Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  febbraio 18 Domenica calendario

APPUNTI SUL CASO DE LUCA

AG.IT –
Un’inchiesta giornalistica condotta sal sito di informazione Fanpage sul traffico dei rifiuti in Campania sta imbarazzando politici e inquirenti della regione. E’ una vicenda che vede protagonisti un ex boss della Camorra, una potente dinastia politica - quella dei De Luca - e istituzioni che potrebbero non aver reagito a denunce e sollecitazioni con la dovuta prontezza. Ma per spiegare chi è Nunzio Perrella, cosa c’entra uno dei siti italiani di maggiore traffico e perché sono in ballo milioni di tonnellate di spazzatura bisogna andare per ordine. Cominciando con i nomi.

I protagonisti
• Nunzio Perrella, ex boss della Camorra, per anni ha gestito il traffico dei rifiuti in tutta Italia, ha scontato 21 anni agli arresti domiciliari.
• Fanpage.it è un giornale online con sede a Napoli appartenente al gruppo editoriale Ciaopeople Media Group e diretto da Francesco Piccinini. In passato ha realizzato diverse inchieste come quella sulla compravendita di voti durante le primarie del Pd; sul volo in elicottero durante il funerale del boss dei Casamonica a Roma; sulla discarica tossica di Caserta e sui depositi di rifiuti nucleari a Brescia.
• Roberto De Luca secondogenito di Vicenzo, governatore della Regione Campania, oltre che assessore al Bilancio al Comune di Salerno.
• Sma, l’azienda della Regione Campania che si occupa di bonifiche e smaltimento rifiuti.
• Luciano Passariello,  consigliere regionale e candidato alla Camera per Fratelli d’Italia.

La storia
Perrella, tornato libero, propone allo Stato di infiltrarsi di nuovo nell’ambiente camorristico, ma - a suo dire - nessuno gli dà ascolto. Per questo sceglie Fanpage.it per illustrare il sistema delle mazzette ai politici negli appalti per la gestione dell’immondizia. Vengono realizzate ore e ore di riprese - molte con telecamera nascosta - per documentare il malaffare in un’inchiesta che poi Fanpage pubblica a puntate. Al centro della prima parte, ricostruisce Huffington Post, gli incontri con i vertici della Sma - la società della Regione Campania che si occupa dello smaltimento di rifiuti - per concordare le quote da versare in cambio dell’affido diretto. Lorenzo di Domenico, consigliere delegato in quota centrodestra, davanti alle telecamere (nascoste) insieme al braccio destro di Passariello, Agostino Chiatto, illustra il ’tariffario’ per ungere la macchina amministrativa e aggiudicarsi commesse per lo smaltimento di rifiuti del valore di milioni di euro. Le mazzette, calcola Fanpage, arriverebbero a sfiorare la somma di duecentomila euro.
La seconda puntata dell’inchiesta Bloody Money, ricostruisce il Fatto, è intitolata “Nel nome del figlio” e punta i riflettori sull’incontro tra Roberto De Luca e Perrella. I due parlano di appalti della Regione. L’incontro, da quanto indicato nel filmato ripreso anche da Repubblica, avviene nello studio di De Luca jr e si parla di smaltimento delle ecoballe e di come partecipare agli appalti della Regione. In successive telefonate e in un incontro con un intermediario, si parla di "percentuali".Roberto De Luca viene indagato dalla Procura di Napoli e vengono perquisiti la sua casa e il suo ufficio. Nei guai, però, finiscono anche Perrella e Fanpage. Ai magistrati non è piaciuto che la redazione si sia mossa in modo indipendente e mentre indaga per corruzione e finanziamento illecito parla di "dispersione probatoria". L’inchiesta pubblicata da Fanpage, insomma, potrebbe "pregiudicare gravemente le investigazioni sulle gravi ipotesi delittuose". 
Il riserbo in cui la Procura assicura di voler operare, però, dura poco e sui giornali finisce il decreto di perquisizione che spiega lo svolgersi delL’inchiesta e come i clan Cimmino e Bidognetti puntassero alla Sma. Tra i 12 indagati compaiono il dirigente della Regione Lucio Varriale; Agostino Chiatto, dipendente della Sma e Passariello. I tre si stavano mettendo d’accodo per disporre l’affidamento dell’appalto per lo smaltimento di fanghi a una cordata di imprenditori dai quali ricevere soldi anche per finanziare la campagna elettorale di Passariello.
E mentre restano in attesa di essere pubblicate altre cinque puntate della videoinchiesta, Vincenzo De Luca corre in soccorso del figlio. "Pensate alle giovani generazioni e agli asili nido e non vi preoccupate delle effervescenze" dice ai giornalisti che gli chiedono un commento. 

