Corriere della Sera, 17 febbraio 2018
E guardo il mondo da due oblò... Occhiali, le nuove maschere
Tutti pazzi per gli occhiali, senza distinzione di sesso o età. Nonostante i progressi della scienza ottica gli occhiali restano l’accessorio più desiderato. Il motivo? Rappresentano l’edonismo del nostro tempo. Maschere per il viso (e l’ego) da mettere e togliere a piacimento, per le rappresentazioni moltiplicate dal teatrino dei social. Diventati simboli del design italiano, tanto che nelle nostre fabbriche vengono a realizzare i loro oggetti per gli occhi quasi tutte le griffe, e il gruppo del lusso Kering ne ha aperta una dove produce direttamente i suoi brand. Il rito delle tendenze si rinnova alla 48ma edizione di Mido (24-26 febbraio), la manifestazione del settore più importante al mondo che va in scena in concomitanza della Milano Fashion week per avvantaggiare i buyer e perché di moda si tratta e infatti quasi tutti gli stilisti hanno fatto sfilare le anticipazione dei loro occhiali sulle passerelle della primavera estate 2018.
La «logo mania» è uno dei trend – tornato sull’onda dei riferimenti agli Anni 80 – riservato a chi vuole sfoggiare una personalità «glam e irriverente» vera o presunta. L’esempio massimo è il «DG cristal» di Dolce&Gabbana sfoggiato e postato da Rihanna sul suo profilo Instagram: le lettere della griffe diventano la montatura oversize con un doppio profilo di cristalli e le lenti specchiate oro. I nuovi occhiali sono pensati per farsi notare anche quando sono minimal. Prada proietta gli Anni Novanta nel futuro con montature in metallo un po’ gatto, un po’ Matrix, con aste attaccate dietro la lente.
Le forme retro chic diventano geometriche e quindi modernissime. Giorgio Armani presenta l’evoluzione dell’amata forma rotonda: l’asta in alluminio ultraleggero sostiene in maniera impercettibile le lenti a motivo floreale nei toni del blu o marron. Si guarda il mondo da due oblò borchiati nei toni del cielo anche con Valentino. L’alternativa futuristica è il frontale a mascherina proposto da Diesel in un’unica lente, che diventa combinata a iniezione da Moncler o con inserto in acetato celeste fissato con le viti nella versione Prada uomo. Per il new nerd ci sono le severe montature vintage in acetato (di gran moda quelle opache) sconsigliate a chi ha il viso minuto. Sono squadrate e rovesciate quelle di Tom Ford, che dai tempi del film «A single man» usa gli occhiali per sottolineare le sfaccettature dell’animo umano.
L.G.R celebra i 10 anni con quattro modelli retrò rieditati con i paraocchi laterali in acetato di cellulosa. Titanio, acciaio e alluminio restano i materiali principe nel panorama oftalmico ma stanno per affermarsi i materiali ecologici come l’M49, il composto organico estratto dalle fibre di legno e cotone (Saturnino Eyewear) e il polimero stampato in 3D abbinato al metallo. Il blu vince nella gara dei colori per le lenti, declinate in diverse tonalità fino al blu intenso di Dsquared2. «L’eyewear è sintesi di tradizione e continua sperimentazione di forme e materiali. Sono questi i punti che hanno reso speciali gli occhiali inventati in Italia attorno al XIII secolo – spiega il presidente di Mido Giovanni Vitaloni —. L’occhio è il canale di comunicazione da cui transita il 90% delle informazioni che giungono al cervello. Proteggerlo è importante. E grazie alle aziende italiane, verso gli Anni 70 e i primi 80 gli occhiali sono diventati anche oggetti di moda». Come sta l’occhialeria? «A livello di occupati chiude il pre consultivo in stabilità e la produzione in linea con l’export segna una crescita di 3 punti percentuali. Comunque tra i settori che crescono di più nel Paese».