la Repubblica, 17 febbraio 2018
Oman, la Norvegia araba
Una crociera tra i fiordi con vista sul deserto. È l’Oman, bellezza. La destinazione perfetta per un tour che unisce paesaggi nordici ed arabi. Non un ossimoro, ma la possibilità di un viaggio diverso. Più esattamente, per chi ama i contrasti forti, la meta da visitare è la penisola del Musandam, meravigliosa enclave omanita che si riflette nelle acque dello stretto di Hormuz, nel Golfo Persico. Montagne brulle che ricordano quelle appena fotografate, su Marte, dalla sonda Curiosity. Fiordi turchesi e luccicanti che punteggiano la costa.
Siamo in Norvegia? Sembrerebbe, se non fosse che il clima è tropicale e al posto delle foche nelle acque cristalline nuotano delfini campioni di piroette acrobatiche. Quello dell’Oman è un flash che piacerà agli amanti del deserto, del mare, del turismo non di massa, dello snorkeling. Non solo. Un tour comodo che permette, con cinque ore di volo e tre di fuso orario, di scavallare l’inverno con una pausa calda.
L’Oman è un universo tanto difficile da spiegare quanto unico. Spaccato in due come da una grande ferita dagli Emirati Arabi, si compone di una parte sud molto più ampia che ospita la capitale Muscat, una città da visitare per il Palazzo del Sultano, la corniche piena di odori, il mercato del pesce e il suq nella parte antica. Ma è la punta nord, il piccolo e misterioso Musandam, che assicura emozioni uniche. Un consiglio: per muoversi la soluzione migliore è atterrare a Dubai ( con Emirates da 500 euro), che si trova in posizione strategica tra nord e sud, e affittare una macchina.
La città principale del Musandam è Khasab, affacciata di fronte all’Iran. Tappa obbligata perché è il punto d’incontro per i tour nel deserto, ospita i vari centri di immersione e, soprattutto, ha un porto vivace da cui imbarcarsi verso i fiordi d’Arabia. La parola d’ordine, per chi decide di entrare in un’altra dimensione, è dhow. Si tratta delle tipiche imbarcazioni omanite. In pratica, grandi pescherecci in legno, normalmente usati per la pesca, e ora sdoganati come navi per mini crociere. I dhow sono arredati come una casa: grandi cuscini colorati, tappeti arabi, lanterne romantiche. I marinai offrono agli ospiti a bordo pasti a base di pesce e frutta e in alcuni casi anche comodi letti per la notte.
Lasciandosi il porto alle spalle si entra in uno spazio brullo che si riflette nel mare. La montagna più alta è il Jebel Harim. Tradotta come “la montagna delle donne” ( perché un tempo le donne si rifugiavano nelle caverne per sfuggire ai pirati) ha un’altezza sconsigliata a chi soffre di vertigini: più di duemila metri di foreste di acacie e wadis ( letti di fiumi prosciugati). Tra i tanti fiordi da visitare, quello di Khor al Sham (16 chilometri di costa abitati da piccoli villaggi di pescatori raggiungibili esclusivamente via mare) è uno spettacolo emozionante. Bellissima anche Telegraph Island che ha ereditato il nome da una stazione telegrafica installata dagli inglesi nel XIX secolo. Intrigante la città di Seeb.
Quando si può andare in Oman? La risposta è: sempre. Nella nostra estate le temperature omanite sono intorno ai 40 gradi e la temperatura del mare piacerà agli amanti dei bagni nelle terme. L’inverno invece è mite con punte massime intorno ai 25 gradi nelle ore centrali. La stagione ideale è la nostra primavera, con il termometro che oscilla tra i 25 gradi notturni e i 35 di giorno.
Le possibilità di alloggio sono per tutte le tasche. Per i più avventurosi c’è l’opzione itinerante. Al Koor Tourism offre un tour dalle infuocate dune del Sharqiya Sands alle candide sabbie della baia di Al Khaluf. Consigliata anche da Lonley Planet, c’è l’organizzazione dei Khasab Musandam Dhow Cruise (a partire da 55 dollari per un giorno) oppure il Coastal and Sunset Cruise (da 66 dollari). Per gli amanti delle comodità c’è il Six Senses Zighy Bay (da 400 euro): a tre minuti a piedi dalla spiaggia il resort sorge tra le montagne e possiede una spiaggia privata lunga due chilometri. Offre lussuose ville con piscina privata e una meravigliosa spa. L’Atana Musandam Resort (da 190 euro), a soli venti minuti dall’areoporto di Khasab, propone sistemazioni con vista sul mare, un centro fitness e una piscina all’aperto. Arroccato su una parete di roccia, l’Atana Khasab Resort ( da 170 euro) ha una vista panoramica sullo spettacolare litorale di Musandam, piscina all’aperto e scuola di immersioni. Più economico è il Khasab Hotel ( da 70 euro) con un’area giochi per bambini e piscina all’aperto. Infine si può dormire al Khasab Musandam Campsite ( da 190 euro): tende lungo la spiaggia arredate in modo semplice, ma a contatto diretto con la natura.