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 2018  febbraio 18 Domenica calendario

Franco Alfieri: Le mie fritture? Uso il telefono, rispondo a tutti

«Mannaggia ‘a frittura!» Franco Alfieri giura su Pietro e Paolo, i santi patroni della sua Agropoli, di non averne «offerta manco una» di quelle fritture per le quali Vincenzo De Luca esaltò ammiccando alle sue doti clientelari: «Clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo comanda. Che cosa bella! (…) Franco, vedi tu come Madonna devi fare, offri ‘na frittura ’e pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come c… vuoi ma non venire con un voto in meno». Sospira: «Mi sono scocciato. Era una battuta. Mi ha appiccicato un marchio». 
L’88% dei voti «Ecco, queste sono le mie fritture!», spiega mostrando fiero come la madre dei Gracchi un libro illustrato che racconta la sue gesta. Ed ecco Alfieri con le chiavi del Castello, il concerto di Jovanotti trionfale grazie ad Alfieri e all’«abbattimento del biglietto d’ingresso a soli 25 euro», Alfieri con caschetto e cazzuola per la prima pietra del «Palagreen», Alfieri all’apertura del cantiere della stazione bus, Alfieri che inaugura la Via del Mare, Alfieri con la Coppa del Mondo vinta dalla Nazionale nel 2006, il manifesto di Alfieri per festeggiare nel 2012 la rielezione a sindaco con l’88,99% dei voti. Inferiore soltanto al 99,3 preso da Iosif Stalin nel 1937. 
Il collegio Come fa? «Ho fatto il sindaco per un sacco di tempo, ho imparato. Cominciai a Torchiana, qui vicino, quando avevo ventidue anni. Ero nella Dc. In politica, dove c’è una grande distanza fra la gente e la classe dirigente, cosa odiata e odiosa, il fatto che io risponda al telefono diventa motivo di grande apprezzamento. È una rarità, che un politico risponda al telefono e sia disponibile. Io non me la tiro. Sono una persona umile. Semplice». 
Totò Cuffaro, ai tempi buoni, raccontò a Federico Geremicca: «Senza presunzione posso assicurarle che credo di avere stretto le mani e baciato sulle guance, in segno di affetto, la metà dei siciliani che voteranno. Non è poco, sa?» Franco Alfieri no, ammette di non conoscere tutti. Ma ci prova. E gira come una trottola: «Ci sono 96 comuni, nel mio collegio Alburni-Cilento-Vallo di Diano e li sto battendo tutti. Uno per uno. Chilometro dopo chilometro. Dalla mattina alla notte. Ascolto. Spiego». Una copertura così capillare che poco prima della chiusura delle liste elettorali, quando girò voce che il reuccio di Agropoli potesse esser tagliato fuori, furono raccolte in quattro ore 470 firme di assessori, consiglieri comunali, sindaci locali sotto un appello al Pd: «Senza Alfieri perdi». «Non quattro ore, via. Due giorni. Forse tre. È vero però, questo sì, che senza di me il collegio era perso. Sicuro. Questo è stato sempre un collegio di destra. È con me che si è spostato di qua. E poi, Renzi mi conosce…».
Le inchieste Ovvio. Alle ultime primarie del Pd il segretario ha preso il 93%. Un botto impensabile altrove. Va da sé che, fritture o no, ha scelto di non rottamare affatto il rastrellatore di preferenze. Anche se bollato dagli avversari come «collezionista di varie inchieste giudiziarie». A partire dalla «Due Torri bis». Al centro delle polemiche («la candidatura di Alfieri è indegna, il Pd non usi più il nome di mio padre») accese da Antonio Vassallo, il figlio di Angelo, «il sindaco pescatore» di Pollica, assassinato nel 2010. 
Rileggiamo un’Ansa del 2015: «Il procedimento, che vede 77 rinviati a giudizio, tra i quali l’attuale sindaco di Agropoli (Salerno), Franco Alfieri, e l’ex Presidente della Provincia di Salerno, Angelo Villani, ha avuto inizio da un’indagine della Procura di Salerno in seguito alle denunce di Angelo Vassallo relative alla provinciale 108 Celso di Pollica-Casalvelino. Dall’inchiesta sono emerse numerose irregolarità sugli appalti e il pagamento di strade mai realizzate o non ultimate».
L’«acchiappavoti» renziano salta su: «A uno che ha fatto per 35 anni l’amministratore, qualcosa può pure capitare». Ma «nel processo “Ghost road”, strade fantasma, io non c’entro proprio». Allora perché il figlio e il fratello di Vassallo… «Deve chiederlo a loro. Se una mattina uno si sveglia e attacca a dire cose gravissime e senza senso non posso stargli dietro…» 
A proposito: come finì l’inchiesta «Due Torri bis» che pareva destinata a spazzar via un bel pezzo di classe dirigente? C’erano in ballo 60 gare d’appalto truccate: tutto prescritto a settembre 2015. Troppo tardi perché Alfieri corresse alle Regionali, dalle quali s’era ritirato su consiglio di Vincenzo De Luca. Non per le politiche: «Scelga Renzi: collegio uninominale o preferenze», spiegava mesi fa a La Stampa : «Poi vedrà come ce li mangiamo i grillini, altro che due fritture!».
Gli avversari Che possa ingollare gli avversari con la facilità che sognava tempo fa, in verità, non è detto. Certo, è scontato che la candidata della destra Marzia Ferraioli, docente di procedura penale a Tor Vergata, non conosca come lui il Cilento metro per metro e men che meno chi ci vive. Ma in parallelo al declino di Renzi, la rimonta berlusconiana in questa terra storicamente destrorsa è stata forte. E le promesse a pioggia, in quest’area povera e insofferente del Mezzogiorno, potrebbero pesare assai. Per non dire del «fattore B.», come Bellezza, cioè la candidatura ad Agropoli di Alessia D’Alessandro, la grillina che vive da anni in Germania, è laureata in Global economics and Management alla Jacobs Univesity di Brema, parla cinque lingue, ha lavorato al Consiglio economico della Cdu tedesca ed è stata salutata dal primo istante come «la più bella del creato». Cosa che, stando ai sondaggi ormai fuorilegge, potrebbe aiutare. Vedremo. Nel suo programma, vuole restituire l’onore al Cilento: «Anche in Germania circola la storia della “friettierter Fisch”…».