve; e siccome  verrebbero utilizzate le cellule del paziente si annullerebbe il rischio del rigetto. La ricerca si basa su esperimenti precedenti condotti da alcuni membri dello stesso team di Nakauchi, che erano riusciti a far crescere cellule umane all’interno di embrioni di suini, creando ibridi suini e umani che i ricercatori hanno descritto come chimere interspecie. "Finora, il contributo delle cellule umane e’ molto piccolo. Non e’ un maiale con un volto umano o un cervello umano. Ma e’ un primo passo". (AGI) Bia 191714 FEB 18 NNNN

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CORRIERE.IT –
Per la prima volta è stato creato in laboratorio un embrione ibrido uomo-pecora, in cui una cellula su 10 mila è umana. Un anno fa circa era stato realizzato un embrione di uomo e maiale dallo stesso gruppo di ricerca, dove le cellule umane erano una su 100 mila. L’annuncio arriva dagli scienziati dell’università della California a Davis al meeting della American Association for the Advancement of Science di Austin, in Texas. Gli embrioni sono stati distrutti dopo 28 giorni, tuttavia l’ibrido, hanno spiegano i ricercatori, rappresenta un passo verso la possibilità di far crescere organi umani negli animali.

L’idea di fondo
L’annuncio è stato dato durante una sessione dedicata alla produzione di organi xenogenici per i trapianti d’organo nel corso dell’annuale meeting AAAs in corso ad Austin, in Texas. Uno dei problemi principali per gli xenotrapianti, cioè il trapianto di organi animali negli uomini, è il rigetto, mentre l’altro è la possibile infezione con virus animali. Gli scienziati stanno tentando di combinare embrioni di animali nelle loromprime fasi di sviluppo , con cellule di pazienti umani in attesa di trapianto, in modo da far sviluppare agli animali organi “umani” che supererebbero il problema del rigetto. Inoltre le nuove tecniche di editing del Dna, come per esempio la Crispr/Cas9, potrebbero in teoria aiutare a modificare specifici geni disattivando la loro capacità di «codificare» per infezioni da retrovirus potenzialmente pericolosi per l’uomo. Perché un trapianto possa funzionare gli esperti ritengono che la percentuale di cellule umane in una chimera debba essere almeno dell’uno per cento, quindi siamo comunque ancora molto lontani da questo traguardo.

Il metodo
L’ibrido è stato ottenuto introducendo cellule staminali adulte riprogrammate nell’embrione di pecora, che poi è stato lasciato crescere per i 28 giorni che rappresentavano il limite massimo per cui l’esperimento aveva ottenuto l’autorizzazione, di cui 21 nell’utero di un animale. In questo lasso di tempo le cellule umane si sono riprodotte. «Anche se c’è molto da lavorare — ha dichiarato Pablo Ross, uno degli autori della ricerca — gli organi prodotti in queste chimere interspecie potrebbero un giorno costituire un modo per soddisfare la domanda di organi, trapiantando ad esempio un pancreas ibridizzato in un paziente». «L’uso delle pecore — ha spiegato ancora il ricercatore al quotidiano britannico Guardian— ha molti vantaggi rispetto al maiale, a partire dal fatto che bastano quattro embrioni e non cinquanta per far iniziare una gravidanza. Anche questo animale inoltre ha organi di dimensioni simili a quelli umani».