***

IL POST 18/2 – IL VIDEO SUL CASO DE LUCA –
Il 17 febbraio la testata online Fanpage ha pubblicato il secondo di sette video di un’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti in Campania e sul controllo illecito degli appalti pubblici nel settore. Del video si parlava da qualche giorno: giovedì scorso, infatti, nel tentativo di anticipare l’inchiesta di Fanpage ed evitare che l’indagine venisse compromessa, la procura di Napoli aveva ordinato varie perquisizioni, tra cui quelle dell’abitazione e lo studio professionale da commercialista di Roberto De Luca, assessore al Bilancio del Partito Democratico al comune di Salerno e figlio del presidente della regione Campania Vincenzo De Luca. Roberto De Luca è indagato per corruzione.
Nel video che riguarda De Luca, Fanpage ha usato come infiltrato l’ex camorrista con esperienza nel traffico dei rifiuti e collaboratore di giustizia Nunzio Perrella. Perella, che fa capire che avrebbe voluto infiltrarsi per conto della procura ma di non avere ottenuto il permesso, finge di voler proporre la propria azienda, «una multinazionale», per lo smaltimento di ecoballe (cilindri di grosse dimensioni in cui si compattano i rifiuti solidi urbani, trattati eliminando le parti non combustibili e le materie organiche) all’estero, e per questo fa organizzare un incontro con De Luca. Nell’incontro – ripreso da Fanpage con una telecamera nascosta indosso a Perrella – non si parla di tangenti: Perrella però ne parla in un secondo momento, sempre ripreso, con Colletta, un ex candidato alle elezioni comunali di Angri (Salerno) con il centrodestra. Colletta viene presentato a Perrella come «socio in affari di Roberto De Luca», e dal video sembrerebbe alludere al fatto che nella tangente è compresa una parte per Roberto De Luca.
Fanpage aveva spiegato che durante Roberto De Luca si era proposto come intermediario per la questione di smaltimento di rifiuti nonostante non ne avesse titolo: «Il suo ruolo di assessore comunale a Salerno non gli dà alcun potere per sedersi al tavolo e ragionare di questi argomenti, tuttavia De Luca jr. vanta la possibilità di intervenire a livello regionale».
Nell’inchiesta della procura di Napoli è indagato per corruzione anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Luciano Passariello, candidato alla Camera alle elezioni del prossimo 4 marzo: di Passariello si parlava nel primo video dell’indagine di Fanpage, pubblicato il 16 febbraio. Secondo i giornali risultano coinvolti nelle indagini anche degli imprenditori, un commercialista e alcuni dipendenti della società regionale Sma, che in Campania si occupa di bonifiche ambientali. In totale si tratterebbe di una decina di persone. L’indagine è coordinata dal procuratore Giovanni Melillo con il procuratore Giuseppe Borrelli e i pubblici ministeri Ilaria Sasso del Verme, Sergio Amato, Celeste Carrano, Ivana Fulco e il controverso magistrato Henry John Woodcock.
Roberto De Luca ha risposto alle notizie dell’indagine su di lui tramite il suo avvocato Andrea Cataldo :«Prosegua l’accertamento dei fatti senza guardare in faccia a nessuno e venga chiarito ogni aspetto della vicenda. Non aggiungo altro per l’elementare doveroso rispetto per il lavoro che sta svolgendo all’autorità giudiziaria. Sono certo che tutto sarà chiarito rispetto a questioni con le quali non c’entro assolutamente nulla e che sono tra l’altro sotto il controllo dell’Autorità anticorruzione a tutela delle esigenze di trasparenza e correttezza. Mi auguro ora che si ponga termine ad attacchi politici e personali strumentali violenti al di fuori di ogni regola di semplice civiltà».
Non è coinvolto nell’indagine Piero De Luca, l’altro figlio del governatore della Campania candidato alla Camera dei Deputati con il Partito Democratico, come ha sottolineato Matteo Renzi in un’intervista al direttore del Tg di Telenorba Vincenzo Magistà.
Anche Vincenzo De Luca, padre di Roberto e a sua volta controverso governatore della Campania del Pd, ha commentato l’inchiesta, definendola «oltre ogni decenza» e «oltre ogni vergogna», per aver usato «camorristi trafficanti di cocaina».

