la Repubblica, 17 febbraio 2018
Una brutta storia diventata pellissima
Era una storia sporca, dura. Oggi è eccellenza. Ha fatto strada l’industria della concia, settore legato al trattamento delle pelli di origine animale, per la maggior parte provenienti dall’industria alimentare. Questa filiera italiana con pochi concorrenti al mondo viene celebrata a Milano dal 20 al 22 febbraio da Lineapelle, fiera giunta alla 94esima edizione. Una manifestazione fondamentale per le piccole e medie imprese italiane del settore, un evento che riunisce 50 mila realtà e muove un giro d’affari pari a 150 miliardi di dollari.
«La creatività resta il punto focale di questa edizione», racconta Fulvia Bacchi, direttore generale Unic-Lineapelle, che sgrana le tendenze di domani: nappe laminate double- face, accoppiature di pelli d’alta gamma con lane o seta, croste stropicciate con effetti di rotture, forati al laser super leggeri «e superfici 3D che trasformano cuoio e camoscio in materiali dalle consistenze gommate».
Qualità e invenzione, però, non sono le uniche protagoniste della rassegna. «La sostenibilità e l’impegno nel rispetto dell’ambiente di tutta la nostra filiera produttiva saranno l’argomento di laboratori e seminari organizzati durante la fiera», aggiunge Bacchi. C’è un dato, infatti, che continua a creare dubbi tra gli osservatori esterni: l’utilizzo di cromo nei processi chimici di fissazione dei pellami. «Precisiamo una cosa», spiega Alfredo Guerra, responsabile di qualità, salute, sicurezza e ambiente della Conceria Russo di Casandrino di Napoli, eccellenza che fornisce i più grandi marchi del lusso internazionale. «Il cromo utilizzato è trivalente, quindi non tossico e presente naturalmente nell’ambiente. Va distinto da quello esavalente impiegato da altre industrie e che è una sostanza riconosciuta come tossica, mutagenica e cancerogena. Detto questo, va ricordato come tutti i distretti italiani legati alla concia si siano oggi uniti per riflettere insieme su come abbattere le emissioni di anidride carbonica e su come ottimizzare le risorse. Ricerca creativa e impegno ecologico vanno di pari passo per tutti noi».
Il dato sembra confermato da un’altra impresa, del distretto toscano, Ars Tinctoria di Santa Croce sull’Arno. «L’Italia è il primo Paese al mondo per l’impegno sulle questioni ecologiche legate all’industria della pelle», commenta Gustavo Defeo, chimico e direttore di Ars Tinctoria. «Siamo passati da fabbriche che puzzavano a stabilimenti dove gli impianti defluenti hanno abbattuto i gas di scarico. Abbiamo poi imparato a gestire tutti i rifiuti provenienti dalla lavorazione delle pelli creando con essi fertilizzanti e bio- attivatori. Il prossimo traguardo è ancora più ambizioso: riciclare completamente l’acqua utlizzata».
Sul fronte dei prodotti, poi, i passi verso il rispetto dell’ambiente e anche quello degli animali sono ancora più importanti: per la prima volta, nella nuova edizione di Lineapelle verrà presentato il progetto Zoa, prodotto rivoluzionario sviluppato da Modern Meadow. «Stiamo entrando nell’era della biofrabbricazione», spiega Andras Forgacs, cofondatore e chief executive di Modern Meadow. «Zoa è un prodotto identico alla pelle, ma proveniente dalla fermentazione del lievito. Elimina tutti i passaggi industriali della raffinazione ed è completamente bio degradabile. Questo tipo di creazioni non sono solo necessarie per la sostenibilità, vengono soprattutto richieste in prima persona dai consumatori». «È vero», conclude Fulvia Bacchi, «qualità ed ecosostenibilità sono i valori richiesti dai consumatori e gli stessi che tutta la nostra filiera sta sperimentando in prima persona».