Problemi etici e prospettive
Ovviamente questo tipo di ricerca. pone notevoli problemi etici, peraltro ammessi e condivisi dagli stessi scienziati che hanno condotto l’esperimento . Non caso Pablo Ross, uno dei ricercatori dell’Università di California a Davis autore dello studio ha dichiarato: «Se scoprissimo che le cellule umana vanno nel cervello dell’animale non potremmo portare avanti il tentativo. Siamo consapevoli delle implicazioni etiche di questo tipo di esperimenti, ma del resto pensiamo possano offrire speranze, in prospettiva, per chi deve essere sottoposo a trapianto d’organo». «La mia considerazione, al di là dei problemi etici che derivano dall’aver creato un oggetto che è così contro natura, è che non vedo l’utilità di questi esperimenti — sottolinea il genetista Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma —. Se l’idea è usare questo metodo in funzione dei trapianti, se si ha una cellula umana insieme a una animale non si risolve il problema del rigetto. I ricercatori sostengono che attraverso le tecniche di gene editing, tra cui il Crispr, riusciranno a rimuovere anche questo problema togliendo i geni, ma io ho forti perplessità». «La tecnica Crispr», ricorda Dallapiccola, è ancora nelle prime fasi di sviluppo, e non dà garanzie. Ne parlano tutti, e nonostante i miglioramenti continui, alcuni anche grazie alla ricerca italiana, ancora ci sono molti problemi da risolvere, il primo dei quali è che la tecnica corregge il Dna da una parte, ma può produrre errori da un’altra. È tutto molto lontano dal trasferimento al paziente». «Il Comitato Nazionale di Bioetica— sottolinea l’esperto — si è già occupato della questione delle chimere qualche anno fa. «Il nostro parere è stato molto critico e le perplessità rimangono, almeno finché questo studio non verrà pubblicato su una rivista scientifica e potremo vederlo nel dettaglio, mentre ora è limitato ad una presentazione a un congresso».

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REPUBBLICA.IT –
Per la prima volta è stato creato in laboratorio un embrione ibrido uomo-pecora, in cui una cellula su 10.000 è umana. Si tratta di un passo avanti verso la realizzazione di organi xenogenici, organi umani coltivati all’interno di animali, per rispondere alla richiesta dei tanti in attesa di trapianto. Circa un anno fa era stato realizzato un embrione di uomo e maiale dallo stesso gruppo di ricerca, dove le cellule umane erano una su 100.000. A dare l’annunciogli scienziati dell’università della California Davis riuniti al meeting della American Association for the Advancement of Science di Austin, in Texas.

• LO STUDIO
L’ibrido è stato ottenuto introducendo cellule staminali adulte ’riprogrammate’ nell’embrione di pecora, che poi è stato lasciato crescere per 28 giorni, il massimo per cui l’esperimento aveva ottenuto l’autorizzazione, di cui 21 nell’utero di un animale.

Nel periodo le cellule umane si sono riprodotte, spiega Pablo Ross, uno degli autori, anche se per arrivare alla possibilità di avere un intero organo serve un rapporto di uno a 100. Nella stessa presentazione i ricercatori hanno spiegato di essere riusciti ad ottenere embrioni di pecora e maiale privi del pancreas grazie alla tecnica Crispr di ’copia e incolla’ del Dna, un passo ulteriore per far ’ospitare’ agli animali gli organi umani. "Anche se c’è molto da lavorare - sottolinea il ricercatore - gli organi prodotti in queste chimere interspecie potrebbero un giorno costituire un modo per soddisfare la domanda di organi, trapiantando ad esempio un pancreas ibridizzato in un paziente".

• ORGANI UMANI NEGLI ANIMALI
Gli scienziati sostengono che far crescere organi umani all’interno degli animali potrebbe non solo aumentarne l’offerta, ma addirittura consentire di modificare geneticamente gli organi perchè siano compatibili con il sistema immunitario del paziente che li riceve; e siccome verrebbero utilizzate le cellule del paziente si annullerebbe il rischio del rigetto. L’uso delle pecore, ha spiegato ancora Ross, ha molti vantaggi rispetto al maiale, a partire dal fatto che bastano quattro embrioni e non cinquanta per far iniziare una gravidanza. Anche questo animale inoltre ha organi di dimensioni simili a quelli umani.

• I TRAPIANTI
L’obiettivo ultimo, dunque, sono i trapianti. Ogni ora, negli Stati Uniti sei persone si aggiungono alla lista d’attesa nazionale per trapianto di organi, e ogni giorno 22 persone che sono nell’elenco muoiono. Mentre in Italia sono 9.000 le persone in attesa. Gli scienziati stanno vagliando diversi modi per arginare il problema della mancanza di organi da donare: alcuni stanno tentando la via delle stampanti 3-D in laboratorio; altri lavorano a organi meccanici, costruiti artificialmente; altri ancora appunto sulla creazione delle cosiddette ’chimere’, cioè di ibridi composti da due specie differenti.