***

CORRIERE.IT –
Roberto De Luca, figlio del governatore della Campania, si dimette da assessore al Bilancio del Comune di Salerno. Lo ha annunciato lui stesso, prendendo a sorpresa la parola durante un convegno nella sua città. Roberto De Luca è indagato per corruzione dalla procura di Napoli in seguito alla videoinchiesta di Fanpage su presunti casi di mazzette nella gestione degli appalti per i rifiuti in Campania.
«Caso oscuro e vergognoso»«Ho ricevuto attestati di stima e solidarietà, anche da tanti avversari politici, dopo la vicenda oscura in cui sono stato coinvolto. È chiaro a tutti che è stata messa in piedi una provocazione vergognosa. Ma non intendo offrire alibi a nessuno, né pretesti per operazioni di aggressione politica. Quindi rimetto il mio mandato di assessore al Comune di Salerno», ha spiegato Roberto parlando nel corso di un appuntamento elettorale del Pd, al quale era presente anche il padre Vincenzo De Luca, presidente della Campania.
«Piena fiducia nell’azione della magistratura»«Ora - ha detto ancora De Luca jr - dobbiamo contrastare l’imbarbarimento della vita pubblica del Paese, quindi occorre mettere in campo ogni energia per vincere la sfida elettorale. Rimetto il mio mandato per consentire a tutti di concludere con slancio ed entusiasmo la campagna elettorale». Roberto De Luca ha anche ribadito «la piena fiducia nell’azione della magistratura».
Renzi: «De Luca? Spero quereli Di Maio»Le dimissioni di Roberto De Luca «sono un gesto personale che lui ha fatto con grande serietà, grande rispetto perché dice di non aver fatto niente. Penso e spero che querelerò Di Maio che gli ha dato dell’assassino e spero che Di Maio rinunci all’immunità parlamentare, se è un uomo». Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi a In 1/2 ora in più. De Luca jr, ribadisce, «è stato molto serio, si è dimesso perché abbiano un alibi in meno: Di Maio si è buttato sulla prima inchiesta...».
Di Maio: «Renzi come Erdogan»Al segretario dem risponde duramente Luigi Di Maio. «Renzi come Erdogan. Giornalisti di Fanpage.it finiscono sotto inchiesta per aver scoperto la corruzione del suo partito e lui dice che dovranno dimostrare la propria innocenza. Vergogna! Massima solidarietà ai giornalisti», scrive su Twitter il capo politico del M5S.

***

REPUBBLICA.IT –
"Non voglio rappresentare un alibi per nessuno e voglio tutelare il mio partito, l’istituzione che rappresento e la mia famiglia. Ecco perché rimetto il mio mandato al sindaco. Un atto doveroso, per sottrarre qualsiasi tipo di alibi a tutti quanti e per consentire di proseguire questa campagna elettorale con ancora più slancio e determinazione". Roberto De Luca, figlio del governatore della Campania Vincenzo De Luca, si dimette da assessore al Bilancio del Comune di Salerno. Lo ha annunciato lui stesso, prendendo a sorpresa la parola durante un convegno nella sua città al quale era presente anche il padre.
Roberto De Luca è indagato per corruzione dalla Procura di Napoli in seguito alla videoinchiesta di Fanpage su presunti casi di mazzette nella gestione degli appalti per i rifiuti in Campania. "Ho ricevuto attestati di stima e solidarietà, anche da tanti avversari politici, dopo la vicenda oscura in cui sono stato coinvolto. E’ chiaro a tutti che è stata messa in piedi una provocazione vergognosa. Ma non intendo offrire alibi a nessuno, né pretesti per operazioni di aggressione politica. Quindi rimetto il mio mandato di assessore al Comune di Salerno".
"Ora - ha detto ancora De Luca jr - dobbiamo contrastare l’imbarbarimento della vita pubblica del Paese, quindi occorre mettere in campo ogni energia per vincere la sfida elettorale. Rimetto il mio mandato per consentire a tutti di concludere con slancio ed entusiasmo la campagna elettorale". Roberto De Luca ha anche ribadito "la piena fiducia nell’azione della magistratura".

