Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  febbraio 19 Lunedì calendario

Israele minaccia «i tiranni di Teheran»

Monaco La Conferenza sulla sicurezza si chiude con una minaccia che rischia di alimentare un’escalation nell’area più calda del Medio Oriente. Per il suo esordio a Monaco, Benjamin Netanyahu sceglie il colpo di teatro, sventola a fine discorso un pezzo di un drone all’indirizzo del ministro degli Esteri iraniano Mohammed Zarif, seduto in platea. «Lo riconosci?». Secondo il premier israeliano non è un drone qualunque, è quello che il 10 febbraio scorso ha rischiato di far esplodere la situazione tesissima che si registra da mesi sul confine siriano. Un drone colpito dopo aver violato lo spazio aereo israeliano, e che aveva scatenato una rappresaglia in Siria finita con un F- 16 israeliano abbattuto sulla via del ritorno. Secondo Netanyahu, da Teheran.
Il confronto diretto tra i due arcinemici tiene il mondo intero col fiato sospeso da allora. «Riporti un messaggio ai tiranni di Teheran», ha scandito ieri il premier israeliano davanti alla platea pietrificata di esperti militari, politici e lobbyisti della difesa, «non mettete alla prova la nostra determinazione». Il messaggio di “Bibi” al regime degli ayatollah è chiaro. Israele teme l’espansionismo iraniano in Siria, in Libano e in tutta l’area e avverte: «Se necessario, Israele è determinata ad agire non soltanto contro gli alleati dell’Iran, ma anche contro l’Iran».
Forte dell’appoggio dell’amministrazione Trump, Netanyahu si è rivolto anche all’Europa, che sta tentando di salvare l’accordo nucleare firmato due anni fa con Teheran – e le riunioni a margine della Conferenza lo dimostrano. Ma per Israele «è arrivato il momento di fermare l’Iran». Zarif gli ha risposto a stretto giro, derubricando lo show con il drone a «numero ridicolo da circo che non merita neanche una risposta». Ma più tardi anche il suo omologo saudita, Adel Al- Jubeir, l’altra potenza dell’area coinvolta nel conflitto siriano, ha avvertito l’odiato regime sciita che rischia di pagare «per il suo atteggiamento aggressivo».
Lo show di Netanyahu ricorda quello che inscenò nel 2012 all’Assemblea generale dell’Onu, quando tentò di spiegare il pericolo del programma nucleare iraniano con il fumetto di una bomba. Allora lo spettro del riarmo sembrava confinato a poche aree del mondo. Oggi il rischio di un confronto atomico – a cominciare dalla penisola coreana – è diventato talmente reale da monopolizzare molte conversazioni a margine della Conferenza sulla sicurezza. Che è risultata, a detta di molti partecipanti a microfoni spenti, una delle più cupe di sempre.