il Giornale, 19 febbraio 2018
La resa degli Anglicani ai campanili «wi fi»
Meno male che non è la Chiesa cattolica, la Chiesa d’Inghilterra. Ma gli anglicani sono pur sempre grosso modo cristiani, e dispiace vederli ridotti così. È successo che, grazie a un accordo, pinnacoli, guglie e campanili delle chiese facenti capo all’arcivescovo di Canterbury diventeranno ripetitori telefonici. Tutti contenti, pare. Le società di telecomunicazioni, che risparmieranno la spesa di strutture apposite. Il governo, che ha voluto l’intesa e fa niente che si senta odore di conflitto di interessi lontano un miglio (la gerarchia anglicana è sottomessa alla politica fin dalla sua origine scismatica: sopra Canterbury c’è Buckingham Palace). E infine il clero, che così immagina di agganciarsi alla modernità, almeno a sentire l’entusiastica dichiarazione del vescovo di Chelmsford: «Incoraggiare le chiese a migliorare la connettività aiuterà ad affrontare due dei più grandi problemi delle aree rurali, l’isolamento e la sostenibilità». Peccato che con tali parole Stephen Cottrell, questo il suo nome, ha dimostrato di voler servire il mondo anziché Dio. Gesù Cristo non ha fondato la Chiesa per risolvere i problemi dell’isolamento e della sostenibilità. Le chiese non sono state costruite per offrire un pulpito ai padroni di internet. I campanili non sono stati innalzati per trastullare con i siti porno i maschi dei dintorni. «Il tempio è sacro perché non è in vendita» ha scritto Ezra Pound che soggiornò proprio nell’Inghilterra rurale e proprio per godere del suo isolamento, condizione spesso artisticamente proficua (fosse vissuto al tempo della connessione perpetua invece dei Cantos avrebbe magari scritto Ti voglio bene come il poeta-youtuber Francesco Sole). Le chiese sono chiese quando non sono in affitto, quando non si paga il biglietto, e penso alla triste sorte delle cattedrali (stavolta cattoliche) profanate dal turismo e dalle casse all’ingresso. Gesù nella sua vita terrena è stato violento solo una volta, alla vista dei mercanti nel Tempio. Faccio notare che anche quegli antichi commercianti ebrei, proprio come le società telefoniche di oggi, fornivano servizi utili e graditi (cambiavano la valuta necessaria per le offerte, vendevano gli animali necessari per il culto...). Eppure Gesù li cacciò a sferzate in nome del rispetto che si deve alla casa di Dio. Capisco che il concetto di purezza sia difficile da far entrare nella testa di chi appartiene a una Chiesa fondata per ragioni di potere e di letto e affondata nel sangue delle mogli di Enrico VIII, assassinate dal medesimo con la benedizione degli arcivescovi dell’epoca. Poi però non ci si deve stupire se i banchi si svuotano, se i fedeli in vent’anni si sono dimezzati (ormai gli anglicani sono solo il 15% degli inglesi), se 2mila parrocchie hanno meno di dieci praticanti ognuna. La decisione della Chiesa d’Inghilterra sa di resa, e nessuno si aggrega a una religione che ha smesso di testimoniare. Questa storia sembra soltanto malinconica ma invece è tragica: se i campanili non sono più credibili chi sente il richiamo del sacro si rivolge ai minareti.