RENZI. GESTO SERIO
Le dimissioni di Roberto De Luca "sono un gesto personale che lui ha fatto con grande serietà, grande rispetto perché dice di non aver fatto niente. Penso e spero che querelerà Di Maio che gli ha dato dell’assassino e spero che Di Maio rinunci all’immunità parlamentare, se è un uomo". Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi durante la trasmissione In 1/2 ora in più. De Luca jr, ribadisce, "è stato molto serio, si è dimesso perché abbiano un alibi in meno: Di Maio si è buttato sulla prima inchiesta...".

AGGREDITA A SALERNO CRONISTA DI FANPAGE
Una cronista di Fanpage, Gaia Bozza, è stata aggredita oggi da una donna durante la presentazione dei candidati del Pd a Salerno. "Ero con la telecamera nei pressi delle prime file - racconta Bozza all’agenzia Ansa  - e cercavo di fare delle domande a Roberto De Luca quando ho sentito una donna che non conosco e che urlava alle mie spalle.
Diceva ’lasciatelo stare è un grande’, riferita a Roberto De Luca. Mi sono voltata e le ho chiesto se avesse visto il video che lo riguarda e se pensasse che sia una cosa da poco e lei mi ha risposto ’lui è un grande, non come questa monnezza’, indicando la telecamera".
L’episodio sembra finire lì, ma riprende con veemenza dopo qualche minuto: "Stavo facendo delle riprese della sala - racconta ancora Bozza -  e vedo arrivare di nuovo quella signora verso di me. Si è avventata sulla telecamera cercando di mettere la mano sull’obiettivo e urlando ’adesso te ne devi andare, chi c... sei?’. Poi ha provato a darmi uno schiaffo ma l’ho schivato". A quel punto la donna è stata trattenuta e allontanata dalla giornalista di Fanpage.

DOMANI PRESIDIO M5S: "SI DIMETTA ANCHE DE LUCA PADRE"
"Il figlio assessore l’abbiamo fatto fuori. Ed è solo l’inizio di una più ampia opera di repulisti. Non ci basta che i De Luca siano fisicamente fuori dalle istituzioni. Vogliamo che se ne vadano anche tutti i loro uomini, politici e amministratori eterodiretti dal governatore della campania. E questo accade da decenni nelle stanze del comune di Salerno e da due anni e mezzo anche alla Regione Campania. Cacciamo questo virus che sta avvelenando le istituzioni regionali e che, da quanto emerge dall’ultima inchiesta che vede coinvolti esponenti di destra e sinistra, sta assassinando anche le nostre terre".
Così il movimento 5 Stelle Campania, che domani, lunedì 19, alle ore 11.30, darà vita a un’iniziativa pubblica per invocare "la cacciata della dinasty dei de luca dalle istituzioni. Di Maio invita i suoi militanti a iniziare un ’mail bombing’ verso le redazioni dei quotidiani nazionali perché pubblichino l’inchiesta di ’Fan page’. Lo stesso M5S annuncia iniziative politiche di protesta contro quelli che Di Maio definisce «rifiuti della politica» e «assassini della mia gente». 

