la Repubblica, 17 febbraio 2018
Calcio in tv, Mediapro ai cinesi ma è mistero sui compratori
ROMA Mediapro, la multinazionale spagnola che due settimane fa si è aggiudicata per la cifra di un miliardo, cinquanta milioni e mille euro, i diritti tv della Serie A – dunque la Serie A stessa -, è da ieri in mani cinesi. Il fondo di investimento di Shanghai, Orient Hontai Capital ha annunciato di aver concluso una complessa operazione di acquisizione quote, rilevando, in cambio di un miliardo e 16 milioni, il 53,5% di Imagina, la holding che controlla Mediapro. Cosa cambierà nella partita italiana dei diritti tv? Per ora poco: l’investimento è solo finanziario e i soldi dei cinesi non andranno dentro Mediapro, che infatti sta ancora cercando di risolvere il nodo della fidejussione da un miliardo da presentare alla Lega a garanzia della propria offerta.
A una prima occhiata l’acquisizione potrebbe sembrare l’ennesima dimostrazione di forza del capitalismo cinese nel settore dello sports & entertainment. Se non fosse per la tempistica, quantomeno strana. Dopo un periodo di “espansione”, il governo cinese, a partire dall’estate del 2017, ha fatto dietrofront. Ha definito, «irrazionali» quegli investimenti all’estero delle proprie imprese, e ha vietato alle proprie banche di finanziarli. «Non sono strategici per il paese». Ad agosto, per rendere ancora più chiaro il diktat, la polizia di Pechino non esitò ad arrestare il presidente di Wanda Group, Wang Jianlin, il terzo uomo più ricco della Cina. Da allora il colosso ( ex) del settore ha cominciato un massiccio piano di dismissione: è uscito dall’azionariato dell’Atletico Madrid ( aveva il 20%), ha messo in vendita Infront Sports and Media (che in Italia è advisor della Lega di Serie A), e ha cominciato a ragionare su come disfarsi anche del pezzo più pregiato: Legendary Entertainment, la casa di produzione di Batman ( pagata due anni fa 3,5 miliardi di dollari).
Come Wanda, lo sanno bene i tifosi dell’Inter, anche gli altri “imprenditori” cinesi dello sport si sono fermati. Come mai allora proprio nei giorni in cui Wanda comunica il suo addio all’Atletico, Orient Hontai è autorizzato a entrare con una quota così rilevante in Imagina? E per giunta in un business di cui non avrebbe il controllo, visto che il patto di sindacato firmato lascia il controllo gruppo spagnolo nelle mani dei suoi fondatori, Taxto Bennet e Jaume Roures?
A fornire una prima risposta è proprio Taxto Benet. «Non sappiamo esattamente per quali motivi i cinesi abbiano autorizzato Hontai, bisogna però capire che le direttive governative autorizzano ad investire all’estero in quei business che possono portare dei vantaggi alla Cina. E noi di Mediapro dal punto di vista tecnologico siamo un’eccellenza mondiale. Non operiamo solo nei diritti tv. Siamo impegnati nella produzione di molti sport diversi e siamo leader nelle riprese in hd, 4k e con immagini a 360 gradi. Detto in altri termini, credo che il governo cinese sia contrario ad investire in una squadra di calcio, che non porta nulla al paese, mentre sarebbe ben contento di investire in un’azienda come la Apple, solo per fare un esempio, che porterebbe molto in termini di tecnologia e sviluppo». Un ragionamento che funzionerebbe se non fosse che Mediapro lavora esattamente nello stesso campo di Wanda/ Infront facendo più o meno le stesse cose.
Secondo altri il vero motivo sarebbe, dunque, di natura più tecnica: il fondo cinese era riuscito a ottenere l’esclusiva nei negoziati per la cessione della quota di Imagina in maggio, quando il diktat governativo non c’era ancora. Allora aveva spiazzato altri pretendenti tra cui proprio Wanda e la francese Vivendi.
Aveva così cominciato da subito le prime acquisizioni di quote. E ormai non poteva tornare indietro. Capire come mai Hontai è stata autorizzata da Pechino ad “andare controcorrente” non è secondario, in questo momento. Se avesse ragione Benet, l’acquisizione rappresenterebbe un importante boccata d’ossigeno per le casse del gruppo. Se avessero ragione gli altri, il futuro sarebbe più incerto.
Comunque sia la notizia avrà un risvolto positivo per Imagina: i cinesi hanno infatti rilevato anche il pacchetto azionario di un socio storico che si era fatto scomodo: Gerard Romy, uno dei fondatori. Romy è accusato dall’Fbi di aver «accettato e/o facilitato il pagamento di tangenti (per l’acquisizione di diritti tv, ndr) e altri pagamenti illeciti a funzionari della Fifa», nell’ambito del cosiddetto Fifa gate.