• PREOCCUPAZIONI ETICHE
Ma questa opzione solleva preoccupazioni etiche, non ultima quella legata a che tipo di organismo sia quello misto che viene creato artificialmente e cosa succederebbe per esempio se le cellule umane arrivassero nel cervello dell’animale. Il dottor  Hiro Nakauchi dell’università di Stanford, che ha partecipato alla ricerca, smorza i timori: "Il contributo di cellule umane finora è molto basso. Non si tratta di un maiale con una faccia umana o un cervello umano" e "abbiamo pubblicato diversi documenti che mostrano che possiamo scegliere miratamente la regione" quindi si possono evitare cellule umane nel cervello.

.GLI ESPERTI ITALIANI
Dello stesso parere Giuseppe Novelli, genetista e rettore dell’università degli Studi di Roma Tor Vergata. Le prime chimere pecora-uomo "non devono fare paura - commenta - . La notizia è un passo avanti verso la realizzazione diorgani xenogenici, ovvero organi umani coltivati all’interno di animali, per rispondere alla richiesta dei tanti in attesa di trapianto". "Di fronte a questa grave carenza di organi - spiega ancora il genetista - gli scienziati di tutto il mondo hanno tentato due strade: quella degli xenotrapianti, ovvero l’utilizzo di organi animali destinati agli esseri umani, e quella di coltivare organi umani nell’animale", come nella ricerca americana. A ostacolare gli xenotrapianti è il rischio di trasmissione di malattie virali specifiche da una specie all’altra, "tanto che alcune ricerche sono mirate a bloccare questi virus che potrebbero risvegliarsi nell’organo trapiantato".

• TECNICHE ANTI-RIGETTO
Oltre alla carenza di organi da trapiantare, questo genere di xenotrapianti apre prospettive importanti anche per far fronte al problema della rigetto e della “durata” dell’organo trapiantato. “In molti casi i trapianti non sono per sempre – ha spiegato Emanuele Cozzi, docente all’Università degli Studi di Padova e Responsabile dell’Unità Operativa di Immunologia dei Trapianti presso l’Azienda Ospedaliera di Padova – . Ad esempio, nel caso del rene, oltre al rigetto, che può avvenire subito dopo o dopo il trapianto, circa la metà dei trapiantati va comunque incontro a rigetto dopo circa 15 anni dall’intervento, mentre nell’altra metà dei pazienti la durata di vita dell’organo è leggermente superiore. Così il paziente deve sottoporsi nuovamente a dialisi o ad un secondo trapianto, che risulta più complesso. Ma ci sono casi, come il trapianto di cuore o polmone, in cui spesso il paziente va incontro al decesso”.

Dunque, la nuova ipotesi potrebbe consentire di ridurre o eliminare il rischio di rigetto, consentendo una maggiore durata - potenzialmente illimitata, secondo Cozzi -, dato che, con questo metodo, l’organo trapiantato sarebbe composto da cellule umane che proverrebbero dallo stesso ricevente. Ma ci sono altri rischi da valutare e la strada è ancora lunga: dovranno essere svolti diversi studi, dal
punto di vista scientifico, tecnico, procedurale ed etico. Comunque, si tratta di un risultato scientifico rilevante, conclude l’esperto, che potrebbe aprire importanti strade terapeutiche.

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LASTAMPA.IT –

Per la prima volta è stato creato in laboratorio un embrione ibrido uomo-pecora, in cui una cellula su 10.000 è umana. Un anno fa circa era stato realizzato un embrione di uomo e maiale dallo stesso gruppo di ricerca, dove le cellule umane erano una su 100.000. L’annuncio arriva dagli scienziati dell’università della California Davis al meeting della American Association for the Advancement of Science di Austin, in Texas. L’ibrido, spiegano i ricercatori, è un passo verso la possibilità di far crescere organi umani negli animali.  