***
LA DYNASTY DE LUCA CHE IMBARAZZA IL PD  – OTTAVIO RAGONE, LA REPUBBLICA –
«Mi dispiace di non essere riuscito a fare tutte le candidature belle come quella di Paolo Siani». Ha ragione Matteo Renzi, non c’è riuscito. Candidature belle come Siani, Marco Rossi-Doria e poche altre risaltano nel Pd di Napoli e della Campania. Renzi, fuorviato dal gruppo dirigente regionale del suo partito e forse timoroso di perdere troppi voti al Sud, ha commesso un errore politico. Invece di rimuovere i protagonisti di tante sconfitte elettorali, usando il celeberrimo e invisibile “lanciafiamme”; invece di aprire le sedi ai giovani e a chi si impegna nella società, il leader ha messo il Pd campano, e non da ora, nelle mani di Vincenzo De Luca. Sottovalutando, nella prospettiva delle elezioni, gli effetti politici nazionali della concezione dinastica e localistica del potere, più volte manifestata dal presidente della Regione e confermata dalla candidatura al parlamento del figlio Piero, imposta in Campania dal potente papà- governatore.
È per questo che, ieri, De Luca non s’è visto accanto al leader durante la sua giornata elettorale a Napoli? Ha mandato il fedele Fulvio Bonavitacola. Ma lui non c’era e nemmeno Piero. Imbarazzo, il gelo di Renzi. Certo ha un immediato impatto politico - al di là di una rilevanza giudiziaria molto difficile da dimostrare - il video di Fanpage, che mostra il figlio Roberto dialogare con un ex boss mascherato da imprenditore, quasi come se fosse lui il governatore che disciplina gli appalti delle “ ecoballe”.
«Usano camorristi per ricattarci » , contrattacca De Luca padre, parlando di «barbarie, sabotaggi e operazioni». Ha legittime ragioni da spendere quando contesta il metodo utilizzato da Fanpage. Eppure ciò non modifica il fulcro della questione. A che titolo parlava il figlio Roberto? Che c’entra lui con le ecoballe? Riemerge così la particolare natura accentrata e familistica del potere del presidente della Regione, denunciata da Repubblica fin dall’inizio in quasi totale solitudine. Lui si circonda di pochi fedelissimi e parenti, dispensa incarichi con scaltrezza. Insulta le rare voci critiche. Diffidente, autoritario, carica su di sé tutto, sanità, trasporti, cultura: perfino l’uomo solo al comando non può farcela. Difatti c’è la famiglia.
Le immagini del figlio di De Luca, sparate con sorprendente tempistica nel vivo di una velenosa campagna elettorale, sono una specie di calcio di rigore a porta vuota offerto ai 5 Stelle, al centrodestra e anche a Liberi e uguali, in cerca di consensi a sinistra tra i delusi del Pd. «Assassini politici », sbraita Luigi Di Maio chiamando in causa i De Luca, ben contento di allontanare dai Cinque Stelle la vergognosa vicenda dei finti rimborsi. «Perché Roberto De Luca tratta in nome e per conto della Regione?», chiede Leu di Piero Grasso. È innegabile il nefasto effetto politico che le scelte compiute in Campania producono sul Pd nazionale. Peseranno sul voto? Probabile. Qui hanno deciso in pochi. De Luca. Il capogruppo alla Regione Mario Casillo. La segretaria regionale Assunta Tartaglione che, dimenticando l’imparzialità del ruolo, ha candidato se stessa ben tre volte. Poi, certo, ci sono anche le «belle candidature». Poche però, ha ragione Renzi.

***

CORRIERE.IT –
Una cronista di Fanpage, la testata online che con la sua inchiesta ha raccontato gli affari legati allo smaltimento dei rifiuti di Napoli e provocato un’indagine della magistratura con Roberto De Luca, assessore al Bilancio di Salerno (ora dimessosi), accusato di corruzione, è stata aggredita da una donna durante la presentazione dei candidati del Pd a Salerno. La cronista si chiama Gaia Bozza. Questa la sua versione dei fatti: «Ero con la telecamera nei pressi delle prime file - ha raccontato Bozza all’Ansa - e cercavo di fare delle domande a Roberto De Luca quando ho sentito una donna che non conosco e che urlava alle mie spalle. Diceva “lasciatelo stare è un grande”, riferita a Roberto De Luca».
«Lui è un grande, non come questa monnezza»« Mi sono voltata e le ho chiesto se avesse visto il video che lo riguarda e se pensasse che sia una cosa da poco e lei mi ha risposto “lui è un grande, non come questa monnezza”, indicando la telecamera». L’episodio sembra finire lì, ma riprende con veemenza dopo qualche minuto: «Stavo facendo delle riprese della sala - racconta ancora Bozza - e vedo arrivare di nuovo quella signora verso di me. Si è avventata sulla telecamera cercando di mettere la mano sull’obiettivo e urlando “adesso te ne devi andare, chi c... sei?”. Poi ha provato a darmi uno schiaffo ma l’ho schivato». A quel punto la donna è stata trattenuta e allontanata dalla giornalista di Fanpage.