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 2018  febbraio 18 Domenica calendario

La rinascita di Noemi. «Ho visto mio padre uccidere la mamma. Ora non lo odio più e so cos’è l’amore»

PALERMO Noemi D’Alba sorride ma gli occhi blu tradiscono un passato di dolore. «Non dimenticherò mai quei rumori e quelle immagini», dice mentre abbassa lo sguardo e trattiene le lacrime.
Dietro a una porta di legno massello che sfondò a calci nel 2012 si ritrovò davanti alla sua nuova vita ad appena 12 anni. Il padre, un carabiniere, uccise a colpi di pistola la moglie e poi si suicidò nella loro camera da letto dell’alloggio in caserma. La coppia era separata da alcuni mesi, lui era molto geloso.
Noemi, oggi lei ha 18 anni.
Quali sono i suoi sogni per il futuro?
«Vorrei partecipare al concorso per carabiniere. Sono un perito chimico ma vorrei studiare biologia per poi entrare nel Ris. Ma il mio più grande sogno, quello che coltivo da bambina, è scoprire la cura per il cancro. Chissà...».
Carabiniere come suo padre?
«Sì anche se i primi due anni l’ho odiato. Poi, col tempo, ho compreso che era un sentimento inutile e l’ho perdonato. È stato comunque l’uomo che mi ha donato la vita. Sono anche andata a trovarlo al cimitero. Gli ho parlato e, per quel che può valere, gli ho raccontato come sta andando la mia vita».
Lei quel giorno fu molto determinata e lucida. Ha avuto un gran coraggio.
«Il coraggio l’ho avuto soprattutto nel vietare alla mia sorellina di 5 anni di entrare in quella stanza e di portare con sé quel ricordo. Ho preservato la sua memoria, lei è la mia sorellina e l’ho protetta.
L’affidai ai vicini e chiamai subito il 118. In un primo momento l’operatore non credette a quello che gli raccontai. Pensò a uno scherzo e mi disse che era impossibile che in una caserma dei carabinieri stesse accadendo una cosa del genere. Gli urlai e si rese conto della mia disperazione e che tutto purtroppo era vero».
Un giudice decise di affidare lei e sua sorella a una zia. Come è andata la sua vita?
«Ho dovuto lasciare Palermo e trasferirmi ad Aragona, un paesino dell’Agrigentino. I primi tre anni ho sofferto moltissimo per questo, poi ho cominciato a farmi alcuni amici. Lo studio mi ha aiutata così come la musica. Ma appena ho compiuto 18 anni ho provato ad andare via. Sono stata sei mesi in Puglia dove ho lavorato come cameriera».
E perché è tornata?
«Mi mancavano gli amici e mia sorella. E soprattutto sono tornata perché mi voglio preparare bene per il concorso nell’Arma. Se dovesse andar male cercherò un altro lavoro magari ad Agrigento».
Cosa le ha permesso di andare avanti?
«La forza di volontà, non mi abbatto davanti a niente. A tutti i figli che come me sono rimasti senza genitori vorrei lanciare un messaggio di speranza. Bisogna non lasciarsi sopraffare dalle emozioni negative, dai sensi di colpa, dalla tristezza. Bisogna gioire nonostante tutto».
Cosa pensa degli uomini?
«Il fatto che abbia odiato un uomo non vuol dire che li odio tutti.
Vorrei dire agli uomini che se una storia finisce per qualsiasi motivo, bisogna accettare con serenità la rottura. E soprattutto a un padre vorrei dire che oltre all’amore per la sua donna c’è anche l’amore, forse più grande, per i suoi figli».
Cos’è l’amore?
«Azzardo una risposta. È un sentimento che ha tante sfumature. L’amore non è soltanto quello verso un uomo, c’è anche l’amore per i familiari e quello per gli amici. Gli amici sono stati determinanti nella mia esistenza, non mi hanno fatto sentire sola. In pochi sanno del mio passato e mi conoscono a fondo. E poi sono stata fortunata perché con mia zia ho instaurato un rapporto molto materno».
E la gelosia?
«Può essere piacevole in un rapporto se dosata bene, ma distruttiva se diventa accecante».
È innamorata?
«Sì».
Che ricordi sono rimasti della vita prima del 2012?
«Ricordi bellissimi e anche alcuni meno belli. Mamma è stata una modella, poi si è dedicata completamente a noi. Era molto presente anche nei momenti di crisi con papà. Percepivo che c’era qualcosa che non andava e ho anche assistito ad alcuni litigi. Ma in quale famiglia non ce ne sono?».
Ha mai temuto che potesse finire in quel modo?
«Assolutamente no. Ero una bambina e speravo che i miei genitori ritornassero insieme».
Il suo cantante preferito è Bon Jovi, c’è una canzone che porta nel cuore?
«È “Always”. Parla di una storia di amore che finisce. L’uomo rimasto senza la sua donna soffre e spera in un’altra possibilità, quella anche oltre la vita».
Nel portafoglio porta due foto.
«Sono quelle di mamma e papà.
Sono una accanto all’altra.
Mamma e papà per sempre con me».