 

L’ibrido è stato ottenuto introducendo cellule staminali adulte «riprogrammate» nell’embrione di pecora, che poi è stato lasciato crescere per 28 giorni, il massimo per cui l’esperimento aveva ottenuto l’autorizzazione, di cui 21 nell’utero di un animale. Nel periodo le cellule umane si sono riprodotte, spiega Pablo Ross, uno degli autori, anche se per arrivare alla possibilità di avere un intero organo serve un rapporto di uno a 100. Nella stessa presentazione i ricercatori hanno spiegato di essere riusciti ad ottenere embrioni di pecora e maiale privi del pancreas grazie alla tecnica Crispr di «copia e incolla» del Dna, un passo ulteriore per far «ospitare» agli animali gli organi umani.  

 

«Anche se c’è molto da lavorare - sottolinea il ricercatore - gli organi prodotti in queste chimere interspecie potrebbero un giorno costituire un modo per soddisfare la domanda di organi, trapiantando ad esempio un pancreas ibridizzato in un paziente». 

L’uso delle pecore, ha spiegato ancora il ricercatore al Guardian, ha molti vantaggi rispetto al maiale, a partire dal fatto che bastano quattro embrioni e non cinquanta per far iniziare una gravidanza. Anche questo animale inoltre ha organi di dimensioni simili a quelli umani. 


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>ANSA-BOX/ Nei laboratori delle chimere, tori, mucche e conigli 

Gli esperimenti estremi e contrastati da fine del secolo scorso (ANSA) - ROMA, 19 FEB - I tentativi di ottenere degli ibridi uomo-animale hanno avuto un picco tra la fine del secolo scorso e i primi anni duemila per studiare malattie umane o ottenere delle fonti di staminali, o come nel caso dichiarato per l’embrione ibrido uomo-pecora, con l’obiettivo futuro di poter avere degli organi da trapiantare. Il primo tentativo riportato è quello dell’Universita’ della California a San Francisco, dove nel 1997 il gruppo guidato dal biologo Roger Pedersen aveva trasferito nuclei di cellule umane all’interno di ovociti di scimmie. L’esperimento californiano è fallito per l’incompatibilita’ fra il Dna umano e quello mitocondriale degli animali. L’anno successivo invece la Advanced Cell Technology, una piccola compagnia statunitense, ha affermato di essere riuscita ad ottenere cinque embrioni ’chimera’ con la stessa tecnica, che in linea teorica avrebbero potuto svilupparsi, utilizzando però cellule di mucca e di toro. Negli anni successivi le cronache riportano il tentativo di Panayiotis Zavos, un ricercatore del’universita’ del Kentuky che nel 2003 ha affermato di aver ottenuto embrioni uomo-mucca che si sarebbero sviluppati regolarmente per due settimane e teoricamente si sarebbero potuti impiantare in un utero umano. Nello stesso anno la Shanghai Second Medical University ha annunciato la creazione di centinaia di ibridi uomo-coniglio distrutti dopo aver prelevato le cellule staminali embrionali. Altre notizie sono arrivate nel 2004, quando la Mayo Clinic in Minnesota ha prodotto maiali con cellule del sangue umane, e nel 2005, quando il Salk Institute ha riportato di aver ottenuto un topo con lo 0,001% di cellule umane. Negli anni successivi questo tipo di ricerche ha avuto uno stop, sia per l’opposizione di tipo etico in diversi paesi che ha portato a veri e propri bandi a questo tipo di ricerche sia per mancanza di risultati, visto che in nessun caso si sono avute poi applicazioni pratiche hanno giustificato esperimenti così ’estremi’. Con lo sviluppo delle tecniche moderne di genetica, a partire dalla possibilità di fare un ’editing’ del Dna per cancellare interi geni, il vento sembra spirare di nuovo in favore di questi test. Ne sono prova la decisione del National Institute of Health americano di ricominciare a finanziare le ricerche in questo campo, annunciata a fine 2016, e quella identica presa dal governo giapponese, che dovrebbe entrare in vigore l’anno prossimo. (ANSA). Y91 19-FEB-18 17:56 NNNN
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RICERCA: ESPERTO VATICANO, INACCETTABILE EMBRIONE PECORA-UOMO = 

RICERCA: ESPERTO VATICANO, INACCETTABILE EMBRIONE PECORA-UOMO = Roberto Colombo (Pontificia Accademia Vita), nessuno scopo anche positivo puo’ giustificarlo Città del Vaticano, 19 feb. (AdnKronos Salute) - "Queste ricerche sono moralmente inaccettabili, nessuno scopo anche molto positivo può giustificarle eticamente". Lo dichiara all’AdnKronos, il professor Roberto Colombo, membro della Pontificia Accademia per la vita presieduta da monsignor Vincenzo Paglia e docente alla Facoltà di Medicina dell’università Cattolica di Roma, commentando l’annuncio della produzione di embrioni ibridi interspecie di PECORA includenti cellule staminali umane. "Lo scopo di questi esperimenti è quello di verificare la possibilità di far crescere, in embrioni e feti animali, tessuti istocompatibili che compongono organi di cui vi è richiesta per i trapianti nei pazienti e scarsità di donatori umani - osserva Colombo - Le cellule staminali pluripotenti potrebbero provenire da embrioni umani cresciuti in vitro, oppure dagli stessi pazienti in attesa di trapianto e quest’ultimo caso renderebbe possibile aggirare l’ostacolo del rischio di rigetto". "Numerose perplessità - prosegue l’esperto - sono state sollevate sul destino di queste cellule pluripotenti nel corpo embrionale in sviluppo dell’animale: esse potrebbero generare colonie di cellule differenziate anche in organi diversi da quelli attesi per il trapianto, non escluso il cervello, suscitando gravissime preoccupazioni antropologiche ed etiche. Non si deve inoltre trascurare di considerare che cellule staminali embrionali umane, utilizzate preliminarmente in simili esperimenti o come alternativa a quelle staminali multipotenti indotte di derivazione somatica dal corpo dell’uomo adulto, provengono da embrioni umani generati intenzionalmente in laboratorio e distrutti per isolarne le cellule e coltivarle in vitro". (Adnk/AdnKronos Salute) ISSN 2499 - 3492 19-FEB-18 17:46 NNNN
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REPUBBLICA.IT 10/8/2017 – TRAPIANTI DI ORGANI DAI MAIALI –Si fa più concreta la possibilità di usare i maiali come donatori di organi da trapianto per accorciare le liste di attesa: questo grazie al ’taglia-incolla’ del Dna, la famosa tecnica Crispr, che ha permesso per la prima volta di ottenere dei cuccioli di maiale con il genoma completamente riscritto e privato di alcuni virus ’nascosti’ e pericolosi per l’uomo. Il risultato è pubblicato su Science da un gruppo internazionale a cui hanno preso parte università e centri di ricerca statunitensi e cinesi, coordinati dall’azienda biotech eGenesis di Cambridge.
Il punto di forza di questo nuovo lavoro sta nell’aver riprodotto nei maiali vivi un risultato che finora era stato ottenuto solo su cellule coltivate in provetta, ovvero l’eliminazione dei retrovirus endogeni porcini: questi sono dei virus integrati nel genoma del maiale che possono essere inaspettatamente rilasciati, causando infezioni rischiose per la salute umana in caso di trapianto d’organo. La loro pericolosità è stata verificata in laboratorio dagli stessi ricercatori: i virus sono riusciti a ’saltare’ dalle cellule porcine alle cellule umane coltivate nella stessa provetta, e poi hanno continuato a propagarsi ad altre cellule umane mai entrate in contatto con quelle animali.
Dopo aver individuato la posizione esatta di queste mine vaganti nel Dna porcino, i ricercatori le hanno disinnescate usando le forbici molecolari della Crispr. I nuclei delle cellule così modificate sono stati trasferiti all’interno di cellule uovo private del loro nucleo originale: in questo modo si sono formati embrioni che poi, impiantati nell’utero di una scrofa, hanno dato vita a cucciolicompletamente privi dei virus, alcuni dei quali sono ancora vivi a quattro mesi dalla nascita. Il prossimo passo dei ricercatori sarà quello di tenere questi animali sotto stretto monitoraggio in modo da verificare l’insorgenza di eventuali problemi a distanza di tempo.